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Le startup italiane si presentano a Hong Kong

Lo skyline di Hong Kong al tramonto-2

Hong Kong è da sempre svincolo di affari, capitali e merci fra la Cina e il resto del mondo, quindi luogo previlegiato per stabilire gli uffici asiatici di società internazionali o trovare partner locali con cui collaborare. In epoca recente questo tratto distintivo si è ulteriormente accentuato grazie a un diritto societario e monetario di stampo internazionale, alla presenza di due lingue ufficiali, il cinese e l’inglese, e alla sua posizione geografica. Hong Kong è infatti una penisola del Guangdong (la provincia più industrializzata della Cina). A tali fattori si è aggiunta la priorità decisa dal governo sui temi dell’innovazione.

Proprio in tale direzione è nata l’iniziativa Italy – Hong Kong Innovation Road, che ha visto una delegazione di aziende innovative italiane, accompagnate da istituzioni e professionisti, visitare Hong Kong dal 16 al 18 gennaio alla ricerca di nuove opportunità commerciali.

Italy Hong Kong Innovation Seminar

Ai lavori dell’Asian Financial Forum e soprattutto alla sessione Deal Flow hanno partecipato 13 aziende, startup o imprese consolidate che hanno avuto modo di incontrare potenziali investitori. L’evento ha visto un totale di oltre 400 progetti, 170 investitori (fondi, venture capital e business angel), e 600 incontri, alcuni dei quali nati spontaneamente durante tutta la giornata. All’Hong Kong Science and Technology Park (HKSTP), centro di ricerca e incubatore di società tecnologiche sostenuto dal governo locale, alcune delle istituzioni promotrici e le aziende hanno potuto presentarsi a possibili controparte cinesi. Fra le istituzioni, ci sono stati gli interventi di Ruben Sacerdoti della Regione Emilia Romagna e quello di Vittoria Carli di Unindustria.

La locandina della manifestazione

Tra le aziende, quattro in particolare hanno suscitato l’interesse dei presenti.

Guido Morelli ha presentato CoeLux, un sistema di illuminazione che simula la luce solare; consiste in un apparato (molto più complesso e profondo di uno schermo) da incassare nelle pareti o sul tetto di stanze prive di finestre per dare all’ambiente una luminosità naturale e un effetto cielo infinito all’occhio umano al pannello visibile (di dimensioni simili a una finestra).

Avanix di Michele Maltese è un’azienda specializzata nella realizzazione di piccoli apparati indossabili e connessi a internet (quindi a sistemi di controllo o allerta) per monitorare la salute e lo stato della persona che li indossa: gli strumenti vanno da un sistema per il monitoraggio di pazienti con Alzheimer a ciucci per bambini che valutano la qualità del respiro e la posizione.

Donato Gagliardi è l’ideatore di GlassUP,  startup che realizza degli occhiali-schermo (o meglio una leggera maschera da lavoro), collegati a un piccolo strumento da legarsi in vita. Sono stati sviluppati per permettere la manutenzione di macchinari a distanza: un operatore nella sede di lavoro li indossa e un esperto a migliaia di chilometri grazie alla realtà aumentata lo indirizza nella manutenzione del macchinario.

Sara Frasca ha illustrato il sistema IsCleanair (coperto già da vari brevetti internazionali), che con un macchinario di dimensioni simili a una vending machine purifica l’aria circostante abbattendo inquinanti di tutti i generi e anche le polveri sottili (cosa non possibile con sistemi di filtrazione ordinari); la tecnologia è pensata per aree di lavoro, scuole e perfino per ambienti all’aperto, dove l’effetto di un macchinario è significativo fino a una distanza di 25 metri.

L’evento si è poi concluso presso la sede Deloitte di Hong Kong con un seminario a cura del Dipartimento Italia gestito da Olderigo Fantacci, e con la presenza del Console Generale d’Italia Antonello De Riu, dove vari professionisti hanno illustrato a potenziali investitori le opportunità rappresentate dalle aziende italiane che localizzano a Hong Kong le loro attività asiatiche.

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