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L’italiano dietro al progetto della Torre sull’Hudson di New York

Luigi Cimolai, ad della Cimolai di Pordenone

Articolo tratto dal numero di luglio di Forbes Italia 
di Elisa Venco

La chiamano la Tour Eiffel sull’hudson. È la monumentale Vessel, una torre di scale disegnata dal britannico Thomas Heatherwick realizzata in bronzo, cemento e acciaio inox specchiato, per riflettere i passanti, che sarà inaugurata a New York nel 2019. A realizzare la nuova icona della Grande Mela, una sorta di scultura visitabile alta 46 metri, costata qualcosa come 25 miliardi di dollari, è stata chiamata un’azienda italiana: la Cimolai di Pordenone, che si è aggiudicata il contratto per la fornitura della carpenteria metallica. Non si può negare che l’azienda oggi guidata dall’ingegner Luigi Cimolai, 66 anni, ne abbia fatta di strada da quel 1949 in cui suo padre Armando avviò un piccolo laboratorio per la costruzione di cancelli e infissi metallici.

Qual è il segreto dell’azienda? In realtà, sono due: “Il forte spirito di appartenenza, che rende possibile confrontarsi continuamente con metodi di lavoro, regolamenti, burocrazie e culture diverse”, spiega l’ad. “E poi gli investimenti per la ricerca e sviluppo, che per il 2017 hanno superato i 28 milioni di euro, quasi il 6% del fatturato, attestatosi nel 2017 sui 500 milioni di euro, di cui più della metà all’estero”. L’impresa tricolore non è nuova a progetti così ambiziosi: in passato, per esempio, ha realizzato le paratie per il nuovo Canale di Panama, il tetto dello stadio di Pechino, realizzato in occasione delle Olimpiadi in Cina, lo stadio olimpico di Atene e la stazione della metropolitana a Ground Zero. Tutti lavori di grade complessità e bellezza, come quel Millennium Stadium di Cardiff che nel 2017 ha ospitato la finale di Champions League Juventus-Real Madrid, e per la cui inaugurazione, nel 1999, il principe Carlo volle stringere la mano all’ex operaio Armando, oggi 90enne.

Rendering della Torre Vessel che sarà aperta al pubblico nel 2019

Le prossime consegne dell’azienda prevedono la realizzazione delle tribune e della copertura mobile per lo svolgimento del torneo tennistico Roland Garros nel 2019 e nel 2020, la cupola Al Wasl Plaza, cuore di Expo Dubai 2020, e lo stadio Al Bayt, eretto in Qatar in vista dei Mondiali di Calcio del 2022. La sfida più importante, tuttavia, sarà in Italia, con la copertura dell’ilva, che durante i lavori non potrà fermarsi. “Sarà un’operazione più complessa della protezione della centrale di Chernobyl”, dichiara Cimolai. E lo dice con cognizione di causa. Perché, guarda caso, è sempre lui ad essersi aggiudicato il “sarcofago”, una copertura di cemento e acciaio che proteggerà il sito dell’incidente nucleare per i prossimi 100 anni.

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