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Pinterest sbarca in Borsa: perché potrebbe non essere la solita Ipo tech

Ben Silbermann, co-founder e ceo di Pinterest. (Photo by Roger Kisby/Getty Images for Pinterest)

Oggi, giovedì 18 aprile, le azioni del social media Pinterest debuttano in Borsa a Wall Street a un prezzo di 19 dollari. La società potrebbe così avere una capitalizzazione di circa 12 miliardi.

Dopo la quotazione di Lyft di marzo, quella di Pinterest – insieme a Uber, Airbnb e altri unicorni – è una delle Ipo più attese del 2019. A prima vista, notano David Trainer e la società Great Speculations per Forbes.com, quella dell’azienda fondata da Ben Silbermann, Evan Sharp e Paul Sciarra assomiglia a tante altre recenti quotazioni rischiose: zero profitti, azioni di due categorie diverse (le A destinate al pubblico e le B destinate agli insider con diritti di voto maggiorati) e un settore altamente competitivo. Eppure esistono delle differenze rispetto ai casi citati in precedenza.

Verso la redditività

Innanzitutto, notano gli autori, Pinterest è stata fondata nel 2009, due anni prima di Snapchat e solo tre anni dopo Twitter. Tuttavia, la società è stata più lenta a monetizzare la propria base utenti rispetto agli altri social media. Pinterest sta ora aumentando le entrate e gli utenti a un ritmo accelerato. Le sue entrate sono aumentate del 60% nel 2018 rispetto al 43% di Snap e al 25% di Twitter. Inoltre, Pinterest ha aumentato la sua base utenti del 23% lo scorso anno, mentre le altre due piattaforme hanno visto diminuire il numero degli utenti. La perdita operativa netta dopo le imposte si è dimezzata dal 2017 al 2018, da $ 126 milioni a $ 63 milioni. Se il tasso di crescita delle entrate e delle spese dovesse rimanere lo stesso nel 2019, Pinterest realizzerà un utile operativo ante-imposte di $ 65 milioni.

La monetizzazione internazionale è la chiave

Una grande sfida per Pinterest – sottolineano i due autori – è il fatto che potrebbe aver già raggiunto un punto di saturazione nel suo nucleo demografico: le mamme statunitensi. La documentazione depositata presso la Sec (Consob americana) della compagnia ha rivelato che lo stereotipo della “Pinterest Mom” è ben fondato; Pinterest sostiene che l’80% delle donne statunitensi di età compresa tra 18 e 64 anni con figli sono già utenti. Gli utenti degli Stati Uniti sono cresciuti solo dell’8% nel 2018, da 76 milioni a 82 milioni, quindi sembra che non ci sia molto spazio per la crescita degli utenti domestici.

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La base di utenti internazionali dell’azienda è molto più ampia e in rapida crescita. Gli utenti internazionali sono passati da 139 milioni alla fine del 2017 a 184 milioni alla fine del 2018, con un aumento del 32%. Se la base di utenti internazionali dell’azienda è ampia, gli sforzi per la monetizzazione a livello internazionale sono ancora in fase iniziale. Il ricavo medio per utente di Pinterest nel 2018 era di soli $ 0,25. Ogni utente internazionale rappresenta solo il 3% delle entrate di un utente degli Stati Uniti.

Ben Silbermann, Co-founder e ceo di Pinterest. (Photo by Roger Kisby/Getty Images for Pinterest)

Tra tutte le più piccole piattaforme di social media – non considerando, cioè, Facebook -, Pinterest sembra la più facilmente monetizzabile, dicono Trainer e Great Speculations. Perché dopo tutto, la piattaforma è essenzialmente una grande collezione di prodotti da acquistare. Vanta anche una base di utenti più abbienti, dato che il 40% dei suoi utenti guadagna oltre $ 100 mila all’anno.

La minaccia da Facebook/Instagram

Come con qualsiasi piattaforma di social media, la più grande minaccia per Pinterest viene da Facebook e Instagram. Instagram ha ucciso la crescita di Snap copiando la funzione “Stories” proprio prima dell’IPO 2017 di Snap. Ora, l’app di proprietà di Facebook sembra sviluppare una funzione “Collezioni” che copierebbe le funzionalità di Pinterest.

Tuttavia, ci sono alcuni motivi per credere che copiare Pinterest potrebbe non essere così facile. Dopo tutto, le Instagram Stories si adattano perfettamente alla strategia della piattaforma di consentire alle persone di condividere aggiornamenti/immagini dalle loro vite quotidiane. Gli utenti di Instagram potrebbero, invece, non essere così ansiosi di vedere raccolte di prodotti sulle loro feed.

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