Articolo apparso sul numero di giugno 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
Nata nel 2019, Jyamma Games è già una realtà solida del panorama videoludico italiano. Dai primi passi, mossi con le app, lo studio di sviluppo con sede a Milano si è ampliato rapidamente. “Abbiamo pubblicato quattro titoli mobile, con più di 800mila download complessivi”, ricorda il fondatore, Giacomo Greco.
La crescita ha interessato le dimensioni (oggi l’azienda dà lavoro a 60 persone, e si colloca così tra le realtà di punta del panorama indipendente) come le ambizioni. È di Jyamma, infatti, il progetto inizialmente conosciuto come Project Galileo, che ora il grande pubblico conosce come Enotria – The Last Song. Il titolo punta a diventare un riferimento nel sottogenere di giochi di ruolo chiamato ‘soulslike’. Il termine deriva dal capostipite, Demon’s Souls, che per primo ne ha codificato filosofia e caratteristiche: difficoltà elevata, impossibilità di salvare i progressi a piacimento e un mondo di gioco oscuro e misterioso.
Una sfida ambiziosa, che l’azienda fondata da Greco, insieme con un nutrito numero di compagni di corso alla Digital Bros. Academy, non ha avuto paura di affrontare. Complice non solo l’amore smisurato per l’arte videoludica (condiviso con Edoardo Basile, business development manager in Jyamma Games), ma anche una buona dose di abilità imprenditoriale e sana curiosità nel provare cose nuove. Prima di questa avventura, infatti, Greco ha cambiato più volte veste, cercando la propria strada tra l’azienda di famiglia, il mondo della musica e i video-giochi.
“L’Italia non ha mai avuto il posto che merita a livello internazionale”, dice. “Ancora oggi le istituzioni non capiscono la rilevanza di questo settore nel fatturato globale dell’intrattenimento, di cui costituisce il 52%, con più di 200 miliardi di euro. Il nostro Paese muove l’1%, una cifra irrisoria se confrontata con quelle di Germania (5%), Francia e stati nordeuropei”.
Fra gli altri, Greco indica un ostacolo che sembra difficile da superare in tempi brevi: l’inadeguatezza salariale. “Da noi il costo lordo di un professionista è molto più alto che all’estero, cosa che obbliga le aziende a mantenere standard sensibilmente più bassi dei concorrenti. Il nostro caso è più unico che raro: pur non avendo ricevuto alcun aiuto dalle istituzioni, siamo riusciti a rendere Enotria una delle novità più attese a livello mondiale e, con un po’ di orgoglio, a esportare una visione dell’Italia non viziata da stereotipi”.
Una visione che è stata plasmata e sgrezzata a lungo: “Sono serviti mesi di studio, brainstorming e ricerca di riferimenti per arrivare a un’idea valida. Per noi è stato incredibile scoprire, da italiani, quante cose non sappiamo del nostro Paese: tradizioni, storie e costumi persi da tempo, che vorremmo riportare in vita con il nostro titolo.”
Interessante e originale è l’idea di associare assolate atmosfere mediterranee a un genere, di solito, plumbeo. “La scelta ha un motivo semplice: il nostro core team ama i titoli della giapponese Fromsoftware (come Dark Souls o Elden Ring, ndr) e avere persone che lavorano su un progetto che amano è cruciale. Per di più il genere action è perfetto per rappresentare artisticamente il nostro mondo e aumentare l’immersione nel gioco. Non nascondiamo che la scelta è stata azzeccata anche in senso commerciale, visto il grande successo dei soulslike negli anni recenti. Per distinguerci abbiamo puntato sulla particolarità artistica e sulle dinamiche di gioco, riconosciute come la vera forza del titolo”.
Anche la componente economica, per Jyamma Games, è una “questione di cuore”, giura Greco: “Ho messo a disposizione anche i miei fondi personali e questo fa molta differenza. Per quanto una persona sia brava a gestire i soldi altrui, non lo sarà mai quanto chi rischia di tasca propria”.
È indicativo della cura per i dettagli il fatto che Jyamma non pubblicherà subito Enotria per ogni console: “Preferiamo che il gioco sia perfetto su due piattaforme piuttosto che discreto su tre”. La scelta di non avere, al lancio, la versione Xbox deriva dunque da una logica precisa. Il problema di Xbox e del Game Pass, il servizio di distribuzione in abbonamento di Microsoft, è la sostenibilità: l’ecosistema di Microsoft non è solo insostenibile, secondo Greco, ma “Xbox al momento non ha rapporti di vendita chiari sia sul software che sull’hardware ed è poco presente in tutto il mercato asiatico, che rappresenta il 50% di quello globale”. Detto altrimenti, Jyamma ha deciso di non affrettare i tempi di pubblicazione solo per soddisfare le necessità di una multinazionale e dell’utenza avida di contenuti da consumare velocemente, a basso costo.
Ciò non esclude che il team abbia una roadmap definita. “La nostra missione non cambia”, aggiunge Basile. “Abbiamo in programma un contenuto aggiuntivo, anche perché abbiamo accumulato materiale che, a malincuore, è stato messo da parte per ragioni di produzione. Abbiamo la fortuna di autopubblicarci, quindi dobbiamo rendere conto a noi stessi”. Non rimane che verificare la promessa in prima persona: Enotria – The Last Song uscirà il 30 agosto. Questione di tempo. E passione.
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