Un’immagine della mostra

Chi fu Nikola Tesla e perché è consigliabile visitare l’esposizione interattiva a lui dedicata allo Spazio Ventura XV di Milano?Nikola Tesla è stato definito l’inventore del XX secolo. Fu un fisico, ingegnere e scienziato croato di famiglia serba, nato a Smiljan nel 1856. Un visionario geniale che sia Elon Musk che i fondatori di Google hanno voluto omaggiare. Un genio bizzarro che oggi diagnosticherebbero (e chissà che le diagnosi non siano un limite) autistico, ossessionato dal numero 3, ma che con i suoi studi e le sue invenzioni ha anticipato le grandi innovazioni moderne, dal wireless agli aerei a decollo verticale, dall’energia rinnovabile al radar, il telecomando del televisore, i motori elettrici e la corrente alternata.

Nonostante Nikola Tesla abbia scoperto i raggi cosmici, inventato l’elettromagnetismo, il motore elettrico a corrente alternata e il radiocomando, abbia costruito la prima centrale idroelettrica al mondo alle cascate dei Niagara e lavorato al sogno dell’energia libera e gratuita per tutti, morì povero e in solitudine a New York a 86 anni. Troppo in anticipo sui tempi, non fu mai capito. Adesso però, la mostra (organizzata da Venice Exhibition in collaborazione con il Nikola Tesla museum di Belgrado) ci conduce per mano alla scoperta di un uomo che già 150 anni fa incarnava la risposta ai grandi temi scientifici, economici e ambientali moderni: Nikola Tesla teorizzava l’energia libera contro i rischi dello sfruttamento intensivo delle risorse naturali, arrivò a un passo dal garantire un accesso sostenibile a energie rinnovabili illimitate e sempre sostenne la necessità di un rapporto virtuoso tra l’innovazione tecnologica e l’essere umano, affermando l’insostituibilità dell’introspezione, della cultura e degli ideali umanistici da affiancare alla tecnologia. Nella profonda convinzione che uomo, energia ed elementi naturali siano soltanto un unico corpo così come l’uomo è luce e ombra, pregi e difetti, successi e fallimenti, corpo e anima. Scrive Tesla: “La scienza non è altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità”.

E ancora: “La trasmissione economica dell’energia senza fili è di importanza fondamentale per l’uomo. Gli permetterà infatti di dominare incontrastato sull’aria, sul mare e sui deserti. L’uomo sarà libero dalla necessità di estrarre minerali o petrolio, trasportare e bruciare combustibili, abolendo così molteplici cause di inquinamento. Il glorioso sole diventerà il nostro servo ubbidiente. Pace e armonia si diffonderanno sulla terra”.

Poliglotta e traduttore dei classici, Tesla ci ha lasciato circa 300 brevetti (l’ultimo è del 1928), di cui la mostra dà conto presentando documenti, progetti e materiale autografo, senza trascurare le riproduzioni, come il primo motore a induzione, una rappresentazione reale del suo laboratorio di Colorado Springs o il famoso “Big Coil”, che riproduce i fulmini presenti in natura a diverse intensità di potenza. Nei 1500 metri dell’esposizione si entra in contatto dunque con una mente geniale, capace di visualizzare i suoi progetti mentalmente come in un ologramma, anticipando il funzionamento dei moderni computer, ma anche con un uomo colto e intenso la cui vita presenta spunti da romanzo.

Un’intera stanza è infatti dedicata alla “guerra per l’elettrificazione del mondo” di fine ‘800 tra Tesla e Thomas Edison, che gli diede inizialmente lavoro sfruttando le sue migliorie per poi denigrare Tesla quando sviluppò i progetti sulla corrente alternata finanziato da George Westinghouse, con cui vinse l’appalto per l’illuminazione dell’esposizione universale di Chicago nel 1873.

Fu epica anche la sfida con Gugliemo Marconi, che vinse quel Nobel che Tesla non ebbe mai. Era Tesla, finanziato dal magnate americano J.P. Morgan, il candidato ideale ad effettuare le prime trasmissioni a distanza in radiofrequenza attraverso l’etere. A questo scopo costruì la Wardenclyffe Tower (di cui la mostra presenta una riproduzione), ma fu anticipato nei risultati dallo scienziato italiano.

In realtà, la torre di Tesla aveva un obiettivo anche più ambizioso: la trasmissione dell’energia libera in tutto il mondo, ma il progetto non incontrava gli interessi di Morgan che tolse i finanziamenti e fece demolire la torre dopo i risultati ottenuti da Marconi. Nel 1943 però, poco dopo la sua morte, una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti attribuì proprio a Tesla la paternità di alcuni brevetti usati per la trasmissione di informazioni tramite onde radio, sino a poco prima riconosciuta a Marconi.

La Nikola Tesla Exhibition resterà aperta sino alla primavera del 2020 e non mancano gli spazi interattivi di sperimentazione per bambini e ragazzi, che potranno visualizzare le leggi della fisica e dell’energia che hanno reso possibile l’invenzione dello smartphone. Scrisse Tesla: “Mi chiamarono pazzo nel 1896 quando annunciai la scoperta di raggi cosmici. Ripetutamente si presero gioco di me quando avevo scoperto qualcosa di nuovo e poi, anni dopo, videro che avevo ragione”. La mostra è visitabile solo con visita guidata, con partenze ogni mezz’ora circa.

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