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Leader

Due italiani tra i 10 ceo più stimati al mondo

Sundar Pichai, ceo di Google

In periodo storico in cui le persone sono sempre più alla ricerca di leader a cui ispirarsi, Reputation Institute – società specializzata nella misurazione e consulenza sulla reputazione – ha pensato fosse giunto il momento di dare un riconoscimento agli amministratori delegati che si impegnano per fare la differenza. L’istituto ha infatti pubblicato il Global CEO RepTrak per la prima volta in assoluto premiando Sundar Pichai, a capo di Google, che si è distinto per la sua leadership e soprattutto per la responsabilità fiscale, sociale e ambientale.

Da quando è arrivato ai vertici di Mountain View nel 2015, Pichai è stato infatti venerato come un pensatore creativo e leader trasparente; uno che ha incoraggiato un’azienda già di per se innovativa a esplorare nuovi orizzonti, sia con il servizio Gmail che con l’emergente impresa di autovetture autonome Waymo. Sostenitore della diversità e dell’inclusione, Pichai, nato in India, ha condannato la discriminazione all’interno e all’esterno dell’ambiente di lavoro, esprimendo il suo sostegno agli immigranti a seguito dei tentativi dell’amministrazione Trump di porre fine al programma DACA (Deferred Action for Childhood), e ringraziando le truppe di transessuali per il loro sacrificio dopo che la Casa Bianca si è attivata per vietare alle persone transgender di prestare servizio nell’esercito americano. Pichai si è anche impegnato a livello umanitario, a nome di Google, sostenendo con 3 milioni di dollari gli interventi di soccorso in Asia, Messico e Portorico.

Lo studio RepTrak, il più grande studio al mondo nel suo genere, si è basato su oltre 28mila singoli rating raccolti nel primo trimestre del 2018 in tutte le economie del G15 e mostra una correlazione diretta tra la reputazione aziendale e il supporto degli stakeholder. “Le caratteristiche che servono per essere un grande leader stanno rapidamente cambiando”, ha detto Stephen Hahn-Griffiths, chief reputation officer presso Reputation Institute. “Valutare le performance di un ceo basandosi unicamente sui rendimenti finanziari non è più sufficiente. Sta emergendo una nuova era in cui fattori intangibili della reputazione stanno guidando il cambiamento politico, sociale ed economico. Per essere un leader contemporaneo, devi avere una coscienza”.

Giorgio Armani

Per stilare il CEO RepTrak, l’istituto ha intervistato più di 28mila persone in 15 Paesi nel periodo che va da gennaio a febbraio 2018. Tutti i 139 amministratori delegati considerati sono ceo di aziende conosciute da almeno il 50% della popolazione generale. Gli ad stessi dovevano essere conosciuti da almeno il 10% della popolazione. Tutti sono elencati in ordine alfabetico, con l’eccezione del ceo di Google che ha guadagnato la prima posizione. All’interno dello studio globale, sei dei primi 10 amministratori delegati sono dirigenti di società statunitensi e tre sono amministratori delegati di aziende europee.

Presenti anche due italiani: Giorgio Armani, ceo della casa di moda da lui fondata e Fabrizio Freda, ceo del colosso della cosmetica Esteé Lauder Company. Gli altri sono Bernard Hess di Kraft Heinz Company, Jeff Weiner di LinkedIn, Keith Barr del gruppo InterContinental Hotels, Ralph Hamers di ING e Dirk Van de Put di Mondelez International. Menzione d’onore per Denise Morrison della Campbell Soup Company e Tatsumi Kimishima di Nintendo.

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