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La storia e i segreti di Mister Amarone

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Sandro Boscaini di Imago Economica (Imagoeconomica)

Articolo tratto dal numero di gennaio 2019 di Forbes Italia.

La Storia e l’Anima. Due elementi cari a Dante Alighieri ma anche, ottocento anni dopo, a Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola. Che c’entrano Boscaini e Alighieri, un produttore di vino e un poeta? C’entrano, c’entrano. Un po’ perché il vino e la letteratura, come tutte le cose belle, vanno bene insieme. Ma il legame, quello vero, è nella filosofia aziendale improntata dalla famiglia Boscaini in Valpolicella e in tutti i loro tenimenti fino a quelli in Argentina. Infatti il principale filo conduttore che qualifica la strategia di espansione del gruppo è la creazione di un polo di eccellenze di territorio, unendo le migliori esperienze e tradizioni vitivinicole delle Venezie (Masi Historic Venetian Estates). Con questo spirito Masi ha recuperato il valore di nobili casati nel Triveneto, legati dalla comune cultura e tradizione agricola e vitivinicola, avviando la gestione di alcune tenute di pregio nell’area originaria della Valpolicella Classica con i conti Serego Alighieri, discendenti di Dante, e in Trentino con la Cantina dei conti Bossi Fedrigotti.

L’ingresso nel gruppo delle produzioni dei casati nobili come Serego Alighieri e Bossi Fedrigotti è un segnale dell’anima. Dice infatti Sandro Boscaini: “Quando ci è stata prospettata la possibilità di acquisire i terreni di casate importanti abbiamo sempre evitato un freddo acquisto ma abbiamo puntato sul coinvolgimento. Che senso avrebbero queste vigne, questi casali, queste cantine, senza l’allure dei loro antichi proprietari? Mancherebbe loro l’anima. Quella che invece io ho dato anche all’Amarone”. Boscaini ha ragione. Il vino non è solo una bevanda ma è storia, cultura, armonia. E proprio dall’armonia nasce la sua idea di Amarone appena 40 anni fa. “L’Amarone è un vino antico”, chiosa sapiente il patron, “ma è molto giovane”.

Sandro Boscaini è il presidente di MASI Agricola.

Il segreto sta tutto nell’appassimento. Questa tecnica, riconosciuta a livello mondiale, è utilizzata da Masi nella produzione della maggior parte dei vini. In vigore nelle Venezie sin dai tempi dei Romani, la tecnica consiste nel far riposare le uve nei mesi invernali su graticci di bambù prima della vinificazione. “Questi grappoli devono riposare sdraiati per oltre 100 giorni per l’Amarone mentre si passano i 120 giorni per la Riserva”, spiega con enfasi e competenza la contessina Massimilla Serego Alighieri ai visitatori.
Negli ultimi 40 anni Masi ha applicato la tecnica dell’appassimento coniugando le tradizioni delle Venezie e l’innovazione tecnologica, attualizzando da pioniere l’Amarone. Per questo la scrittrice Kate Singleton ha definito Sandro Boscaini ‘Mister Amarone’, dedicandogli il suo libro che Mondadori ha rieditato di recente. Ma ‘Mister Amarone’, non è un soprannome, è un titolo dell’alta nobiltà enologica.

Siccome il vino si fa in cantina, il successo di Masi sul mercato italiano e internazionale è dovuto anche a un costante aggiornamento tecnologico portato avanti dal gruppo tecnico, voluto da Sandro Boscaini, composto da 14 esperti coordinati dal figlio Raffaele che, tra le altre cose, ha dato un contributo decisivo alla riscoperta e al riutilizzo dell’Oseleta, una particolarissima varietà di uva autoctona, che oggi caratterizza diversi vini della gamma aziendale, uno tra tutti il Costasera Riserva un Amarone ‘post-moderno’ che sfida il futuro.

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La famiglia Boscaini produce vino dal 1772, quando acquistò un terreno, ancora oggi proprietà dell’azienda, nel Vaio dei Masi, in Valpolicella da cui prende il nome il Gruppo. Da quel momento e per più di due secoli, i Boscaini hanno portato avanti questo business. In origine l’attività era condotta a livello artigianale da Giacomo per soddisfare il mercato locale. Il primo a sviluppare l’attività con una visione commerciale più ampia, fu Giuseppe a metà Ottocento. Con Paolo, figlio di Giuseppe, l’attività si è sviluppata ulteriormente con la fondazione nel 1890 a Valgatara della ‘Cantina Boscaini Paolo’, la cui produzione era costituita dal Valpolicella e, in proporzioni ridotte, dal Recioto.

Il processo di appassimento delle uva negli stabilimenti del gruppo.

Agli inizi del Novecento le vigne di tutta Europa vennero colpite dalla fillossera, una specie di peste nera delle viti. L’azienda riuscì a sopravvivere a questo flagello agricolo e nel frattempo prese il timone la quinta generazione della famiglia Boscaini: Giuseppe, Giovanni Battista e Guido, figli di Paolo. Tra la Prima e la Seconda guerra mondiale l’azienda ampliò il proprio mercato anche oltre il confine nazionale: per soddisfare le crescenti necessità di produzione vennero allora acquistate ulteriori proprietà. E via in crescendo fino al boom dei 12 milioni di bottiglie prodotte oggi ed esportate in tutto il mondo. Nel 2017 il Gruppo Masi ha registrato un fatturato di oltre 64 milioni di euro e un Ebitda margin del 20% circa. Il Gruppo, dal 2015 quotato al mercato Aim di Borsa Italiana, può contare su una forte e crescente vocazione internazionale: è presente in oltre 120 Paesi, con una quota di export che va oltre l’80% del fatturato.

Attualmente siamo alla settima generazione: accanto a Sandro Boscaini (presidente dal 1978), sono coinvolti in azienda i figli Alessandra e Raffaele, i fratelli Bruno e Mario e i nipoti Anita e Giacomo. A loro si è aggiunto Federico Girotto, brillante amministratore delegato con esperienze in Arthur Andersen, Morellato e Stefanel prima di approdare al vino. Il futuro per Masi è già iniziato con l’acquisto del 60% di Canevel, società di Valdobbiadene, che produce Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e probabilmente proseguirà con altre aggregazioni se capiteranno le occasioni. Ovviamente poi c’è il rafforzamento dei mercati storici e l’espansione verso quelli nuovi ma si è aperta una nuova frontiera per incrementare autorevolezza e visibilità del marchio anche attraverso la Masi Wine Experience, che prevede l’apertura di Masi Wine Bar, Wine Shop e siti dedicati a veicolare i valori storici, culturali e vitivinicoli dell’azienda e del suo territorio. Sulla scia di quanto già sperimentato presso la Valpolicella Classica e le Possessioni Serego Alighieri, Masi ha aperto il primo Wine Bar a Zurigo, una seconda struttura presso la tenuta Canova sul lago di Garda e si appresta a inaugurare l’ultima nata a Cortina d’Ampezzo, il Masi Wine Bar ‘Al Druscié’, nella cornice incantata delle Dolomiti.

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