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La partita da separati in casa degli azionisti Tim

Manca la serie A, ma per fortuna a riempire il vuoto domenicale ci penserà Telecom Italia. Il cda dell’ex incumbent, che riunirà per la nomina del nuovo amministratore delegato, non lesinerà probabilmente nuove emozioni dopo l’autogol del fondo Elliott che, forte del blitz vittorioso dei consiglieri indipendenti che hanno decretato (10 contro 5) la cacciata dal vertice di Amos Genish, non è riuscita a convogliare la maggioranza sul nome del successore: non l’ha spuntata Alfredo Altavilla, contro cui gioca l’assenza di esperienza nel settore. Non è riuscito l’affondo di Luigi Gubitosi, alla ricerca di una nuova poltrona di peso ancor prima dell’uscita da Alitalia.

La riunione di giovedì del comitato nomine e remunerazioni ha anzi dovuto registrare più fratture. I consiglieri designati da Vivendi (Giuseppina Capaldo e Michele Valenzise) hanno contestato la procedura attuata per la scelta dei nuovo manager, visto che le regole di governance prevedono una preventiva selezione da parte dei cacciatori di teste. Paolo Bonomo, invece, ha lanciato la candidatura di Gubitosi, che ha subito la frenata però da parte di Rocco Sabelli che ha suggerito di presentare sia il nome di Altavilla che quello di Gubitosi nel consiglio di domenica che si aprirà probabilmente con la notizia di un esposto alla Consob da parte di Vivendi che si accinge a chiedere la convocazione di una nuova assemblea per cercare il ribaltone- e così reinsediare Amos Genish pronto a subentrare dalla panchina dopo aver incassato il suo gettone di 523 mila euro, tanti quanti ne ha incassati vendendo, un’ora dopo il cartellino rosso agitato da Elliott, le sue azioni.

Un pronostico? Il favorito sembra Gubitosi, anche se l’accoppiata Altavilla-De Angelis (possibile direttore generale, brillanti risultati alle spalle in Tim Brasil) gode di buone chance. Più importante è capire se esistono possibilità per rimettere assieme gli azionisti, ormai separati su tutto, a partire dal controllo della Rete, l’asset cui Vivendi non intende rinunciare mentre Elliott, spalleggiata da Cdp, vuol far confluire in una nuova società controllata assieme ad Open Fiber. Sarà questa la partita che comincerà, comunque andrà il cda, da lunedì.  Arnaud de Puyfontaine, pdg di Vivendi, ha ribadito che la società parigina intende restare a lungo in Telecom Italia, smentendo così la cessione ad un nuovo socio (Orange il più accreditato). La Cassa Depositi e Prestiti, su mandato governativo si accinge invece a raddoppiare la sua partecipazione in Telecom per favorire la nascita dell’asse con Open Fiber che, agli occhi del governo, dovrà non solo favorire l’espansione della banda larga ma risolvere, grazie ad un nuovo sistema tariffario da approvare per legge, il nodo delle eccedenze di personale in Tim: un incubo a 30 mila teste, tanti sono i possibili esuberi del gruppo, che rendono davvero drammatica stavolta la staffetta in Tim, la quinta in quattro anni.

Anche questo è in palio nella partita di domenica.

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