Forbes Italia
Business

Plusvalenze sospette e fair play finanziario: parla il massimo esperto italiano

“Il fair play finanziario sta riportando in equilibrio il calcio europeo, però serve omogeneità di trattamento tra i club”. Umberto Lago, già presidente della Camera investigativa dell’Uefa in merito al fair play finanziario (Ffp) e pronto ad affiancare il Milan dinanzi al Tas di Losanna, spiega a ForbesITALIA punti di forza e di criticità del regolamento che toglie il sonno ad addetti ai lavori e tifosi del calcio.

Nei giorni scorsi, il presidente dell’Uefa ai tempi dell’introduzione del Ffp, Michel Platini, ha rivendicato il successo di questa misura, che in otto anni ha consentito di ridurre l’esposizione debitoria dei club europei dal 65 al 35% del fatturato e l’entità complessiva dei debiti da 1,7 miliardi di euro a 286 milioni di euro. Però i tifosi hanno assistito alla campagna acquisti del Psg lo scorso anno e a quella della Juventus quest’anno e si chiedono come sia possibile spendere così tanto…

I numeri sono quelli e dimostrano l’utilità dello strumento per garantire la sostenibilità nel tempo del calcio continentale. Il fair play finanziario non è stato introdotto per garantire un maggiore equilibrio delle competizioni, ma per evitare che qualcuno spendesse al di sopra delle proprie possibilità, senza poi essere in grado di onorare gli impegni presi. Generando problemi non solo al proprio club, basti vedere quanti fallimenti ci sono stati negli ultimi anni, ma all’intero sistema alla luce della bolla inflazionistica dei prezzi generata.

Eppure, nonostante questa misura, il prezzo dei cartellini continua a lievitare, se guardiamo ai casi di Cristiano Ronaldo e Neymar, ma non solo…

In questo caso la ragione è un’altra. Il calcio, come qualsiasi altro settore economico, si trova ad affrontare la globalizzazione del mercato. Stanno entrando nuovi operatori e cresce la competizione sul lato della domanda, anche perché l’apertura a nuovi mercati di consumo fa crescere i ricavi.

Lasciata l’Uefa, si è dedicato all’insegnamento, ma ora è tornato a lavorare nel mondo del calcio: il Milan le ha chiesto di affiancarlo nel giudizio davanti al Tas di Losanna e pare di capire che contesterete la diversità di trattamento riservata al club rossonero rispetto ad altri club, a cominciare dall’Inter. Perché ce l’avete con i cugini nerazzurri?

L’Inter ha un profilo simile al Milan dato che parliamo di squadre della stessa città ed entrambe oggetto delle attenzioni dell’Uefa, nonché interessate da un cambio di proprietà. Però non ce l’abbiamo con loro o con altri club: contestiamo la diversità di trattamento per situazioni simili.

In sostanza chiedete all’Uefa di accedere al settlement agreement che vi è stato negato finora, in modo da avere il tempo di riportare in equilibrio la situazione?

Esatto. Più di questo non posso però dire dato che sarà oggetto del documento che discuteremo al Tas.

Intanto, come riportano fonti di mercato, i rossoneri devono fare 50 milioni di plusvalenze in questa sessione del calciomercato…

Assolutamente, non esiste quest’obbligo. Il Milan ha programmato di chiudere in pareggio tra acquisti e cessioni e, per finanziare le prime, farà cassa con qualche uscita.

Torniamo allora a parlare del Ffp in termini generali. Da più parti il regolamento viene contestato perché limiterebbe la libertà d’impresa. In sostanza, se un imprenditore ha disponibilità economiche e desiderio di investire perché non può farlo?

Il Ffp non proibisce al proprietario di un club di investire, né di fare tutti gli aumenti di capitale che ritiene necessari o utili. È importante però che le spese iscritte nel conto economico trovino copertura sul fronte dei ricavi. L’obiettivo è evitare che qualcuno faccia il passo più lungo della gamba, impegnandosi con spese senza adeguata copertura.

Chiudiamo con un’altra questione che suscita perplessità. Nelle scorse settimane abbiamo assistito alla cessione di cartellini di giovani giocatori che non hanno ancora esordito nella massima competizione a prezzi elevati in modo far quadrare il bilancio alla chiusura del 30 giugno. È tutto regolare?

Non conosco i casi singoli, ma è normale che si facciano verifiche se una società ha un calciatore iscritto a bilancio a zero e lo vende a 10 milioni di euro. Del resto mi sembra ci siano delle inchieste in corso (la Procura della Figc ha chiesto la retrocessione del Chievo per plusvalenze fittizie, ndr).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .