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Igor Marcolongo, head of business evolution di InfoCert
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La nuova fase dell’identità digitale

contenuto a cura di Igor Marcolongo, head of business evolution di InfoCert, apparso sul numero di giugno 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

Dove va l’identità digitale in Europa? La sua storia è iniziata dieci anni fa, nel 2014, quando l’Unione europea ha introdotto un regolamento ribattezzato eIDAS (acronimo dell’inglese Electronic IDentification, Authentication and trust Services), da una parte per aumentare sicurezza e accessibilità delle transazioni digitali europee, dall’altra per mettere in pista un framework per il riconoscimento a livello comunitario dei mezzi di identificazione elettronica della persona. Il risultato non è stato dei migliori per quanto riguardava la digital identity, ma un grande successo sui servizi fiduciari qualificati, come i certificati di firma. InfoCert ha saputo anticipare i trend e costruire un’offerta integrata di soluzioni trusted che ha contribuito a creare questo successo, diventando il qtsp più grande d’Europa. Ciò detto, solo il 59% dei cittadini europei è in possesso di una digital Id e il riconoscimento transfrontaliero rimane a macchia di leopardo.

Qualcosa di importante però si è mosso in questi anni, anzi molto recentemente: nel 2021 la Commissione europea ha riconosciuto che eIDAS ha posto le fondamenta per lo sviluppo di un mercato dei servizi di identificazione e fiduciari nell’Unione europea. Tuttavia, ha anche evidenziato la necessità di aggiornarlo per raggiungere nuovi obiettivi strategici. E l’aggiornamento ha seguito tre direttive principali: riportare la sovranità dei dati nelle mani dei cittadini europei; impedire la gestione centralizzata dei dati da parte delle big tech, cioè delle multinazionali del settore tecnologico; supportare un’incarnazione dell’identità digitale sicura, affidabile e interoperabile all’interno del mercato europeo.

Questo eIDAS 2.0, così ribattezzato, è diventato realtà: il testo del regolamento è in Guce (Gazzetta ufficiale dell’Unione europea) ed è entrato in vigore il 20 maggio 2024. Tra le sue maggiori innovazioni ci sono l’introduzione dell’European Digital Identity Wallet (Eudi Wallet) e la creazione di nuovi servizi fiduciari, come l’attestazione elettronica di attributi, la gestione dei dispositivi qualificati per firma e sigillo da remoto, l’archiviazione elettronica qualificata e i registri elettronici qualificati. Il Digital Identity Wallet è un dispositivo che permetterà agli utenti di verificare e autenticare la propria identità digitale. Si tratta di un portafoglio virtuale dove si possono memorizzare le informazioni relative all’identità di una persona.

L’idea del Digital Identity Wallet è nata dalla volontà della Commissione europea di creare un sistema unico di identità digitale valido all’interno dell’Ue, capace di unificare le diverse soluzioni di identificazione elettronica degli stati membri, nel rispetto della strada tracciata dal regolamento eIDAS. Il Digital Identity Wallet dell’Ue sarà quindi un portafoglio digitale paneuropeo che permetterà ai cittadini europei di accedere a servizi pubblici e privati, sia online che offline, in tutto il territorio dell’Unione. Questo portafoglio digitale potrà contenere credenziali per accedere ai siti web della pubblica amministrazione (come, ad esempio, consente oggi lo Spid), documenti personali come la patente di guida o la carta d’identità elettronica, gestire documenti come prescrizioni mediche e una serie di altri attributi legati all’identità stessa.

I vantaggi del Digital Identity Wallet sono soprattutto la comodità di avere un unico strumento per accedere a numerosi servizi in tutta Europa, senza dover ricordare diverse credenziali, e la sicurezza di un sistema di autenticazione difficile da compromettere, che prevede una tutela assoluta dei dati personali: l’utente ha pieno controllo dei propri dati e può scegliere quali informazioni condividere e con chi, avendo inoltre nel wallet la storia delle condivisioni, utile per esercitare i diritti previsti dal Gdpr (Regolamento generale sulla protezione dei dati). Oltre ai benefici per gli utenti, il Digital Identity Wallet offre importanti vantaggi anche ai fornitori di servizi, semplificando e rendendo più sicuri i processi di identificazione e autenticazione dei clienti. Questo porta a livelli più alti di cybersecurity e migliora l’immagine aziendale, grazie alla percezione di una maggiore tutela da parte dei consumatori.

La revisione del regolamento eIDAS rappresenta un’occasione per promuovere l’innovazione e la crescita economica nel settore delle identità digitali, con un impatto rilevante su vari attori, tra cui fornitori di servizi digitali, qualified trust service provider e cittadini europei. I fornitori di servizi privati dovrebbero iniziare a investire strategicamente già ora, adottando queste nuove tecnologie per prepararsi a un futuro digitale più integrato ed efficiente all’interno dell’Ue. In definitiva, eIDAS 2.0 segna un progresso significativo verso l’unificazione e l’integrazione dei servizi fiduciari in Europa. Con l’adozione e l’implementazione di queste nuove normative, l’Ue potrà continuare a guidare il percorso verso un ambiente digitale più sicuro, affidabile e interoperabile per cittadini e imprese, avanzando ulteriormente nel campo dell’innovazione e della digitalizzazione.

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