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Il potere della conoscenza nasce dai big data

Il potere dei dati.

Spesso si sente dire che nell’era digitale le opportunità di business per i diversi settori dell’economia sono pressoché illimitate. Ogni giorno nascono occasioni digitali che consentono di connettersi meglio con i propri clienti, trovare formule innovative di collaborazione e sviluppare nuovi modelli di business. Tuttavia, l’innovazione e le innumerevoli possibilità digitali sono anche fonte di preoccupazione per i business model tradizionali, che temono il rischio di essere disrupted e non disruptors nei processi di cambiamento tecnologico (e di conseguenza economico). Queste sono state le due parole chiave di Jim Goodnight, fondatore e patriarca visionario di SAS Institute, durante l’Analytics Experience 2017 organizzato da SAS ad Amsterdam. La città è stata invasa dallo spirito SAS: erano presenti professionisti, thought leader, imprenditori e manager provenienti da tutti i continenti che si sono riuniti per vivere un’esperienza comunitaria unica, per confrontarsi sull’importanza degli analytics e sul ruolo che svolgeranno in alcuni dei principali trend emergenti come machine learning, Internet of Things (IoT) e intelligenza artificiale.

“Così come la nascita di Internet ha cambiato il mondo modificando praticamente ogni aspetto della nostra società, gli analytics hanno oggi il potenziale di fare lo stesso”, ha affermato Jim Goodnight. Se nel passato la conquista delle materie prime è stato il prerequisito per la crescita e lo sviluppo del capitalismo su scala globale, oggi sono i dati le vere risorse naturali da cui è impossibile prescindere. Infatti, lo spartiacque principale tra coloro che riescono a dominare e avvantaggiarsi delle innovazioni che provengono dal cambiamento tecnologico e coloro che restano indietro, risiede nella capacità di saper analizzare rapidamente i dati laddove vengono generati, e nella conseguente capacità di rendere i processi decisionali più veloci ed efficaci. Secondo Aristotele la materia informe rappresenta la potenza, mentre la forma rappresenta l’atto. Disporre di dati senza la capacità di poterli analizzare in maniera appropriata, equivale a disporre di un valore che non ha ancora raggiunto il suo potenziale. Dalla sua fondazione nel 1976,  è questo il potenziale che SAS riesce a trasformare in valore grazie a quelli che oggi il mercato riconosce all’unisono come analytics, strumenti software che permettono di trovare correlazioni tra dati, determinare trend, simulare scenari economici, segmentare clienti e condurre attività di data e text mining.

“L’anno scorso è stato un anno molto buono. L’azienda ha avuto un aumento del fatturato del 3% e quest’anno il dollaro debole faciliterà le esportazioni statunitensi”, sostiene Goodnight.  Il suo ottimismo però, va ben oltre le possibilità della crescita economica. La forza del suo messaggio è da sempre quella di un leader visionario che guida con lungimiranza le innovazioni dell’azienda che ha creato da zero.  “Nell’ultimo anno”, dice Goodnight, “ci siamo concentrati sulle reti neurali, come le reti convoluzionali, ma anche sul miglioramento delle tecniche per il riconoscimento vocale e delle immagini e sui modelli che sottostanno ad esso”.  L’obiettivo di SAS è riuscire a rendere accessibile le nuove tecnologie legate all’intelligenza artificiale a tutto il suo spettro di prodotti. Trovare correlazioni tra molteplici fonti di dati diversi è “la sfida più importante per ogni organizzazione che spera di riuscire a farlo attraverso iniziative data-driven”, dice Goodnight.

“I nostri data scientists, analisti, sviluppatori, domain experts e i nostri manager sono nelle condizioni di generare data-driven insights, con lo scopo di promuovere e accelerare la produzione di nuovi sitemi innovativi. In questo quadro, l’introduzione di SAS Viya è un passo in avanti importante per trend come il riconoscimento delle immagini, il deep learnning  e il natural language understanding e per risolvere problemi come la regressione logistica”, aggiunge Goodnight.

Jim Goodnight, ceo di SAS.

Le piattaforme di analytics continuano la loro evoluzione promettendo maggiore semplicità per chi deve usare funzioni di analisi dei Big Data e anche integrarle in applicazioni o servizi propri. Presto tutte le aziende avranno più dati in cloud che nei propri datacenter e SAS Viya è da intendersi come un’architettura che già nasce per essere eseguita in cloud e per essere aperta. “SAS Viya diventerà certamente il nostro nuovo motore di crescita. Non solo si imporrà sul nostro normale processo, lo renderà mille volte più veloce” afferma Goodnight.

Nel corso dei decenni SAS è riuscita ad imporsi come leader indiscusso per gli analytics in quasi tutti i settori dell’economia dal retail ai servizi finanziari, dalle telecomunicazioni, alle aziende farmaceutiche, dalle agenzie governative alle società di entertainment e al settore educativo. Guardando al prossimo futuro e in particolar modo al mercato italiano, i due settori che subiranno le trasformazioni più interessanti in termini di  analytics sono i settori assicurativo e sanitario. “Il mondo delle assicurazioni sta ripensando come assicurare i propri clienti. Dalla tariffa pay per use a un’assicurazione più estesa e più personalizzata. Grazie al mondo Internet of Things, il settore assicurativo potrà avere numerosi benefici: macchine e individui connessi potranno contribuire alla digitalizzazione, verso un utilizzo e un’analisi dei dati sempre più spinta. Società come Octo Telematics, ad esempio, specializzata nella fornitura di sistemi e servizi telematici per il mercato assicurativo e automotive rappresenta una best practice di implementazione di tecnologia IoT e analytics”, dice Marco Icardi, ceo di Sas Italia.

Poter condividere dati è un elemento molto importante anche nella risoluzione di situazioni critiche, come possono esserlo la diagnosi di malattie o il trapianto di organi. “I wearable device”, ad esempio, “possono migliorare significatamene il nostro benessere. Grazie all’analisi dei dati che raccoglie il device, si può prevedere ad esempio un infarto e preallertare in modo autonomo i soccorsi, ma anche innescare un nuovo dialogo con il medico di fiducia”, aggiunge Icardi.
Tuttavia, SAS lavora da tempo anche con il mondo dell’istruzione per stimolare l’interesse sui temi di big data e analytics. SAS, infatti, è presente in 40 università italiane con attività di didattica e di ricerca, tra cui master, corsi curricolari, percorsi di preparazione alla certificazione. È attivo anche SAS Digital Learning, il portale della formazione in lingua italiana in cui vengono condivise best practice e approfondite tematiche di data management, data visualization e advanced analytics.

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