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Frantoio Muraglia

L’olio negli orci di ceramica partito da Andria e arrivato agli chef stellati

Savino Muraglia con il suo olio

Una storia lunga 150 anni e cinque generazioni, partita dalla sede di Andria, in Puglia, e in grado di conquistare 45 Paesi nel mondo. È quella del Frantoio Muraglia, trecentomila litri di olio prodotti ogni anno, quattro milioni di euro di fatturato e una crescita che di anno in anno supera il 20 per cento. Quello che rende questa azienda così speciale è la capacità di difendere la sua anima artigiana puntando al tempo stesso su innovazione ed export, che oggi rappresenta circa il 60% del volume di affari. “Siamo sempre stati sia coltivatori sia produttori” – racconta Savino Muraglia, managing director – “Siamo partiti vendendo il nostro olio a grandi realtà industriali. Ma col tempo ci siamo resi conto che la nostra passione per la qualità meritava di più, meritava che ci mettessimo la faccia. Così piano piano ci siamo spostati verso il retail, creando il nostro brand. E siamo diventati anche imbottigliatori. Oggi proprio la vendita al dettaglio rappresenta il 70% della produzione, il restante 30 serve a fornire i grandi marchi ma puntiamo ad assorbirlo quanto prima. L’obiettivo è usare tutto il nostro olio per il marchio Muraglia”.

I tipici orci in ceramica dell’olio Muraglia

Un brand già riconoscibile, grazie al packaging esclusivo e al posizionamento in un segmento decisamente alto del mercato. “L’idea di imbottigliare il nostro olio negli orci di ceramica variopinti che ormai ci rappresentano in tutto il mondo è venuta a me”, racconta. “Le confezioni sono realizzate a mano dagli artigiani che lavorano per noi a Terlizzi, un paese a pochi chilometri da Andria”. Oggi è facile incontrarle in punti vendita esclusivi, da Peck e La Rinascente a Milano, da Harrods a Londra e Dean & Deluca a New York. Oltre che nelle cucine di molti chef stellati: Cristina Bowerman, Antonino Cannavacciuolo e Felix Lo Basso, solo per fare qualche esempio.

Di questo olio tutti apprezzano la qualità decisamente superiore, garantita proprio dal processo di produzione artigianale. “Le olive vengono ancora raccolte a mano nelle nostre terre che si trovano a circa 800 metri dal frantoio, senza l’ausilio di trattori, rimorchi e scuotitori per gli alberi” – va avanti Muraglia – “I frutti vengono conservati in grandi cassoni, per evitare uno stress che potrebbe accelerare il processo di fermentazione. Inoltre l’estrazione dell’olio avviene rigorosamente a freddo. Un altro elemento che ci differenzia dalla concorrenza è il processo di imbottigliamento. Noi non abbiamo un magazzino per stoccare le confezioni in attesa di venderle. Imbottigliamo giorno per giorno in base agli ordini che ci arrivano: questo garantisce un prodotto sempre freschissimo”. Tutto questo naturalmente ha un costo alto: il Frantoio Muraglia raccoglie il 30% di olive in meno – cioè solo quelle ritenute perfette – e spende il 30% in più rispetto ai concorrenti.

Savino Muraglia

“Ma abbiamo un target elevatissimo e una posizione molto alta nel mercato”, aggiunge. “Questo ci permette di essere economicamente sostenibili”. E anche apprezzatissimi, come dimostrano i numerosi riconoscimenti fin qui ricevuti. Spiccano il Premio giovani imprese, conferito dalla Fondazione Altagamma nel 2016 e le Cinque gocce – il punteggio massimo – riconosciute dalla Fondazione italiana sommelier per nove volte consecutive, dal 2008 allo scorso anno. Sulla bacheca del Frantoio ci sono anche le Due olive concesse da Slow Food nel 2009 e 2011, il premio assegnato dalla guida Oli d’Italia dal Gambero Rosso, l’Oscar dell’olio assegnato dalla Fondazione italiana sommelier con Bibenda e il World’s best olive oils 2017 ottenuto in occasione della New York International Olive Oil Competition. “Abbiamo avuto sempre un’attenzione ossessiva per la qualità, per questo controlliamo ogni fase della produzione, in modo da poter intervenire se gli standard non ci soddisfano del tutto” – commenta Muraglia.”Essere artigiani significa proprio questo, valorizzare al massimo le materie prime. Ecco perché per i nostri oli aromatici non abbiamo mai usato aromi sintetici, ma solo prodotti freschi che vengono lavorati insieme con le olive. Dai limoni Igp allo zenzero, sedano e peperoncino del territorio”. Grazie a idee come queste il frantoio ha affrontato la crisi senza subirla. “Abbiamo superato i momenti più difficili andando all’estero, questo ci ha permesso di andare avanti e di investire”. Siamo la prova che è possibile fare impresa in Italia, e al sud. Contribuendo anche alla crescita dell’indotto. Siamo stati i primi a trasformare l’olio in un prodotto di design immediatamente riconoscibile, i primi a inventare l’olio denocciolato e l’olio affumicato. Quello che a volte manca nel nostro Paese è la capacità di osare e innovare. Noi lo abbiamo sempre fatto. Anche perché abbiamo un unico obiettivo: soddisfare pienamente le aspettative di chi acquista il nostro olio. La nostra più grande gioia è vedere la felicità e la soddisfazione sul volto di chi utilizza i nostri prodotti”.

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