Un’immagine di tessuto Coex.

Il filato che non brucia e che sta bene con tutto: arredo, divise, abiti da lavoro, tessuti per la casa. Tutto a prova di incendio. La rivoluzione del settore è Coex, un filo naturale del tutto privo di poliestere, reso ignifugo grazie a un brevetto che modifica la struttura molecolare della fibra. “Per perfezionarlo ci sono voluti circa 5 anni, e per brevettarlo un altro anno e mezzo, ma adesso ce lo stanno chiedendo tutti” spiega Simona Pesaro, presidente di Torcitura Padana, azienda familiare di seconda generazione vicina al distretto del tessile biellese. “Siamo partiti dal settore dell’arredo, che da sempre è un nostro punto di riferimento, però ci prepariamo a una crescita in nuovi mercati Italia e in Europa, in particolare Germania e Spagna”.

Il Coex, inattaccabile dal fuoco, è però anche qualcosa di più di un esempio di ricerca e innovazione. Il brevetto infatti nasce dalla messa in comune delle competenze e delle risorse di due aziende complementari, simili per dimensioni ma lontane nel territorio: Torcitura Padana e la pavese Zanolo, che presto diventeranno una sola realtà. “Stiamo per formalizzare la joint venture paritaria che darà vita a Coex”, ha annunciato in proposito Simona Pesaro. “La nostra è una collaborazione di lunga data, ma dopo lo sviluppo di questo prodotto siamo pronti per un salto di qualità sul mercato”.

Oggi Torcitura Padana e Zanolo viaggiano entrambe attorno ai 5 milioni di fatturato, e hanno alle loro dipendenze più o meno una quarantina di dipendenti ciascuna. Unirsi significa ottimizzare i costi e le energie, per spingere Coex e dare conto a entrambi dello sforzo profuso nel progetto. “Lavoriamo insieme molto tempo”, continua Pesaro. “Anni fa, eravamo riusciti a tingere un filo sottilissimo per tendaggi che nessuno allora riusciva a colorare. Da qui l’idea di continuare a sperimentare insieme, cercando qualcosa che avesse al suo centro le fibre naturali, in linea con gli ultimi trend di mercato”.

Coex  non è soltanto ignifugo (Il valore del Loi, ovvero limite di ossigeno necessario a far propagare la fiamma, è pari a 50: il migliore in assoluto), ma non gocciola, è bianco, non sprigiona fumi nocivi ed è lavabile sia a secco che in lavatrice. In più, vanta una certificazione green e la sua composizione a base di cellulosa lo rende biodegradabile. “Non è stato facile arrivare a questo risultato”, insiste tuttavia la presidente di Torcitura Padana. “L’investimento per le ricerche ha superato il milione e nonostante avessimo avuto l’intuizione giusta, all’interno dei nostri laboratori non riuscivamo a rendere stabile la molecola. Così, ci siamo rivolti all’Università di Pavia, che ci ha aiutato”.

Insomma, un caso di collaborazione trasversale e aperta al dialogo tra atenei e imprese che ha dato valore aggiunto e garantito la riuscita degli sforzi di due tradizionali Pmi italiane. “A volte non restare vincolate a un distretto, cercare qualcosa di nuovo è più utile. Si esce dalla zona di comfort. E si cresce”.

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