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È arrivato l’airbag per i ciclisti (e funziona)

Hövding, rispettivamente in versione collare ed espansa.

A Malmö, la terza città della Svezia per popolazione, ha sede Hövding, una compagnia fondata da due giovani studentesse dell’Università di Lund per migliorare la sicurezza dei ciclisti. Il loro prodotto è un collare dall’apparenza, se non proprio elegante, quantomeno discreta, che in caso di urto improvviso si gonfia e può salvare la vita della persona in sella.

Avere una bicicletta e usarla quotidianamente è una consuetudine molto diffusa in Svezia, eppure i dati dicono che nel Paese scandinavo solo il 30% dei ciclisti utilizza regolarmente un casco protettivo. Una legge del 2005 li ha resi obbligatori per i bambini, e da allora il dibattito si è acceso ulteriormente. L’Unione Europea, col suo piano comunitario di sovvenzioni Horizon 2020, ha concesso 1,37 milioni di euro in finanziamenti a Hövding, che li ha utilizzati per sviluppare un congegno capace di attivarsi entro 0,1 secondi dalla collisione, che ha già protetto i ciclisti in 1300 casi documentati.

Oltre 62mila elmetti sono già stati venduti in 16 Paesi europei e in Giappone, i mercati in cui Hövding ha reso disponibile il suo collare da indossare intorno al collo. Hövding, oltre che meno invasivo del casco tradizionale, sembra essere anche più efficace: i dati diffusi dall’azienda dicono che previene i danni da incidenti in sella fino a 8 volte in più delle protezioni comuni.

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