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Bitcoin, Ethereum, Ripple e Litecoin. Cosa deve sapere chi vuole investire

 

Magliette in vendita al Bitcoin Center di New York

Dopo il nuovo record del Bitcoin sopra i 7.000 dollari, Anatoly Knyazev, esperto internazionale di criptovalute e fondatore del fondo di venture capital e think tank Exante, ha tracciato per Forbes Italia una guida alle valute digitali più popolari.

 

Bitcoin

Anno di creazione: 2009
Simbolo: BTC
Capitalizzazione di mercato: 65 mld $
Tasso di crescita annuo: 6,5 volte

È la prima e, per ora, la più popolare criptovaluta al mondo. All’inizio è balzata agli onori delle cronache dopo che il suo prezzo era salito da 10 centesimi a 1.000 dollari nell’arco di tre anni, dal 2010 al 2013.

In un certo senso qualcuno potrebbe pensare che il bitcoin si sia comportato come una bolla, perché un BTC è arrivato a costare 200 dollari nel 2014.

A quel tempo la gente scherzava dicendo che il bitcoin era l’unica altra valuta che aveva sofferto una recessione peggiore del rublo. Nonostante questo, nel 2017 il bitcoin ha superato il suo vecchio record ed oggi viene scambiato a circa 7300 dollari.

Eppure bisogna ricordare che BTC è pur sempre nato come un esperimento ed è ben lontano dalla perfezione.

Prima di tutto le sue transazioni sono lente, la blockchain ha ormai raggiunto i 100 gigabyte e continua a crescere. Le persone che hanno un wallet bitcoin full node devono scaricare questi dati da Internet. Se il wallet è attivo per un certo periodo di tempo, la procedura di riavvio può essere molto lenta perché bisogna attendere il download delle informazioni sulle nuove transazioni.

Sempre più utenti passano ai server speciali (modello client-server) allo scopo evitare questo tipo di difficoltà oppure si limitano a tenere i propri bitcoin sugli exchange. L’idea che ogni utente della rete sia in grado di memorizzare l’intera storia delle transazioni si è rivelata un’utopia.

L’altra particolarità del bitcoin che viene criticata spesso è l’emissione di moneta basata sul principio POW (Proof-of-work). Alcuni partecipanti al network (i cosiddetti miner) forniscono la loro capacità di calcolo per garantire il funzionamento della rete. E in cambio di ciò ricevono delle ricompense e il diritto di voto quando vengono prese delle decisioni importanti per l’intero network.

Più sono i miners in una rete, più questa è sicura. Ma così facendo anche il consumo energetico è elevato, mentre l’efficienza dei pagamenti non cambia. Pertanto la rete finisce col consumare troppa energia rispetto a quanta gliene serva effettivamente per le transazioni.

Un altro motivo di controversia per il bitcoin è l’accesso libero ai dati sulle transazioni. Le informazioni, naturalmente, non specificano né i nomi delle parti né il riferimento di pagamento. Ma questo non toglie che alcune informazioni sensibili dei partecipanti potrebbero diventare disponibili se qualcuno lo desiderasse veramente. Un buon esempio potrebbe essere l’indagine indipendente di Wizsec in merito al caso di appropriazione indebita che ha avuto come protagonista il primo exchange ufficiale di bitcoin, Mtgox.

Nonostante tutti questi inconvenienti, il bitcoin rimane la prima criptovaluta, “l’oro digitale”. Le ragioni principali di questo primato sono la popolarità acquisita a livello mondiale e la reputazione di asset in costante crescita, così come la diffusione del suo utilizzo: il bitcoin è accettato e scambiato in molte piattaforme online. Non ultima va menzionata l’alta qualità del suo protocollo, cosa che per ora non si può dire per quanto riguarda maggior parte delle altcoin, le criptovalute alternative ai bitcoin.

 

 

Ethereum

Anno di creazione: 2014
Simbolo: ETH
Capitalizzazione di mercato: 28 mld $
Tasso di crescita annuo: 22 volte

Ethereum (o meglio ancora il token ether) non è la prima altcoin, ma è divenuto lo stesso il principale concorrente del bitcoin. Il suo market cap ha raggiunto il miliardo di dollari già a settembre 2016.

Una delle caratteristiche che hanno contribuito al successo di Ethereum è che è possibile utilizzarlo come metodo di pagamento e per registrare transazioni con altri asset senza dover seguire le procedure legali standard. Secondo i suoi sviluppatori, Ethereum è il “criptocarburante” degli smart contracts.

L’altra differenza tra ETH e il bitcoin è l’opportunità di passare a un metodo di emissione molto più sostenibile: POS (proof of stake). Con questo algoritmo il network consumerà solo l’energia di cui ha effettivamente bisogno per le transazioni. Il peso dei voti e le ricompense per il mining saranno basati non sulla capacità di calcolo, ma sull’ammontare degli asset detenuti dai partecipanti. In un certo senso, sarà simile a un tasso di interesse di un deposito bancario: più denaro avete, maggiore profitto si ottiene.

Ethereum diviene più popolare di giorno in giorno e sono sempre di più i servizi che lavorano quotidianamente con BTC e ETH. Le prestazioni e le potenzialità d’uso di ETH sono oggettivamente superiori a quelle di BTC, il che rende lo un investimento senza dubbio interessante.
Bitcoin Cash

Anno di creazione: 2017
Simbolo: BCH
Capitalizzazione di mercato: 7,5 mld $
Tasso di crescita annuo: 2,1 volte

Bitcoin Cash è stato generato da una recente scissione (hard fork) di BTC in due valute con differenze tecniche minime.

Nel 2017 sono stati in molti a lamentare un’eccessiva lentezza delle transazioni presso gli exchanges di bitcoin.

A volte l’elaborazione di una singola transazione richiedeva diversi giorni. Tutto ciò non fece altro che gettare un’ombra sul futuro di BTC.

Per risolvere questo problema è stato deciso di introdurre una modifica radicale al protocollo della blockchain della criptovaluta.

Tuttavia i bitcoiners non sono riusciti a trovare un accordo su quanto dovesse essere radicale questo cambiamento.

La maggioranza ha votato a favore di SegWit2x, un aggiornamento che prevede il raddoppio delle dimensioni dei blocchi della blockchain.

Altri invece hanno pensato che si trattasse solo di una misura di ripiego e hanno votato in favore di una proposta per rendere i blocchi otto volte più grandi, preservando la vecchia struttura dei dati. In questo modo quello che oggi viene chiamato bitcoin (BTC) è l’opzione più moderata (blocchi di 2 MB), mentre Bitcoin Cash (BCH) è più radicale (blocchi di 8 MB).

Il pericolo più grande per BCH è che la blockchain si ingrandisca troppo presto, ed è già abbastanza grande.

Di certo adesso Bitcoin Cash è molto meno popolare del BTC e anche il suo tasso di crescita è di molto inferiore. Tuttavia non possiamo escludere che in futuro BTC non si debba trovare nuovamente ad affrontare dei problemi relativi alla velocità delle transazioni, mentre BCH è molto meglio equipaggiato su questo fronte.

Nel lungo periodo potrebbe essere BCH (e non il bitcoin originale) a dimostrare di essere il metodo di pagamento più conveniente e popolare. Ad ogni modo, per ora il rapporto tra il numero delle transazioni e la massa monetaria di Bitcoin Cash è molto più basso rispetto a quello del bitcoin classico.
Ripple

Anno di creazione: 2012
Simbolo: XRP
Capitalizzazione di mercato: 7 mld $
Tasso di crescita annuo: 23 volte

Allo stesso modo di Ethereum, Ripple vuole essere molto più di una semplice moneta digitale. Si tratta a tutti gli effetti di un sistema di pagamento completo che può essere utilizzato anche per le transazioni con valute fiat.

XRP, il token di Ripple, è solo una parte di questo sistema. Di certo il prezzo, il concept e la sicurezza hanno contribuito a rendere Ripple più attraente per le banche rispetto alle classiche criptovalute come BTC.

Colossi finanziari come UniCredit, UBS, Santander già lo utilizzano nei loro progetti sperimentali.

L’idea alla base di questo sistema è completamente diversa da quella dietro al bitcoin. Laddove molti considerano il bitcoin come a una sfida anarchica ai governi e ai loro sistemi di pagamento, Ripple invece è un modo per unire vecchia economia e nuove tecnologie.

Questo è il motivo per cui XRP ha una propria nicchia di mercato e non è davvero un rivale del bitcoin e della maggior parte delle altre criptovalute.

Sebbene anche Ripple abbia registrato una flessione dopo il divieto delle ICO e la stretta sugli exchange in Cina, al pari di tutte le altre altcoin, il sostegno delle grandi banche occidentali conferisce comunque una rete di protezione abbastanza sicura. E a differenza di molte altre criptovalute, il suo valore non dipende dalla speculazione.

 

Litecoin 

Anno di creazione: 2011
Simbolo: LTC
Market cap: 3 mld $
Tasso di crescita annuo: 16 volte

Questa è una delle altcoin più antiche: era in giro anche quando solo pochissime persone sapevano che cosa fosse bitcoin.  Proprio come Bitcoin Cash, questa valuta è stata creata come un “clone” di BTC e sempre allo stesso scopo: aumentare la velocità dei pagamenti.

La differenza principale tra il vecchio BTC (prima del 2017), il nuovo BTC, BCH e LTC è il modo in cui i dati vengono registrati nella blockchain.

LTC e il nuovo BTC utilizzano approssimativamente lo stesso sistema, SegWit. BCH e il vecchio BTC utilizzano la classica blockchain del bitcoin ma con dimensioni del blocco diverse.

LTC e le sue transazioni più rapide hanno attirato gli investitori e per qualche tempo sono state considerate un grave pericolo per il monopolio del bitcoin.

Nella seconda metà del 2013 il valore del LTC è cresciuto da circa 1 dollaro a 50 dollari. Questa dinamica si è poi rivelata una bolla speculativa, e nel 2014 il tasso è tornato quasi al valore precedente e vi è rimasto per molto tempo.

Solo nel giugno 2017 LTC ha superato il massimo storico fissato nel 2013.

Rispetto alle criptovalute più recenti e più innovative, Litecoin non ha vantaggi tecnologici particolari. Era tra i pionieri della rivoluzione apportata dall’introduzione dal bitcoin e proprio per questo oggi molte persone lo conoscono e ne fanno uso. Inoltre spesso viene incluso nei wallet multivaluta.

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