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Per festeggiare 25 anni, Sonar trasmette la sua musica fuori dal sistema solare

Nel 1994, a Barcellona nacque un piccolo e ambizioso “Festival della musica avanzata e dell’arte multimediale” che richiamò un pubblico di appassionati di elettronica e sperimentazione. Oggi – un quarto di secolo più tardi e con un grande successo alle spalle – Sonar festeggia la sua 25esima edizione lanciando un progetto “spaziale”: la trasmissione di tracce musicali verso un pianeta extrasolare potenzialmente abitabile, in attesa di una risposta aliena che potrebbe arrivare soltanto nel 2043. Se tutto andasse come previsto (anzi, come sperato) tra un altro quarto di secolo Sonar potrebbe festeggiare i 50 anni con il suo primo headliner extraterrestre.

Quello di Sonar Calling GJ273B è un viaggio lungo 4.937.123 milioni di chilometri: le onde radio viaggeranno per una dozzina di anni alla velocità della luce. La destinazione finale è Luytens Star b, un piccolo corpo celeste dotato di un suo sole che potrebbe ospitare forme di vita. A “bordo” dei segnali inviati dall’antenna spaziale EISCAT di Tromsø, Norvegia, ci sono brani musicali originali composti da alcuni degli artisti più iconici del festival, tra cui Modeselektor, Nina Kravitz e The Black Madonna.

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La prima trasmissione spaziale di Sonar Calling è stata effettuata nell’ottobre 2017, grazie all’aiuto dell’Institute of Space Studies of Catalonia (IEEC) e di Yvan Dutil, creatore di un sistema di codifica per la comunicazione di messaggi extraterrestri. Nello spazio stanno già viaggiando – sotto forma di onde sonore – 38 tracce da 10 secondi ciascuna create ad hoc per il progetto. La seconda e ultima trasmissione è prevista invece per metà maggio, quando i componimenti di artisti come Alva Noto, Kate Tempest, Juana Molina e Ryoji Ikeda saranno accompagnati da quelli dei vincitori di un contest istituito per l’occasione.

La convergenza tra musica e tecnologia non è certo una novità per Sonar Barcelona. Anche quest’anno, il festival – in programma tra il 14 al 16 giugno 2018 – si dividerà tra Sonar by Day e Sonar by Night. Sui palchi si alterneranno tra gli altri Thom Yorke, Laurent Garnier, Gorillaz, Alva Noto & Ryuichi Sakamoto, LCD Soundsystem, Modeselektor e Richie Hawtin (qui tutte le informazioni sul programma, qui il link per acquistare i biglietti). Sarà presente anche un pezzo di Italia, con Lorenzo Senni e LIBERATO che si esibiranno durante la sessione ‘diurna’ del festival. E anche quest’anno ritornerà Sonar +D, la ‘unconference’ che affronta temi legati a tecnologia e innovazione, portando nella capitale catalana pensatori, maker e startupper.

Sonar si conferma dunque un evento a 360 gradi: caratteristica, questa, vicina al contesto di una città come Barcellona, tra le mete più visitate al mondo e tra le metropoli in grado di offrire esperienze culturali di prim’ordine e stimoli fuori dal comune. Tra un concerto e una conferenza, i partecipanti di Sonar si potranno rilassare nelle strette vie del centro per provare un vermù, in un rituale italiano (quello, appunto, del vermouth) reinterpretato dai catalani e sempre più in voga tra i giovani. Oppure concedersi, prima del By Night, qualche pincho nel quartiere di Sant Antoni e una visita in uno dei moltissimi musei della città (La Fundaciò Joan Mirò, il MACBA, il CCCB), così come un tour al famosissimo padiglione di Mies Van der Roher, disegnato per l’Esposizione Universale del 1929.

Barcellona è insomma parte integrante del successo del festival, che quest’anno vuole celebrare il suo anniversario nel migliore dei modi, proiettandosi nel futuro e nello spazio. Solo nell’edizione del 2017, il festival catalano ha offerto agli oltre 123.000 spettatori provenienti da più di 101 paesi le esibizioni di oltre 140 artisti, consolidandosi ormai come una tradizione, ma con lo sguardo già rivolto ai prossimi 25 anni.

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