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In Cina l’aria pulita è diventata un bene per cui pagare

Un uomo con la mascherina anti-smog e, sullo sfondo, il Cctv building di Pechino.

A Shanghai ha appena aperto il Cordis Hongqiao, l’ultima struttura della catena di hôtellerie Langham Hospitality Group, a pochi minuti dal Terminal 2 dell’aeroporto della città asiatica. La particolarità del Cordis non sta tanto nella ricercatezza e nelle lussuose comodità della sua offerta, quanto in un nuovo selling point: l’aria pulita all’interno delle sue stanze. Un sistema di filtraggio a due livelli purifica l’ambiente, e finestre a doppi vetri rimangono chiuse per garantire la qualità dell’aria, celebrata da grandi schermi lcd che la monitorano 24 ore su 24. In media, nelle 396 stanze dell’hotel si respira aria 10 volte più pulita di quella dell’esterno, anche perché da anni l’inquinamento a Shanghai è diventato un problema serio: il tasso di incremento delle polveri sottili è in forte aumento, e ha superato addirittura quello della capitale Pechino.

Un articolo della sezione Cities del sito web del Guardian chiarisce come l’aria pulita è diventata un bene di lusso in Cina: sempre più datori di lavoro e costruttori di immobili di fascia alta stanno inserendo sistemi di depurazione e filtraggio dell’aria nelle loro offerte (è il caso, peraltro, anche di Starbucks, che ha inserito il monitoraggio della qualità dell’aria nella sua nuova Reserve Roastery, simile a quella in apertura a Milano).

Una stanza del Cordis a Shanghai.

Lo standard nazionale di certificazione green della Cina, Reset – sviluppato e definito dall’architetto Raefer Wallis, spiega il Guardian – stabilisce che una struttura, per entrare in lista, deve rientrare nei limiti non nocivi per la salute di polveri sottili e diossido di carbonio (un’altra principale fonte di inquinamento indoor), e verrà rivalutata ogni anno dall’organismo certificatore. Allo stesso tempo, il più recente piano urbanistico quinquennale di Pechino ha deciso che almeno metà delle nuove costruzioni dovrà avere l’attestazione di sostenibilità ambientale.

L’Organizzazione mondiale della sanità ha da tempo posto l’accento sulla pericolosità della contaminazione dell’aria domestica, o degli spazi in cui passiamo più tempo ogni giorno: il report del 2017 State of Global Air ha trovato che due anni prima India e Cina avevano il triste primato delle morti premature per ragioni legate alla qualità dell’aria. Invece lo studio di un ente tedesco, l’Institute of Global and Area Studies, conferma che lavorare in un ufficio con sistemi di filtraggio avanzato può anche aumentare l’aspettativa di vita del lavoratore.

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