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Dalla riforma dei prelievi alla proposta di un circuito europeo: le azioni di Bancomat a sostegno dei pagamenti digitali

Articolo tratto dal numero di ottobre 2022 di Forbes Italia. Abbonati!

Quanti contanti ho in tasca in questo momento? Mi chiederei piuttosto quante carte ci sono nel mio portafoglio”. Alessandro Zollo, amministratore delegato di Bancomat, raccoglie senza indugi la provocazione sulle sue modalità di pagamento preferite. Del resto ormai anche in Italia carte e smartphone stanno erodendo, anno dopo anno, quote di mercato a banconote e monetine.

Secondo la Banca centrale europea, le transazioni eseguite senza l’utilizzo di contanti rappresentano ormai il 60% dei pagamenti nel nostro Paese, rispetto al 50% della media europea. Stime confermate anche da Bancomat, grazie al monitoraggio dei circuiti di pagamento e prelievo più diffusi in Italia. PagoBancomat e Bancomat restano infatti leader del mercato dei pagamenti con carta di debito in Italia, con circa 34 milioni di carte in circolazione.

“Nel 2021 abbiamo assistito a una crescita delle operazioni di pagamento con carta in Italia del 45%”, aggiunge Zollo. “A oggi sono 857 milioni le operazioni contactless effettuate con PagoBancomat – in crescita del 50% sul 2020 – con scontrino medio di spesa sotto i 40 euro; 3,4 milioni quelle con il nostro servizio digitale Bancomat Pay. Una dinamica resa possibile, oltre che da interventi mirati nell’offerta del circuito, anche dal continuo investimento che in Bancomat abbiamo portato avanti sul fronte dell’adeguamento del parco terminali e delle carte al contactless”.

Bancomat è partecipata da 122 banche italiane, che fanno parte delle oltre 400 che utilizzano i suoi servizi. Ma se da un lato il Politecnico di Milano ha registrato ben 327 miliardi di euro spesi senza l’uso del contante in Italia durante lo scorso anno, dall’altro è peggiorato il divario nei confronti degli altri Paesi europei in quanto a transazioni pro-capite. Superata già nel 2019 dalla Grecia e nel 2020 dalla Germania, l’Italia è scesa al 25° posto (su 27) nella classifica continentale e precede solamente la Romania e la Bulgaria, che hanno però crescite annuali superiori a quella italiana.

Eppure grazie alle norme di contrasto al virus, la pandemia sembrava aver impresso una ‘spinta gentile’ alla de-materializzazione dei servizi, compresi quelli di pagamento. “La pandemia come anche le attività di incentivazione avviate dal governo in questi anni”, sottolinea ancora Zollo, “hanno contribuito allo sviluppo delle modalità digitali, ma anche al consolidamento delle abitudini di acquisto senza contante. Resta molto da fare ma questo trend è da considerarsi come un percorso che porterà nei prossimi anni a un progressivo e definitivo cambio d’uso delle abitudini di pagamenti. Tutti gli attori di mercato, noi per primi con le banche socie, abbiamo investito non solo nell’offerta di pagamento ma anche nel miglioramento dell’accettazione e dell’infrastruttura”.

Tra le novità promosse da Bancomat spicca la riforma dei prelievi da banche diverse dall’istituto di appartenenza. L’Antitrust dovrebbe esprimersi presto sulla riforma, che cancellerebbe la commissione interbancaria (pari a 49 centesimi, a fronte di un costo medio del servizio che per le banche sfiora i 90 centesimi per prelievo), fissando allo stesso tempo un costo massimo di 1,5 euro a carico dei clienti.

“La nuova proposta consentirà di creare le condizioni di mercato affinché chi detiene un punto di prelievo possa definire un prezzo di commissione adeguato a sostenere le spese. E per i clienti abbiamo definito anche un prezzo massimo di commissione fino a 1,50 euro per prelievi da banche diverse dall’istituto di appartenenza, mentre le attuali commissioni raggiungono i 3 euro”.

Tra le principali iniziative avviate in ambito digitale, recente è anche la proposta di un circuito europeo presentato al comitato pagamenti e basato su collegamento mobile. “La proposta prevede la costruzione di un circuito europeo digital first, che partendo da soluzioni già esistenti realizzi una interoperabilità tra i vari circuiti del settore”, spiega Zollo. “Il cellulare e la rete interconnessa garantiranno così pagamenti europei facili e sicuri a tutti”.

Da gennaio 2019, inoltre, la società ha ampliato la propria offerta per i pagamenti digitali introducendo il circuito Bancomat Pay. Il servizio consente già di inviare gratuitamente piccole somme di denaro dallo smartphone ai numeri in rubrica, senza dover disporre di codici Iban, ma sfruttando l’adesione al circuito delle principali banche italiane che integrano il servizio all’interno delle loro applicazioni per smartphone.

“Bancomat Pay non è solo il nostro prodotto digitale, ma la sperimentazione di un servizio ibrido online che evolve rispetto a quelle che sono le esigenze della clientela: sicurezza e comodità. Nell’ultimo anno abbiamo rafforzato ulteriormente il nostro investimento nel comparto digitale, ampliando anche il posizionamento sul mercato con un presidio che oggi ha raggiunto oltre 17mila siti di vendite online. Abbiamo registrato nell’anno una crescita di utilizzo del 102% rispetto al 2020”. E se secondo diverse stime nel 2025 in Italia il 50% dei pagamenti sarà effettuato senza contanti, Zollo fornisce anche una chiave di lettura personale sull’evoluzione dei sistemi di pagamento digitali nel nostro Paese.

“Abbiamo osservato un trend in crescita dei pagamenti digitali che è ricorrente da circa tre anni. In questo periodo poi il circuito PagoBancomat ha visto un aumento del numero di operazioni del 40% e prevediamo che chiuderà il 2022 a 2.300 milioni di transazioni. E il dato, ancor più rilevante, è che circa il 55% delle operazioni sarà passato attraverso sistemi a sfioro, senza l’inserimento della carta nel Pos in negozio. È un percorso dal quale non si tornerà più indietro e il vero problema non è di per sé il costo delle commissioni, quanto l’apertura culturale a un nuovo modo di pagare. In questo senso, strumenti di incentivazione sono formule che hanno sempre avuto risultati interessanti portando davvero a un cambio di passo”.

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