Lo scenario è molto più prossimo di quello che si possa pensare e potrebbe aprire strade davvero innovative per la crescita di un sistema che, in Italia, nutre i suoi fatturati per i 2/3 grazie ai soldi molto poco cripto dei diritti tv. Il progetto nasce dall’iniziativa di un fondo inglese, il London Football Exchange, che in questi giorni ha lanciato la sua prima ICO ovvero un collocamento della propria criptovaluta, del tutto simile al capostipite Bitcoin. L’obiettivo è mettere sul mercato 4 miliardi di token (gettoni) di cui 2,4 riservati alla vendita al pubblico ad un prezzo di 20 centesimi di dollaro, per una raccolta totale stimata in circa 350 milioni di dollari.
L’operazione si propone di creare una piattaforma, Lfe Fan Experience, del tutto innovativa attraverso la quale i club possano finanziarsi in maniera alternativa aprendo in parte il proprio capitale, oppure siano in grado di vendere pacchetti di “esperienze” esclusive ai propri tifosi. Dalla vendita di singoli biglietti fino ad incontri riservati con i calciatori. Detto in parole semplici: i tifosi attraverso la piattaforme LFE avranno la possibilità di diventare azionisti del proprio club (se una parte delle azioni dovessero essere messe a disposizione) e i club stessi potrebbero aprirsi ad una forma di finanziamento probabilmente più rapida e meno invasiva rispetto ad una Ipo.
Come funziona la tecnologia
Blockchain è la chiave di tutto. Il termine ormai è di uso comune, forse pure abusato, ma è esattamente sulla base di questa tecnologia che si sviluppa il progetto. Un database crittografato di transazioni che si appoggia al network di Ripple e Stellar e permette agli utenti di acquistare e scambiare in modo sicuro la football-valuta per comprare i diversi servizi e pacchetti offerti, piuttosto che le azioni dei club
Qual è il vantaggio di questa infrastruttura?
Il vantaggio, per il momento ancora solo potenziale, è un risparmio di costi sia lato società, che lato utenti. In particolare sul fronte della vendita dei biglietti. Un ambito che spesso i club esternalizzano e comporta commissioni che in U.K. variano dal 5-8%. Attraverso la tecnologia blockchain le transazioni sarebbero sicure, trasparenti e senza costi aggiuntivi, garantendo un beneficio trasversale. Ma lo stesso principio potrebbe valere anche per l’acquisto di merchandising ufficiale, pacchetti vip o altro. Se i vantaggi possono essere diversi, il fine è indicato chiaramente in apertura di homepage del sito ufficiale lfe.com “democratizzare il calcio attraverso la blockchain”.
Bari apripista, ma attenzione agli altri
La notizia è di questi giorni, il Bari, attualmente in Serie B, è la prima squadra italiana ad aver stretto una partnership con Lfe: “Non vediamo l’ora di sviluppare questo rapporto e di essere uno dei primi club al mondo ad approfittare di questa tecnologia rivoluzionaria, considerando che FC Bari è un club con una storia ricca, i nostri fan sono la nostra linfa vitale e lo vediamo come un modo per ripagarli e premiare la loro fedeltà “, così si è espresso Cosmo Antonio Giancaspro, presidente del FC Bari 1908. Il fattore che è passato un po’ in sordina, ma che possiamo confermare, è che il Bari metterà a disposizione di Lfe anche una componente azionaria. I termini saranno svelati alla finalizzazione del contratto, ma è una novità assoluta per il panorama calcistico.
Stando a quello che ForbesITALIA è riuscita ad apprendere, ci sarebbero al momento altri tre club italiani in trattativa per entrare a far parte della piattaforma. Al momento è impossibile aggiungere altro, ma il fenomeno inizia ad avere una rilevanza, anche a livello europeo. Sarebbero, infatti, almeno altri 45 i club europei con i quali il board di Lfe sta trattando un ingresso nella piattaforma. L’obiettivo è quello di poter contare su 50 squadre partecipanti nel primo trimestre del 2019. A quel punto il fenomeno sarebbe davvero di portata globale.
Il punto di arrivo è l’azionariato popolare?
Per quello che si può immaginare, al momento, la piattaforma è stata creata per un insieme di vantaggi soprattutto commerciali lato tifosi e società, ma forse non per imprimere una svolta aggressiva nei modelli di governance. Tuttavia – secondo quanto conferma a ForbesITALIA uno dei direttori di Lfe, Benjamin Leigh-Hunt – l’obiettivo del progetto è spingere i club a quotare l’1-10% della propria componente azionaria, proprio per dare la possibilità ai tifosi di diventare azionisti della propria squadra del cuore. Certo che nei giorni in cui anche un tifoso nerazzurro doc come Enrico Mentana, deluso dalla gestione interista del proprietario Suning, ha detto di voler fare la propria parte auspicando l’apertura dell’azionariato, il tema è tornato prepotentemente sulla scena a tutti i livelli. E, perché no, potrebbe essere una via da esplorare anche per il Milan che, come si legge sui giornali, sarebbe alla ricerca di un socio di minoranza che affianchi Li Yonghong. Un eventuale 10% quotato su Lfe potrebbe garantire risorse, anche se stabilire quanto a priori è difficile. Il prezzo di quotazione, assicurano da Londra, si basa su una metrica proprietaria, con criteri che affiancano il “social engagement” ai parametri di bilancio tradizionali.
Fare trading con le squadre di calcio?
È un altro dei punti non scritti del progetto Lfe, ma una eventuale evoluzione cui si fa presto a pensare. Avendo a disposizione azioni di diversi club (trattativa con una cinquantina di soggetti al momento) sarebbe potenzialmente possibile comprarne quote, costruire un portafoglio e rivenderlo al momento propizio esattamente come si fa sulle piattaforme azionarie tradizionali. Anche se gli azionisti dei diversi club potrebbero essere sollecitati a mantenere nel tempo la loro partecipazione attraverso programmi fedeltà e sconti. Tuttavia si può immaginare che il tasso di volatilità dei prezzi possa essere piuttosto elevato, come accade nel caso, per l’appunto, degli scambi in Bitcoin. Dal lato dei club potrebbe essere interessante aprire una parte del loro capitale per reperire risorse fresche con metodi alternativi e meno costosi rispetto ai canali tradizionali. Tra l’altro, la criptovaluta di Lfe è convertibile in valuta tradizionale in qualsiasi momento.
Ci sono dei rischi?
Come in tutte le cose, si potrebbe dire. Come in ogni attività legata al trading le oscillazioni di prezzo sono una delle componenti più difficili da prevedere. E nemmeno dal board di Lfe, su nostra domanda, sono stati in grado di prevedere quali variabili governeranno l’andamento dei titoli dei club. L’aspetto interessante sarà capire la proporzione tra chi acquisterà titoli per mantenerli in portafoglio (e beneficiare di qualche agevolazione) e chi invece magari speculerà in funzione anche dei risultati sportivi del week-end. La volatilità è prevedibile, ma tutto il resto no.
Le adesioni sono in corso
Le sottoscrizioni sono iniziate l’11 febbraio al prezzo di 12 centesimi di dollaro a token e avvicinandosi alla data di chiusura dell’Ito, il 20 maggio, anche il prezzo di acquisto si allineerà alla parte più alta della forchetta, ovvero 20 centesimi. È consentito il pagamento in euro, dollari, Bitcoin, Ethereum, Ripple, Lumens e altre monete virtuali.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .