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La previsione di Goldman Sachs sugli effetti del Coronavirus per l’economia

Coronavirus, gli effetti sull'economia: la previsione di Goldman Sachs

Gli analisti di Goldman Sachs hanno formulato una serie di previsioni sull’impatto che il diffondersi del Coronavirus potrà avere sull’economia, in particolare su quella degli Stati Uniti, nei prossimi mesi fino ad arrivare al 2021. La previsione, contenuta nel report quotidiano stilato dal team della ricerca economica capeggiato da Jan Hatzius, contempla una brusca frenata nel secondo trimestre e una repentina risalita nella seconda metà dell’anno. Anche se gli analisti avvertono: l’incertezza attorno ai numeri previsti “è molto più alta del normale”.

“Prevediamo che le attività economiche negli Stati Uniti si contrarranno bruscamente per il resto di marzo e per tutto il mese di aprile, poiché i timori del virus stanno portando i consumatori e le aziende a ridurre le spese di viaggio, intrattenimento e pasti al ristorante”, spiega il report.

Che prosegue: “La nostra ipotesi di base è che l’attività inizierà a riprendersi dopo aprile e che la seconda metà dell’anno vedrà una forte crescita sequenziale, ma i dettagli dipendono da una serie di domande importanti. Alcuni sono di carattere medico, inclusa la misura in cui il distanziamento sociale e le temperature stagionalmente più elevate ridurranno le infezioni e se emergeranno buoni trattamenti (farmacologici, ndt). Altri sono comportamentali ed economici, inclusa la rapidità con cui le infezioni impatteranno le attività quotidiane e quanto efficace sarà la politica monetaria e fiscale nel fornire supporto”.

Goldman prevede una crescita del Pil reale degli Stati Uniti dello 0% nel primo trimestre (da + 0,7%), un crollo pari a -5% nel secondo trimestre (dallo 0%), un +3% nel terzo trimestre (da + 1%) e un +4% nel quarto trimestre dell’anno (da + 21⁄4%), con ulteriori forti guadagni all’inizio del 2021. Ciò porta la previsione della banca d’affari sul Pil del 2020 a + 0,4% (dall’1,2%).

Gli analisti avvertono tuttavia che “l’incertezza attorno a tutti questi numeri è molto maggiore del normale”.

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