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Così Courmayeur si è fatta brand

La baita Checrouit all’interno del complesso de Le Massif

Che sia una delle destinazioni più ricercate in Italia non è una novità, ma Courmayeur col tempo sta raggiungendo risultati  sempre più di rilievo anche in termini di awareness, posizionamento e affluenza. Lo dimostra un certo fermento immobiliare che racconta una precisa strategia di marketing: costruire, sì, ma anche recuperare alberghi dismessi da anni per farli diventare scrigni destinati alla clientela di fascia alta o altissima.

Un rendering degli interni degli appartamenti a Le Massif

Sulla preda ambita stanno mettendo gli occhi in tanti. E c’è chi ha già messo una fiche da più di 70 milioni di euro. È il caso di Castello sgr, società specializzata in fondi comuni di investimento immobiliare, che ne 2016 ha acquisito l’ex hotel Majestic (in disuso per quasi 20 anni) in strada regionale a Courmayeur. Ora, al suo posto, ci sarà Le Massif, lussuoso hotel 5 stelle la cui apertura è prevista per il 22 dicembre 2018. In tutto ci saranno 87 camere, per un totale di 220 posti letto, due ristoranti, Spa e area fitness. Accanto a questo troveranno posto anche residenze, parte del complesso Le Petit Massif, con 22 abitazioni di lusso dai 70 ai 160 metri quadrati distribuite su sei piani (tutte con vista sul Monte Bianco), unità commerciali, box e posti auto, che saranno completati a metà 2019. Quasi tutti gli alloggi sono già stati venduti.

Il rendering di uno degli interni de Le Massif

“Siamo convinti che Courmayeur abbia un forte potenziale, in inverno come in estate, e il nostro obiettivo è di avere una struttura aperta nove mesi l’anno”, racconta a Forbes Italia Giampiero Schiavo, amministratore delegato di Castello sgr. Il segmento è alto e non per tutte le tasche. Del resto, dicono gli operatori turistici, “servono più hotel di lusso, per attirare una clientela dall’enorme valore economico”. La connotazione, infatti, è super luxury, la posizione è strategica a pochi metri dalla funivia del Monte Bianco e a 100 metri dalle boutique del centro.

L’impatto visivo di Le Massif ricostruito in un rendering

Ma il progetto è ben più ampio. A 200 metri dall’hotel Le Massif, entro fine anno, inizieranno i lavori per altri 40 appartamenti in Rta (residenza turistica alberghiera, ndr) nell’area dell’ex stazione di servizio Agip. E non è finita qui. Per gli sciatori invernali e i camminatori estivi ci sarà la Baita Checrouit. Una struttura che aprirà il prossimo inverno e sarà in funzione anche d’estate con ristorante, bar, miniclub, piscina e ski room. “L’investimento, realizzato tramite il fondo immobiliare Augusto, porterà alla creazione di 100 posti di lavoro e le professionalità utilizzate per lo sviluppo del progetto sono quasi totalmente locali”, precisa Schiavo. A frequentare Courmayer è il bel mondo. In questa cittadina di montagna in certi periodi dell’anno si testimonia una concentrazione di fatturati che farebbero impallidire interi Paesi del mondo, si tessono relazioni e si fa business.

Arturo Artom

“Courmayeur sta vivendo un momento molto felice, si sta costruendo un’identità interessante. Sta mettendo in atto un’operazione di posizionamento preciso, non solo commerciale”, taglia corto Arturo Artom, ingegnere torinese cinquantenne considerato il fautore della liberalizzazione delle telecomunicazioni in Italia. Uomo colto e di relazioni, ha fondato il Forum della Meritocrazia nel 2011 e nel 2012 il think tank Confapri insieme a Massimo Colomban, è membro del Consiglio per le Relazioni tra Italia e Stati Uniti e nel 2014 ha creato il CenacoloArtom, luogo di cultura dove ogni mese si ospitano celebrità di vari settori come Michelangelo Pistoletto, Mario Bellini, Gabriele Salvatores; Davide Oldani, Mario Lavezzi, Emilio Isgrò… Spiega Artom: “A Courmayeur ci sono persone di enorme qualità. La baita Checrouit potrebbe diventare quello che è il Club 18 di Cortina, un luogo dove si incontrano le persone che contano. Il progetto immobiliare promosso da Castello sgr diventerà un riferimento sociale, una location per amici che amano ritrovarsi. A mio avviso, si tratta di un turismo di qualità senza essere eccessivo, anche nella ristorazione si sta migliorando”. La sfida per il futuro di Courmayeur? “Attrarre clientela straniera, essere più competitiva. Una migliore logistica aiuterebbe!”.

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