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“Voglio lanciare 40 aziende entro i miei 40 anni”

Francesco Inguscio con l’ombrello rovesciato, simbolo della sua azienda.

Articolo tratto dal numero di febbraio 2019 di Forbes Italia. Abbonati al magazine

Di Diana Cavalcoli.

Aiutare le startup a crescere, facendole incontrare con le imprese e gli investitori: è il mestiere di Francesco Inguscio, 37enne veneto che oggi è ceo di Nuvolab, società milanese di advisory per l’innovazione e venture accelerator. Oggi è tra i più ascoltati consulenti in questo ambito, con un chiodo fisso: la collaborazione come leva per sviluppare l’ecosistema dell’innovazione made in Italy. Ama definirsi “rainmaker” ovvero “colui che fa accadere le cose”, spiega, e punta a un obiettivo ambizioso: “40 aziende entro i miei 40 anni”.

Quella per la tecnologia, al centro del suo percorso di crescita come imprenditore, è una passione precoce, alimentata con gli studi universitari in finanza, in ingegneria dei servizi e in imprenditoria tecnologica a cavallo tra l’Italia e gli Stati Uniti. Il suo primo incubatore d’impresa, M31 Usa, lo apre come director a meno di trent’anni, nel 2010, durante un periodo passato nella Silicon Valley. “Ho capito che volevo fare l’imprenditore durante l’università”, racconta. “Per arrotondare mi sono dedicato a piccole attività, cimentandomi come inventore e capendo che c’è un abisso tra avere un’idea e riuscire a realizzarla. Il resto è la storia di uno che si è impuntato nel voler colmare quel gap, trovando in questo, per dirla alla Steve Jobs, ciò che ama”. Per realizzare questo obiettivo ha puntato tutto sulle competenze. “Il momento sliding doors più rilevante della mia vita è stato nel 2009, quando ho scelto di non accettare un impiego a tempo indeterminato nel team d’innovazione di una banca nazionale, per scegliere invece di partire verso la Silicon Valley per un master. Lo confesso, non avevo la più pallida idea di cosa avrei fatto dopo. Più che una scelta lavorativa è stata una scelta di vita. Da quel momento in poi ho sempre privilegiato le opzioni più rischiose”.

A partire dalla decisione di lavorare per realizzare i propri sogni imprenditoriali, mentre trasforma in realtà quelli altrui. Nella consapevolezza che “le idee non sono di chi le ha, ma di chi le fa”, Inguscio fonda nel 2011 Nuvolab, una realtà che sviluppa progetti gomito a gomito con fondi di venture capital, istituzioni, piccole e medie imprese e grandi corporation. La scommessa di Inguscio come innovation advisor è far sì che nessuna azienda resti “a secco” di buone idee. Un approccio che ha convinto nomi importanti del mondo privato. Tra i suoi clienti, annovera il fondo di venture capital 360 Capital Partners, Confindustria e Crédit Agricole, per cui ha lavorato all’apertura de Le Village by CA a Milano, primo incubatore del network a sbarcare in Italia.

“Cerco di circondarmi di millennial come me. Nelle nostre società lavorano oltre 120 persone. L’età media è di 28 anni”.

“Il nostro simbolo è un ombrello rovesciato”, aggiunge Inguscio. “L’idea è duplice: evocare una pioggia di opportunità rispetto alla desertificazione di prospettive nel nostro paese, e al tempo stesso ricordare che l’innovazione implica anche un cambio di prospettiva, per trasformare cose che possono sembrare una fonte di problemi in una fonte di opportunità”. Ed è in questo contesto che si innesta l’attività di collaborative rainmaking promossa da Inguscio. “Negli anni ho stretto legami con fondi di venture capital che fanno impact investing, come Oltre Venture, o con banche proiettate verso il futuro come Intesa SanPaolo, Unicredit, Crédit Agricole e Banco Bpm. Realtà che, oltre ad essere coinvolte nei nostri programmi di open innovation, spesso finanziano con fondi dedicati alcune startup da noi accelerate”. Un gigantesco network a cui si aggiungono le collaborazioni dirette con grandi famiglie imprenditoriali come Marzotto, Boroli, Fumagalli, Baban, spesso coinvolte nel supporto degli imprenditori emergenti.

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Il tema del sostegno alle nuove generazioni per Inguscio è fondamentale. “Senza giovani non andiamo da nessuna parte. Ecco perché cerco di circondarmi di millennial come me. Nelle nostre società lavorano infatti oltre 120 persone e l’età media è intorno ai 28 anni”. Un’attività di give back – come gli anglosassoni chiamano la restituzione alla comunità della fortuna ricevuta – che lo ha portato al desiderio di lavorare con le scuole superiori e come docente in alcuni atenei tra cui l’Università di Milano Bicocca. Qui è nata iBicocca, l’iniziativa che si rivolge ai 33mila ragazzi dell’Ateneo e li aiuta a sviluppare soft skill e spirito imprenditoriale.

La stessa attenzione ai giovani che si ritrova in Nuvolab. La società accelera lo sviluppo delle neo imprese che compongono la cosiddetta Tribù e che spaziano dalla ristorazione al design, fino allo sviluppo di software legati all’intelligenza artificiale. Con risultati degni di nota: come venture accelerator, Nuvolab dal 2013 ha fondato e accelerato decine di startup arrivando a fare già due exit. Inguscio, oltre al far ‘piovere innovazione’ nel mondo imprenditoriale italiano, punta anche a produrre qualcosa di unico. “Dopo aver supportato come ‘professional co-founder’ tantissime startup, mi vorrei dedicare a un’iniziativa di prodotto scalabile e d’impatto sociale oltre che economico. Un ruolo da fondatore dedicato e responsabile in prima persona dell’iniziativa, cosa che ad oggi è avvenuta solo per Nuvolab. E poi tra gli obiettivi c’è quello di lanciare un fondo di investimento fatto da imprenditori e dedicato ad altri imprenditori”. Insomma, impossibile fermarsi quando la sfida è così ambiziosa: “cambiare il nostro paese in una sola generazione, grazie ad imprenditoria ed innovazione”.

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