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10 mete italiane (non scontate) da far conoscere al mondo

Costa dei Trabocchi, provincia di Chieti

Per il suo patrimonio storico, culturale e paesaggistico, l’Italia può essere considerata il Paese dei tesori nascosti. Ecco alcune mete scoperte da ForbesITALIA nell’ambito della Bit 2018.

Canale di Tenno (Trentino Alto Adige)

A pochi chilometri dall’affollato e turistico lago di Garda, si può trovare pace in un borgo dall’anima tutta medievale, tanto che si hanno notizie di questo luogo già dal 1211. Per vivere al meglio questo borgo incantato, è suggerito arrivare al mattino presto o al tramonto quando i colori rendono l’atmosfera mistica, sospesa tra il Garda e le montagne. È bello perdersi tra i suoi vicoli, le sue strade strette e le volte basse, tra le dimore in pietra, i selciati di ciottoli con sopra la testa poggioli in legno praticamente rimasti inalterati nei secoli. A pochi minuti a piedi dal centro, si può raggiungere, con un comodo sentiero, il lago di Tenno, considerato il più pulito del Trentino. Colori turchesi e acque così limpide che è quasi impossibile resistere alla tentazione di fare un tuffo. È bene ricordarsi di portare il costume. Un luogo permeato di arte. Perché questa affascinante contrada si è trasformata in luogo di ritrovo di pittori e musicisti. Ispirati dalla bellezza del luogo, gli artisti hanno trascorso e trascorrono ancor oggi un periodo di vacanza nella Casa degli Artisti con l’unico obbligo di donare una propria opera alla fine della permanenza. Da Tenno, poi, volendo partono splendidi itinerari di trekking, come quello per andare ai rifugi di SanPietro e Monte Misone.

Parco del Sile (Veneto)

Si parte dalle mura della bella Treviso e si va verso il mare. In bicicletta. La Restera, come la chiamano i locali, è l’incanto della ciclabile del Sile, il più lungo fiume di risorgiva d’Europa, che nasce e scorre interamente nella pianura veneta, tra Treviso e Venezia, con caratteristiche meritevoli di essere tutelate da un parco. Il primo tratto del fiume è il più interessante dal punto di vista naturalistico con la zona delle sorgenti, ricca di boschi, pozze, aree umide e prati, rive basse e paludose. Da non perdere la ‘Grande Quercia’, uno splendido, isolato esemplare di Farnia, dal quale è possibile raggiungere la cosiddetta torbiera. Ma l’ambiente forse più interessante, ricco di specie animali e vegetali, è la ‘Palude’, l’ultimo lembo sopravvissuto alle secolari opere di bonifica, che si conclusero solo negli anni ’60 del ‘900. È stato inoltre da poco inaugurato l’ultimo tratto della Greenway del Sile da Portegrandi a Caposile. Il percorso raggiunge prima Caposile poi prosegue fino a Jesolo. Senza dimenticare che un altro bel modo per visitare il parco è percorrere il fiume in barca.

Corinaldo (Marche)

Corinaldo

Corinaldo è avvolto da possenti mura di cinta risalenti al 400 percorribili a piedi. La camminata sulla cerchia è lunga 912 metri. Le porte, i baluardi, le torri di difesa, i merli ghibellini a coda di rondine, i camminamenti di ronda contrassegnano il paesaggio di questa città fortificata dove si ha l’impressione di tornare indietro nel tempo. Da non perdere è la Piaggia, una scalinata di cento gradini verso cui convergono le case in mattoni rossi disposte a spina di pesce. E, dopo una visita alla città, immancabile una sosta gastronomica, d’inverno all’interno di suggestivi locali medievali o d’estate, in piacevoli terrazze al sole. Sono da provare i passatelli in brodo di cappone. In qualunque periodo dell’anno si possono poi provare i vincisgrassi, una versione regionale delle lasagne con un sugo arricchito di rigaglie di pollo e l’oca al forno, in passato piatto tradizionale del giorno di Ferragosto.

 Costa dei Trabocchi (Abruzzo)

Sorgono come sentinelle sul mare, lungo la costa tra Ortona e Vasto, i trabocchi che D’Annunzio ha paragonato a “ragni colossali”, “macchine che parevano vivere di vita propria”. Antiche costruzioni in legno, armoniose nel loro gioco di fili e corde, impreziosiscono questo tratto di litorale; alcuni sono stati trasformati in caratteristici ristoranti che stupiscono con deliziosi piatti a base di pesce dell’Adriatico. I primi trabocchi si incontrano dopo Ortona, quando la costa abruzzese inizia a cambiare fisionomia, passando da spiagge basse e sabbiose a un paesaggio più aspro e roccioso, frastagliato da scogliere e piccole insenature con calette ghiaiose, dove immergersi per osservare i fondali. Si concentrano soprattutto tra San Vito e Fossacesia e nel tratto di costa rocciosa di Vasto, dalla Riserva naturale di Punta Aderci fino all’inizio del litorale sabbioso di Vasto Marina. Imperdibile la vista che si apre su questo tratto di litorale dalla magnifica Abbazia di San Giovanni in Venere a Fossacesia. O quella del Promontorio del Turchino, così chiamato per le intense sfumature che il mare assume: un angolo reso ancora più suggestivo dalla presenza, tra aranceti e ginestre, di Villa Italia, l’eremo in cui D’Annunzio ha trascorso lunghi periodi, affascinato dalla bellezza dei luoghi. I profumi di oliveti, vigneti e agrumi dal mare accompagnano verso l’interno della costa punteggiato da graziosi borghi, tutti da scoprire.

Civita di Bagnoregio (Lazio)

Civita di Bagnoregio

Il borgo è assolutamente da vedere e subito, prima che diventi meta di troppi visitatori, stupisce per la sua posizione arroccata e isolata. Gli abitanti sono dieci. È detta “città che muore” perché il colle su cui sorge si sta lentamente sgretolando. Pare invece che Civita di Bagnoregio stia letteralmente rinascendo. Per accedere si pagano 5 euro nei giorni festivi e 3 euro in quelli feriali. Oggi al borgo si accede esclusivamente attraverso un ponte pedonale in cemento armato lungo 300 metri, costruito nel 1965. Un precedente ponte era stato fatto saltare dai tedeschi nel 1944, durante la II Guerra Mondiale. Un luogo bellissimo, comparso anche in qualche film (I due colonnelli del 1962 con Totò, Contestazione generale del 1971 con Alberto Sordi, Questione di karma del 2017 con Fabio De Luigi) e nel capolavoro di animazione La città incantata, del maestro giapponese Hayao Miyazaki.

Acerenza (Basilicata)

“Il nido d’aquila dell’alta Acerenza”: così il poeta latino Orazio descriveva una delle più belle cittadine dell’Alto Bradano, arroccata con fierezza a oltre ottocento metri sul livello del mare. Questa posizione strategica è stata, per secoli, croce e delizia di questo paese, conteso da Longobardi e Bizantini, conquistato dai Normanni, posseduto dagli Svevi, dagli Angioini e infine dagli Aragonesi. La sua Diocesi è una delle più antiche dell’Italia meridionale: qui ha soggiornato in qualità di arcivescovo Arnaldo, già abate di Cluny, che sognava per Acerenza una cattedrale maestosa, capace di dominare le valli, e per questo architetti francesi e maestranze lucane hanno ultimato la chiesa, rendendola così bella da togliere il fiato. Il luogo è denso di misteri e leggende. A cominciare da quella finestrella nella cripta della Cattedrale che secondo alcuni custodirebbe niente meno che il Sacro Graal. Alcuni studiosi sostengono poi che nella Cattedrale riposino i resti della figlia del conte Vlad III di Valacchia, meglio noto come il conte Dracula. Qui i maccheroni si tendono con le dita e l’olio è buonissimo.

Conca dei Marini (Campania)

Conca dei Marini

È il quarto comune più piccolo d’Italia, uno scrigno di bellezza nella Costiera Amalfitana, lontano dalla folla. Ad accorgesi di questo posto piuttosto unico sono stati in molti: dal re del teatro Eduardo De Filippo (che prediligeva alloggiare al Monastero), alla principessa Margareth d’Inghilterra, a Jacqueline Kennedy che amava fare il bagno nelle acque cristalline del suo mare. E poi il poeta Alfonso Gatto che dalla sua casa nel cuore del borgo ha scritto i suoi ultimi versi. Oltre alla famiglia Chandon e allo scrittore e regista Luciano De Crescenzo. Un modo piuttosto eccezionale di godersi questo luogo privilegiato è dormire al Monastero Santa Rosa Hotel & Spa. È un Luxury Hotel di fama internazionale ricavato dall’attenta ristrutturazione del complesso architettonico più imponente del paese: il Convento seicentesco delle Monache Domenicane costruito su un’altissima scogliera a picco sul mare.

Palazzolo Acreide (Sicilia)

Piccola città barocca dalle radici greche nella provincia di Siracusa, è uno dei centri abitati più antichi d’Italia, nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco. Distrutta nell’827 d. C. è rinata nel periodo medioevale. Ma Palazzolo è stata poi scoperta da viaggiatori europei nel periodo della rinascita, dopo il disastroso terremoto del 1693 e i loro diari di viaggio sono conservati al Museo dei Viaggiatori. Il paese, che ha 27 secoli di storia, è sospeso tra colline verdi e vallate dei Monti Iblei e la piccola comunità custodisce nelle trattorie e pasticcerie locali i segreti dell’antica cucina siciliana, racconta la sua storia in cinque musei eccellenti e nel Parco Archeologico dell’Antica Akrai, si emoziona nei luoghi sacri, sconvolgendo le anime con le feste religiose e si purifica immergendosi nella natura incontaminata circostante. Le chiese di Palazzolo sono capolavori barocchi. La Basilica di San Paolo e la chiesa di San Sebastiano, entrambi monumenti Unesco hanno un’importanza vitale per il paese che esplode durante la festa dei Santi, con i coloratissimi ‘nzareddi’, fuochi d’artificio e le sue processioni. A Palazzolo poi c’è il teatro greco più piccolo del mondo che ogni anno ospita il Festival internazionale del teatro classico dei giovani (quest’anno dal 14 maggio all’8 giugno): studenti da circa 80 scuole provenienti da tutto il mondo vengono a recitare. Una grande operazione di trasmissione della cultura classica. Merita una visita Cava Bauli, piccola ma rigogliosa vallecola a pochi chilometri. Le sue bianche pareti calcaree conservano uno degli esempi più enigmatici dell’architettura rupestre iblea: i mitici Ddieri. Attrezzandosi con scarpe comode da qui partono escursioni su sentieri non tracciati che attraversano un fitto e meraviglioso bosco.

Sperlinga (Sicilia)

Sperlinga

In provincia di Enna, questo luogo si trova tra i monti Nebrodi e le Madonie, nel cuore della Sicilia centrale. È stata definita ‘una regale dimora rupestre’, perché il borgo e il castello sono stati letteralmente scavati in una gigantesco deposito d’arenaria. Intorno ci sono bellissime escursioni. Il castello e il borgo rupestre, la parlata antica, il panorama eccezionale e la tranquillità sono alcuni dei motivi per i quali abbandonare i consueti itinerari per immergersi in una Sicilia nascosta, bellissima e genuina. Non inquinata e ossigenata dalla presenza di un esteso bosco naturale a roverella, ricco di fauna selvatica. Il profumo del bosco e l’aria fresca di montagna fanno venire voglia di partire per percorrere i tanti sentieri che si snodano per chilometri. Lontani dai rumori del mondo. E per scoprirsi in una delle masserie sparse per il bosco a gustare formaggio davanti a un buon bicchiere di vino rosso.

Gavoi (Sardegna)

Questo è il borgo della Barbagia famoso per il formaggio e perchè, a fine giugno di ogni anno, ospita il Festival della Letteratura. È circondato dai boschi del Gennargentu e ospita anche il palazzo Porcu-Satta, bell’esempio di casa padronale barbaricina. Non è distante dal golfo di Orosei e da Cala Gonone, tra i migliori posti della Sardegna per una vacanza al mare.

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