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Quanti soldi servono per essere felici? Uno studio conosce la cifra esatta

Un bar upper class a Ho Chi Minh City, Vietnam.

I soldi fanno la felicità? Quale che sia la vostra risposta al proverbiale arcano, oggi c’è una notizia che può aiutarci a fare luce sul tema. La Purdue University dell’Indiana, negli Stati Uniti, ha calcolato quale ammontare di denaro rende le persone felici, scoprendo che la somma varia a seconda delle latitudini e della cultura di riferimento.

Il primo autore della ricerca, pubblicata sul giornale scientifico Nature Human Behavior, è il dottorando Andrew T. Jebb, che ha commentato: “Potrebbe essere sorprendente se paragonato a ciò che vediamo in tv e a quel che ci dicono i pubblicitari, ovvero che non esiste un tetto a quanti soldi servono per essere felici, ma ora ci siamo accorti che esistono delle soglie”. Le somme indicate nel paper degli studiosi sono 95mila dollari per la life evaluation, ovvero il giudizio complessivo sulla propria vita e il proprio successo, e da 60mila a 75mila per l’emotional well-being, il benessere emozionale, quello generato da sentimenti positivi come la gioia e l’appagamento.

Nelle zone del mondo dove il reddito medio è più alto, hanno scoperto i ricercatori, la soglia media di appagamento è a sua volta più alta, in quanto influenzata dagli standard con cui gli individui si accostano agli altri. Il paper è basato sui dati del Gallup World Poll, una rilevazione che copre un campione di 1,7 milioni di persone da 164 Paesi del mondo, e le stime medie si rifanno al potere d’acquisto e a domande riferite alla soddisfazione e al benessere personali.

Abbastanza sorprendentemente, Jebb e i suoi hanno notato che una volta che la soglia dei 95mila dollari viene raggiunta, gli aumenti di reddito coincidono con diminuzioni della soddisfazione personale e indicatori di benessere decrescenti. L’ipotesi scientifica è che, arrivati a un certo livello di benessere materiale, i ricchi (o gli arricchiti) si sentano in dovere di paragonarsi a persone ugualmente o più facoltose, e questo accostamento si traduca in uno stato di infelicità.

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