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Perché Apple ha comprato Shazam?

Shazam in azione.

Ieri un accordo di compravendita ha fatto parlare molto di sé nel mondo tech: Apple ha messo le mani al portafogli per assicurarsi il controllo di Shazam, la più celebre (e longeva) app di riconoscimento di canzoni e clip audio in generale. Inizialmente riportato dal sito specializzato TechCrunch la settimana scorsa, il deal secondo le fonti (Recode) stato chiuso a 400 milioni: una cifra lontana dal miliardo di dollari a cui Shazam era stata valutata dopo il suo ultimo round di finanziamenti, ma che rispecchia la difficoltà dell’azienda nel trovare un business model percorribile. Nel 2016, la società aveva chiuso con entrate per “soli” 54 milioni di dollari.

Perché, dunque, Cupertino ha deciso di spendere i suoi capitali per assicurarsi un’app non più sulla cresta dell’onda (o perlomeno molto meno di un tempo)? La prima risposta, la più ovvia, implica che Apple voglia servirsi del know-how di Shazam per migliorare la user experience di Apple Music, un servizio su cui sta puntando in maniera decisa; ma ci sono anche altri fattori in campo, a cominciare dalla concorrenza di Spotify, che tramite i referral finora ha ricevuto circa 1 milione di click al giorno da Shazam. Basterà questo a mettere i bastoni fra le ruote del principale concorrente di Apple Music?

Tra le altre cose, scrive The Verge, la compravendita potrebbe essere mirata a una maggiore integrazione delle funzioni dell’app con iOS, il sistema operativo degli iPhone (Shazam è già utilizzato da Siri, l’assistente virtuale del sistema). Per finire, Shazam da anni si dedica allo sviluppo di prodotti in realtà aumentata: la società ha implementato tecnologie di riconoscimento visivo e una piattaforma per brand interessati a investire nell’augmented reality.

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