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“Insegniamo al corpo come curare il cancro”

Riccardo Sabatini
Riccardo Sabatini, scienziato e imprenditore.

Cappellino in testa, jeans e maniche della camicia tirate su. Uno speech breve quello sul palco del SingularityU Summit, evento internazionale che per la prima volta è sbarcato a Milano lo scorso ottobre, ma tanto è bastato per avere la sensazione di essere di fronte a qualcuno che sta cercando di fare qualcosa di unico in campo scientifico. Riccardo Sabatini, scienziato e imprenditore trantaseienne nato a Cremona, informale e “pretty-confident”, come si definisce lui stesso in uno dei suoi tanti inglesismi, sta dedicando tutta la sua vita a decifrare il codice più complesso mai scritto, che costituisce da millenni la base di ogni forma di vita: il Dna. 

“Quando ero piccolo”, racconta con fervore Riccardo, “domandavo sempre a mia mamma: «ma come funziona il corpo umano? Perché devo prendere le pillole per il mal di testa?». Avevo il sospetto che ancora nessuno sapesse in realtà come funzionasse davvero la medicina”. Uno scetticismo che l’ha accompagnato durante la sua adolescenza, alimentando la sua curiosità nel corso degli anni. “A 14 anni, mentre tutti i ragazzi sognavano un motorino”, ricorda ancora, “io ho voluto in regalo un manuale di diagnosi medica”, senza comunque rinunciare a una mitica Fantic Caballero. Una passione che ha coniugato con quella per la tecnologia, tanto che verso la fine del liceo Riccardo ha anche fatto parte di una comunità di cosiddetti white hacker, “dove lavoravo su security e sviluppo software con altri amici nerd”. 

Dopo la laurea in fisica, Riccardo si è poi specializzato in intelligenza artificiale e sistemi complessi, dalla scienza dei materiali ai mercati finanziari, alla genomica computazionale e allo sviluppo di farmaci. Un incastro di interessi che è stato poi il fulcro di tutta la sua attività. Delle sue plurime attività. Perché Riccardo è stato direttore di FoodCast, progetto di ricerca dell’Unione europea per la previsione dei mercati dei prodotti alimentari; membro fondatore di Aiida e della Quantum Espresso Foundation, la più grande piattaforma open source per la modellazione quantistica dei materiali. E ancora: co-fondatore del Refugee Action Hub Center – ReAct – del Mit (Massachusetts Institute of Technology), progetto educativo delle popolazioni sfollate in tutto il mondo; consulente e sostenitore della Human Code Foundation, organizzazione benefica incentrata sulla diffusione scientifica sulla genomica e sulla salute; co-fondatore per uno snodo di Impact Hub. E, non da ultimo, autore in riviste scientifiche di massimo livello, consulente per aziende Fortune500, inventore di diversi brevetti in biotecnologie e IT, angel investor e membro del consiglio di amministrazione per startup nel campo dell’intelligenza artificiale. 

“Lavoro in maniera molto hectic. Frenetica. La mattina sei al lavoro sulla parte di biologia molecolare, il pomeriggio vai a discutere al Mit riguardo a una piattaforma che insegna ai ragazzi sfollati del Libano a programmare online, la sera incontri un tuo amico investitore e discuti come portare sulla blockchain nuovi farmaci. Poi torni a Cremona e durante una cena a base di torta fritta e salame, che adoro, ti trovi a discutere su come l’ingegneria genetica possa aiutare un bambino attraverso una Fondazione umanitaria”. 

Next chapter – altro inglesismo – l’incontro che ha segnato forse più di tutti la sua vita professionale è stato quello con Craig Venter, figura controversa e guru californiano della genomica umana, l’uomo che per primo ha sequenziato il Dna e che nel 2013 ha fondato Human Longevity, unicorno della Silicon Valley da 1,9 miliardi di dollari, che studia l’intersezione tra genomica e intelligenza artificiale, con lo scopo di rallentare il processo di invecchiamento umano e far superare a tutti i 120 anni di età. Durante il periodo gomito a gomito con Venter come responsabile della ricerca, Sabatini ha raggiunto la consacrazione a livello mondiale grazie al suo intervento sul prestigioso palco del Ted, cicli di conferenze delle menti e idee più brillanti del mondo, che in passato ha ospitato celebrità del calibro dell’ex presidente degli Usa Bill Clinton, dei cofondatori di Google, Sergey Brin e Larry Page, e del fondatore di Microsoft Bill Gates. In quell’occasione Sabatini spiegò come, con il suo team, erano riusciti a sviluppare un algoritmo in grado di ricostruire l’altezza, il peso e parte del viso di un individuo partendo da una singola goccia di sangue. 

Un approccio che ha incuriosito persino il primo inquilino della Casa Bianca. Nel 2016 l’allora presidente Barack Obama ha selezionato Riccardo come young innovator in health e l’ha invitato, unico europeo, alla The White House Frontiers Conference 2016, un appuntamento sulle varie forme di innovazione nella scienza e nelle tecnologie e su come queste possano contribuire al progresso della medicina e della salute. “Ho ricevuto ben tre mail dalla Casa Bianca, ma le ho sempre cancellate perché credevo fossero spam”, ammette divertito Riccardo. “Alla fine mi hanno mandato una lettera normale per posta in cui c’era scritto «Ehi, il presidente Obama vorrebbe parlarti!». E così ho partecipato alla conferenza alla quale peraltro mi sono presentato con un outfit casual, con mocassino e senza calzino, a discutere di scienza di fronte a persone in giacca a cravatta e allo stesso Obama, scatenando svariati commenti ironici su Twitter”. 

La continua voglia di innovazione ha spinto il giovane cremonese a mettersi in proprio. “Quando sono andato nell’ufficio di Venter per esporgli il mio desidero di intraprendere una nuova avventura e lasciare quindi Human Longevity gli ho detto «Craig, I have a dream!». Lui mi avvertì: «Lo sai che quello che vuoi fare richiederà molto tempo e potresti vedere dei risultati solo tra 15 anni?». E io ho risposto: «Ti eri spaventato quando ti hanno posto gli stessi dubbi sulla mappatura del genoma umano?». Allora lui intuì che stavo mirando a qualcosa di grande: «Ok, vai. E fammi sapere se hai bisogno di aiuto»”. 

E ora Riccardo vive a Boston dove lavora con Orionis Biosciences, azienda di cui è parte della leadership, fondata nel 2015 e attiva nel campo dell’healthcare, con l’obiettivo di creare per la prima volta nella storia il farmaco-genoma: il modello di interazione della molecola con tutto il corpo. “In sintesi”, confida Riccardo, “il cancro hackera letteralmente il nostro sistema immunitario. Se riusciremo a rimuovere quei blocchi e a stimolare il sistema a livello molecolare, abbiamo fatto bingo. Le molecole che facciamo fanno proprio questo: riprogrammano il sistema immunitario, senza effetti tossici e con possibilità di funzionare su ogni forma di cancro”. Riccardo però non smette di reinventarsi e pensare a nuovi progetti. “Tra dieci anni potrei tornare in Europa e concentrarmi su quella parte del corpo umano di cui ancora non mi sono occupato: il cervello”. E sempre con quella passione e costanza di chi ha a cuore il progresso dell’intera umanità, perché “la cosa più bella che puoi fare nella tua vita è guadagnare un miliardo di dollari salvando un miliardo di persone”.

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