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Chi è e cosa pensa il 29enne che guiderà Iliad in Italia

Benedetto Levi

L’imminente sbarco in Italia. L’impatto potenziale sul mercato della telefonia mobile. Il rapporto con Xavier Niel. E la sfida ai colossi Wind Tre, Tim e Vodafone di un ceo 29enne. Qualche settimana d’attesa e Iliad lancerà la sua offerta in Italia. “Promettiamo che il nostro arrivo costituirà davvero una rivoluzione”, dice a Forbes Benedetto Levi. Ventinove anni, torinese, da qualche mese Levi è il nuovo ceo dell’operatore francese, che si prepara a entrare nel mercato italiano della telefonia mobile. Nessun legame particolare con l’offerta di Free, la “sorella” francese controllata da Iliad Group, che Oltralpe ha raccolto 20 milioni di abbonati in 5 anni, con piani d’assalto per chiamate, sms e internet illimitati a 15.99 euro al mese. Finora 13,7 milioni di francesi hanno scelto Free per smartphone e tablet, mentre 6,5 milioni hanno sottoscritto l’offerta residenziale per la banda larga e larghissima, che in Italia al momento non è prevista nei piani di Iliad.

Quando si potrà acquistare una SIM Iliad in Italia?

Lanceremo i nostri servizi entro l’estate. È quasi tutto pronto, lo scoprirete a breve.

Chi saranno i vostri clienti? Puntate davvero a raggiungere il 10% del mercato mobile italiano nel primo anno?

Il nostro target sarà costituito da tutte le persone che desiderano un’offerta generosa, dal prezzo molto competitivo, chiara, semplice e trasparente. La gente è stufa di non capire cosa acquista e quanto spende, perché dietro il costo in vetrina si nascondono spesso costi nascosti che pesano sulle tasche degli utenti finali.

Promettete “prezzi bassi e tariffe trasparenti”. Vivremo una nuova guerra dei prezzi?

Iliad arriva per rivoluzionare un mercato statico, con tre operatori storici che hanno quote di mercato simmetriche e non mostrano interesse a modificare lo status quo, come dimostra la recente indagine Antitrust che sta verificando un’ipotesi di cartello tra gli operatori, a discapito degli utenti finali.

Oggi con 7 o 10 euro al mese l’utente italiano ha tutto l’occorrente per definirsi mediamente connesso. Cosa vi consentirà di praticare prezzi ancora più bassi? Come renderete il vostro business sostenibile?

Crediamo che ci sia margine per tagliare i costi, considerando ovviamente il fatto che ad oggi i costi in vetrina spesso non corrispondono al pagamento che le persone si ritrovano sul conto a fine mese. I costi si gonfiano laddove non si riesce chiaramente a vederlo. Esemplare il caso della fatturazione a 28 giorni, per cui è dovuta intervenire l’Antitrust.

Di recente ha anche dichiarato che “gli altri operatori ci hanno messo i bastoni tra le ruote”. Cos’è successo?

Poco dopo l’annuncio del nostro lancio, un operatore italiano ha registrato qui in Italia il marchio Free, pensando probabilmente di rubarci il nome. Ci chiamiamo Iliad, quindi non è servito a nulla, ma l’episodio in sé lascia pensare. Sono poi diversi gli episodi che dimostrano come il nostro arrivo faccia paura agli operatori storici e generi continue manovre per ostacolarci. Abbiamo visto numerosi tentativi nel vincolare gli utenti con offerte a 12 o 24 mesi, per impedirgli di cambiare operatore una volta che saremo sul mercato.

Definirebbe una pratica commerciale scorretta gli aumenti generalizzati degli operatori, a seguito della delibera AGCOM sullo stop alla fatturazione a 28 giorni?

L’indagine dell’Antitrust ha fatto emergere scambi di mail, documenti ed altre evidenze del fatto che gli operatori hanno deciso di allineare gli aumenti nelle loro tariffe, arrecando un enorme danno agli utenti e distorcendo quella che dovrebbe essere una normale concorrenza sul mercato. Noi prendiamo assolutamente le distanze da questo genere di pratiche e puntiamo a riportare sul mercato una concorrenza sana, a vantaggio degli utenti.

Cosa farete per marcare le differenze con i competitor della telefonia mobile in Italia?

Promettiamo che il nostro arrivo costituirà davvero una rivoluzione. Rispettiamo le persone, parliamo loro in modo semplice e chiaro, le ascoltiamo. Prezzi bassi, offerte trasparenti, semplici, senza costi nascosti per gli utenti che vorranno scegliere i nostri servizi.

Gli MVNO, operatori mobili virtuali che si appoggiano alle reti degli operatori principali, sono una realtà italiana consolidata da 8 milioni di clienti. Avranno vita breve con voi?

Noi non saremo un operatore virtuale. Stiamo sviluppando la nostra infrastruttura e rete su tutto il territorio italiano.

Tre-Wind scontano da anni una copertura altalenante sul territorio italiano. Vodafone ha ricevuto invece diversi riconoscimenti per la qualità della propria rete. A che livello di copertura riuscirete a posizionarvi?

Come anticipato, stiamo sviluppando una rete di nostra proprietà che consentirà una copertura di qualità in tutto il Paese. Quello che ci interessa ora è appunto di garantire un servizio ottimo e una copertura nazionale fin dalla data di lancio.

Potete assicurare che i vostri operatori assisteranno i clienti e risponderanno solo dall’Italia?

Assolutamente, confermo che i nostri call center si trovano in Italia e l’assistenza sarà gestita dall’Italia.

Com’è arrivato un 29enne italiano a ricoprire il ruolo di ceo in Italia? 

Sono stato contattato dal management Iliad. E durante i vari colloqui, ho riscontrato immediatamente una sintonia nella voglia e nell’ambizione di cambiare le cose. L’impresa Iliad è bellissima ed emozionante per me. Ne sono entusiasta.

Chi è per lei Xavier Niel, vulcanico imprenditore francese e fondatore di Iliad?

Ho conosciuto Xavier e quello che ci ha unito fin dal primo momento è stata la voglia di fare la differenza, di agire in modo totalmente diverso e innovativo, per rivoluzionare il mercato italiano della telefonia mobile.

Cosa consiglia un ceo 29enne a un coetaneo italiano formato e laureato, ma disoccupato? 

Di avere sempre fiducia in se stessi e di avere il coraggio di osare.

 

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