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Ritorna a Barcellona Sónar+D: “Una conferenza per creare una Silicon Valley europea”

Un momento di Sónar+D

Secondo il Global StartUp Ecosystem Report del 2017 realizzato da Startup Genome, Barcellona non è una delle mete più gettonate d’Europa soltanto per le sue spiagge e per la sua cultura: lo è anche per l’innovazione tecnologica.  Il report, infatti, segnala che la capitale della provincia catalana è anche una fucina di startup tech: a oggi se ne contano circa 1000, tra cui Glovo, specializzata nelle consegne a domicilio, o Social Point, leader nelle app di videogiochi.

La città negli ultimi anni è riuscita ad imporsi come il quinto tech hub del continente per la sua capacità di attirare giovani imprenditori che hanno deciso di farne la sede delle proprie startup, creando così una grande comunità di talenti e attirando investimenti internazionali.

Non a caso, è proprio a Barcellona che da 25 anni si tiene il Festival di Musica, Creatività e Tecnologia Sónar, che nel 2013 fa ha deciso di unire alla parte “performativa” del festival una smaccatamente “tecnologica”, dedicandole un evento parallelo ad hoc: il Sónar+D, che quest’anno si terrà dal 13 al 16 giugno.

Il congresso, parte integrante del festival, non dà spazio soltanto agli esperti del settore, ma coinvolge anche i musicisti della line-up, con l’obiettivo di rendere il pubblico cosciente del percorso di ricerca e del progetto creativo che sta dietro ad una performance. Attirando così spettatori attenti alla sfera dell’intrattenimento della musica, ma anche al processo tecnologico che vi sta dietro.

Abbiamo parlato del congresso con Ventura Barba, Advanced Music Executive Director di Sonar+D con un passato in Yahoo! e BMG, che ci ha raccontato quali sono i temi che verranno trattati e i partecipanti che prenderanno parte all’edizione 2018.

Tra i temi di quest’anno, dati i recenti scandali e l’attenzione internazionale sull’utilizzo dei dati e il rispetto della privacy in un mondo sempre più interconnesso, il Futuro di Internet è quello più attuale. Sónar+D ha l’obiettivo di generare un dibattito europeo sull’etica digitale?

Il tema centrale di quest’anno sarà il “Future of Internet”, che verrà approfondito attraverso una serie di questioni legate alla coscienza degli utenti. Si parlerà di sicurezza digitale, della privacy e dell’essere coscienti delle tracce dei dati che lasciamo, ma anche di tecnologie emergenti, come la blockchain, che potrebbero dare una risposta a questioni “di coscienza” come ad esempio l’identità digitale: perché lasciamo che la nostra identità sia gestita da Facebook o da Google invece che da noi stessi?

Si parlerà anche della moltitudine di dati che stiamo generando, della prossima rivoluzione digitale e di come, in soli cinque anni, Internet verrà vissuto  in una maniera molto diversa. Il Sónar+D spera in questo modo di sensibilizzare il pubblico, considerando che ormai la tecnologia è una sfera della conoscenza umana diffusissima che ha accorciato tanti “gap”: sociali, geografici, linguistici.

Spesso ci si lamenta della mancanza di una vera “Silicon Valley” europea, con nuove aziende che lottano per raggiungere il successo internazionale (a parte alcune eccezioni, tra cui Spotify). Ma quest’anno la sezione “Startup Garden” della conferenza presenta 30 startup, molte delle quali provengono dalla Spagna. Qual è la tua opinione sullo stato attuale dell’innovazione in Europa? Cosa pensi manchi ancora per creare un ambiente fertile alla nascita e crescita di startup di successo a livello globale?

Forse non abbiamo bisogno di una Silicon Valley europea: abbiamo realtà economiche e culturali diverse, e talenti che meritano essere presenti in più città. Credo che le aziende europee, piuttosto che competere con la Silicon Valley, stiano lavorando con strumenti e canali più tipici e affini alla nostra cultura.

Le barriere amministrative e burocratiche e la frammentazione linguistica non hanno certo aiutato a creare un terreno fertile. In tal senso, a Sónar+D lavoriamo ogni anno per selezionare una vetrina di startup legate al settore creativo-digitale che potranno accedere a una serie di attività per migliorare la promozione internazionale e le opportunità di trovare finanziamenti.

© Sónar+D

Alcune delle tech companies del settore musicale che parteciperanno a Sónar +D 2018 hanno un’influenza sempre maggiore sul modo in cui le persone ascoltano la musica e supportano il lavoro degli artisti. La maggior parte di queste utilizza algoritmi e Intelligenza Artificiale per aiutare gli utenti a scoprire ed ascoltare tracce sulle loro piattaforme. Quali sono, secondo te, le tecnologie che avranno un ruolo centrale nel futuro della musica?

La tecnologia, grazie all’utilizzo di algoritmi complessi, ha dato al pubblico la possibilità di scoprire nuovi album e fare playlist personalizzate, ma sta soprattutto permettendo agli artisti di farsi conoscere e far comprare la loro musica. Spotify, Bandcamp e altre piattaforme di streaming – alcune delle quali abbiamo avuto il piacere di ospitare nelle edizioni passate – hanno un ruolo fondamentale in questo processo.

Quest’anno saranno presenti anche nomi meno conosciuti come Jotex, un’azienda dove I.A. e musica si fondono per consigliare gli utenti e creare musica, o Pandora, una radio nata a fine anni ‘90 che ha un approccio metà umano e metà digitale. Aly Gillani e J. Edward Keyes di Bandcamp, invece, ci racconteranno il loro approccio, totalmente umano.

Il networking è una componente molto importante di Sónar+D. Cosa possono aspettarsi i lettori di Forbes dalla partecipazione al congresso? Quali sono le energie che verranno sprigionate durante i quattro giorni della conferenza?

Sónar+D è un evento per chiunque è interessato all’evoluzione del settore della musica e di quello creativo-tecnologico: i partecipanti troveranno persone ugualmente curiose e disposte a rispondere a domande o a scambiare idee. Al Sónar+D ci si sorprende a base di progetti, startup, prototipi, conferenze, workshops, show AV ed esperienze di realtà virtuale.

Il networking del congresso è sia digitale, grazie a un’app creata ad hoc per contattare gli altri iscritti al congresso, che fisico, attraverso la possibilità di parlare con i creativi del MarketLab e di partecipare ad un incontro di coaching professionale con 36 professionisti del settore nella sezione “Meet di Expert”.

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