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Chi sono i nuovi talenti della moda italiana

Special project di M1992.

L’industria del tessile-moda italiano, un comparto da circa 53 miliardi di euro di giro d’affari nel 2016 secondo i dati elaborati da Smi-Sistema moda Italia, è pronta a scommettere su una nuova generazione di giovani creativi. A confermarlo è un’ampia rosa di marchi e designer emergenti italiani che hanno partecipato, catturando le dovute attenzioni, alle ultime edizioni di Pitti immagine uomo e di Milano moda uomo, entrambe dedicate alle collezioni autunno-inverno 2018/19.

Pitti Immagine Uomo, il salone fiorentino di riferimento per le collezioni di moda maschile e per il lancio di progetti lifestyle a dimensione globale, si impegna ad ogni sua edizione a dare spazio ai nuovi creativi. A cominciare da Pitti Italics, il programma di Fondazione Pitti Immagine Discovery che promuove e supporta le nuove generazioni di fashion designer e i marchi più interessanti che progettano e producono in Italia, che ha visto come protagonista Magliano, brand fondato dallo stilista bolognese Luca Magliano, vincitore del concorso di scouting promosso da Vogue Who is on next? Uomo 2017. Il marchio, prodotto dalla Arcari & co, newco che controlla brand tra cui Hache e Ter et Bantine, e giunto alla sua quarta stagione, è salito per la prima volta in passerella con una sfilata alla Dogana per svelare il suo guardaroba per uomo innamorato, in una mescolanza di rievocazioni che parte dai classici maschili per legarsi ai personaggi della storia e ai sex symbol degli anni ‘50.

M1992 di Dorian Stefano Tarantini, è invece stato special project della manifestazione fiorentina, frutto della collaborazione con Cnmi-Camera nazionale della moda italiana. Il marchio, rebranding di Malibu 1992, vede in prima linea il designer, dj e influencer milanese, affermatosi all’inizio della sua carriera come direttore creativo all’interno dello storico club Plastic. Dopo avere sfilato per due volte a Milano lo scorso anno, il brand ha svelato il suo nuovo corso con un defilé, anch’esso negli spazi della Dogana, caratterizzato da uno stile dalle contaminazioni sperimentali tra arte multimediale, musica e moda.

Backstage di Magliano.

Tra le new entry della kermesse, lo stilista bresciano Vittorio Branchizio, vincitore di Who is on next nel 2015, che ha lanciato –insieme al maglificio Baroni – Heat, un brand di capispalla in maglia, waterproof e reversibili, realizzati con lane italiane. Per la nuova collezione il designer, arruolato come creative director, ha rivisitato le tute da sci degli anni ‘80 per trasformarle in tre capi: il bomber, l’husky e il parka, declinati in una gamma di una ventina di pezzi. La caratteristica dei capispalla è quella di essere fatti in maglieria calata, realizzata con un filo speciale che si gonfia a effetto matelassé. La sezione Make: The new makers di Pitti, presso la Sala della Ronda, ha infine presentato una nuova generazione di artigiani da tutto il mondo. Tra i marchi tricolori emergono Numero 10, azienda bolognese specializzata in abbigliamento in pelle, borse e valigeria, Progetto Fede, con base a Forlì e Stefano Cau, brand comasco che realizza accessori, giacche e camiceria.

Nell’ambito di Milano moda uomo invece, che ha portato in scena oltre 30 show, molti dei quali co-ed (ovvero dedicati non solo al menswear ma anche alla collezioni donna) Isabel Benenato è salita per la prima volta in passerella. La label della designer napoletana emergente Isabel Vitiello, presentata nel 2008 al salone milanese White, ha portato in scena un guardaroba total-black, tra forme e sovrapposizioni dal cuore cosmopolita, e realizzato in tessuti naturali. Grazie al supporto di Cnmi, hanno inoltre debuttato nel calendario ufficiale Sartorial Monk, brand dello stilista pugliese Sabàto Russo, Sunnei fondato dal duo creativo Simone Rizzo e Loris Messina, e Federico Curradi, marchio eponimo del designer fiorentino lanciato a Pitti uomo a gennaio 2016.

In tema presentazioni invece, per la prima volta sono entrati in calendario Big Uncle, marchio italiano d’abbigliamento maschile fondato da Riccardo Moroni e Sabino Iebba, Maurizio Miri, specializzato nella giacca maschile e nato dalla creatività del designer bresciano Maurizio Mangano, e infine M140, abbreviazione di Milano140, che prende il nome dall’indirizzo del primo laboratorio artigianale dell’azienda, situato in un piccolo Paese del Nord Italia. Oggi il brand è guidato dai giovanissimi Michele Canziani, terza generazione di famiglia e Stefano Ghidotti.

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