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L’annata record delle bollicine Ferrari, un messaggio in bottiglia per il vino italiano

Matteo Lunelli, presidente del gruppo Lunelli

Socievole, garbato, ma frizzante esattamente come le sue bollicine. Quelle marchiate Ferrari, di cui è presidente. Matteo Lunelli terza generazione dell’omonima famiglia che dal 1952 detiene la proprietà delle cantine Ferrari (nate nel 1902), sente su di sé quella che lui stesso definisce “la responsabilità di rigenerare”.

E questo nonostante Ferrari sia il marchio italiano di bollicine più noto e riconosciuto nel mondo, un made in Italy trentino doc, che si è aggiudicato la nomination di Sparkling Wine Producer of the Year 2017, nel concorso internazionale “The Champagne&Sparkling Wine World Championship”, la più prestigiosa competizione internazionale nel settore.

L’interno di una cantina Ferrari

Eppure non basta. Il perché lo spiega proprio Lunelli: “Sono in azienda, insieme ai miei cugini Camilla, Alessandro e Marcello (cui si affianca il direttore generale Beniamino Garofalo, ndr), che ricoprono ruoli diversi, con un impegno preciso: coniungare una lunga tradizione di produzione di qualità trentina doc con l’innovazione che il mercato e il consumatore richiedono”. “Perciò – prosegue Lunelli – non ci fermiamo”.
Così Ferrari ha chiuso il 2017 con un anno record in un mercato che è tornato a dare segnali positivi.

Merito anche della passione che si percepisce dalle parole di Lunelli mentre racconta i suoi prodotti: “Ogni bottiglia Ferrari – dice – è un episodio unico: penso ad un Giulio Ferrari d’annata per intenditori oppure a un mathusalem da aprire tra amici per festeggiare un evento importante. Le bollicine restano per eccellenza l’espressione di socialità più alta che incontra tutti e che ben si coniuga con ogni tipo di piatto. Siamo contenti e onorati che Ferrari spesso sia anche scelto per prestigiosi brindisi. Brindisi che nei grandi formati anche in occasione delle festività, sono quelli più ricercati perché capaci di mixare bene le esigenze di qualità nella quantità, con un bottiglia il cui formato anche dal punto di vista tecnico fa la differenza.”

Una bottiglia di Giulio-Ferrari Riserva del Fondatore Trento doc

Una passione che Lunelli ha voluto portare anche fuori dalle cantine. “Per questo – spiega – è nato il progetto Spazio Bollicine che – dapprima quasi per scherzo, nel 2006, a Madonna di Campiglio, e poi a Porto Cervo con spazi degustazione – ci ha permesso di ideare un format adatto e costante che oggi racconta Ferrari presso gli aereoporti di Milano, Linate e Malpensa, e Roma; in particolare a Fiumicino, il menù è di uno chef stellato Michelin”. Stelle che in casa Ferrari brillano anche per la Locanda Margon, ristorante delle Cantine Ferrari, che ha conquistato due stelle Michelin con lo chef Alfio Ghezzi.

Uno dei vigneti Ferrari

Ne emerge il quadro di un gruppo composito, dove le bollicine sono sì protagoniste, ma non da sole. Il gruppo Lunelli annovera infatti anche Tenute Lunelli, acqua Surgiva, Grappa Segnana e il prosecco di Bisol Valdobbiadene. E ancora, qualora dovessero presentarsi le occasioni giuste, potrebbe non essere finita. Chissà, magari tra i vini fermi, dove ancora il gruppo non ha una sua presenza. “Siamo un bel gruppo di 250 persone – dice Lunelli – che quest’anno arriva a fatturare 100 milioni di euro e guarda al mercato, italiano ed estero, ricercando opportunità magari anche svolgendo il ruolo di aggregatore in un mercato frammentato quale è quello del vino”.

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