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Vi piacerebbe diventare un manager alle dipendenze della Regina d’Inghilterra?

fucsia cappello fiori regina
(shutterstock)

di Giuliana Gagliardi

Vi piacerebbe diventare un manager alle dipendenze della Regina d’Inghilterra o del principe di Galles? Anche se crisi economica e Brexit non incoraggiano, di certo, a cercarsi un lavoro nel Regno Unito le occasioni non mancano per chi è disposto a trasferirsi in quel Paese e vivere un’esperienza unica in contesti da fiaba. Grazie all’iniziativa della regina Elisabetta II in persona, la Royal Household – l’insieme degli uffici e dei funzionari che gestiscono e organizzano tutti gli impegni della famiglia reale –  funziona, anche, come una vera e propria agenzia di collocamento aperta a tutti coloro che possono vantare un curriculum degno di essere preso in considerazione.

La selezione è rigorosa e primo requisito per presentare una candidatura accettabile è la conoscenza perfetta della lingua inglese. Insomma, per gli stranieri, è indispensabile parlare e scrivere l’inglese come la propria lingua madre e possedere un savoir-faire tipicamente English. Con frequenza mensile, la Royal Household pubblica le current vacancies, cioè i posti disponibili suddivisi per competenze e location e con una scadenza entro cui presentare la propria candidatura.

Si tratta di una “gara” ambita da molti perché, come è immaginabile, l’idea di far parte dello staff della regina d’Inghilterra esercita un appeal davvero unico. Interessanti le posizioni aperte per entrare a far parte del personale di Buckingham Palace, la residenza ufficiale della Royal Family. L’offerta riguarda assistenti alle varie mansioni per la gestione della location e manager specializzati nella logistica oltre agli addetti alla reception.

Ma, attenzione, come detta il proverbio: “non è tutto oro quello che luccica”, gli stipendi non sono fra i più elevati. La spending review, che riguarda anche le tasche della famiglia reale, ha costretto a tagliare posti di lavoro e a ridurre i salari. Anche Elisabetta II, dunque, è costretta a fare i conti e controllare le proprie spese con criteri più ferrei che in passato.

Si sa che la Royal Family non ha mai brillato per generosità e i famigerati “zero-hours contracts” con cui si assumono nuovi dipendenti ne sono una prova. La Royal Collection Enterprise LImited, la società che gestisce le residenze reali,  ha assunto a tempo determinato 350 dipendenti con contratti “capestro” e cioè pagati soltanto quando vengono chiamati e per le ore di effettiva presenza. Insomma, nessuna remunerazione sicura e divieto di lavorare per altre “aziende”. Comunque, chi può vantare competenze di alto livello e ambisce a incarichi manageriali, può mirare più in alto, guadagnare di più scegliendo di lavorare in alcune delle  incantevoli  proprietà reali fuori Londra come Marlborough House e Windsor Castle.

Proprio nella residenza di Windsor, la regina Elisabetta propone incarichi a esperti della digitalizzazione che dovrebbero lavorare per il Georgian Papers Programme. Un progetto quinquennale davvero ambizioso, che ha preso il via nell’aprile del 2015 con lo scopo di rendere accessibili a tutti la monumentale collezione del carteggio georgiano custodito negli archivi reali e nella splendida biblioteca del castello di Windsor. Il programma, in collaborazione con il King’s College di Londra e con due partner degli Stati Uniti: The Omohundro Institute of Early American History & Culture e William & Mary, grazie alla catalogazione online, renderà pubblicamente fruibili tutti i documenti. Si tratta di manoscritti privati e pubblici, relativi al periodo delle monarchie georgiane e di altri sovrani. Una collezione di  350 mila pagine (trecentocinquanta) di cui soltanto il 15% è stato finora reso pubblico.

La maggior parte riguarda i regni di Giorgio III e Giorgio IV. Alcuni sono relativi ai regni di Giorgio I, Giorgio II e Guglielmo IV e la Regina Carlotta. Dell’immensa raccolta fanno parte anche lettere private, diari, libri contabili, libri rarissimi. Il Georgian Papers Programme dovrà essere completato per il 2025. Chi vuole candidarsi si dovrà preparare a lunghe giornate di lavoro per aggiornare la digitalizzazione di nuovi contenuti.

Un’occasione per chi ama davvero la storia e, in particolare, questo periodo della monarchia britannica ricco di eventi e innovazioni sociali e culturali che, ancora oggi, si ripercuotono sulla società contemporanea. Altro lavoro, non meno affascinante, è offerto dal Principe di Galles che è alla ricerca di una manager in grado di occuparsi della gestione di un fondo, da lui creato, per la promozione del settore agricolo nel Regno Unito.

Al principe Carlo, erede del trono d’Inghilterra – se la madre Elisabetta II non firmerà il “salto dinastico” che incoronerebbe come nuovo sovrano il nipote William – sono stati attribuiti molti soprannomi: the rebel prince (il principe ribelle); il “principe viziato”, capriccioso e irascibile. Ma, il Principe di Galles, è conosciuto anche come il “principe contadino”, denominazione perfettamente adatta alla sua passione per la vita all’aria aperta e per la cura che dedica, personalmente, alle sue tenute agricole.

Più di una volta è stato fotografato con spazzola, spugna e secchio intento a lavare cavalli e mucche o a controllare le condizioni delle sue piante con le quali ha confessato di “parlare” quotidianamente. “Curo le mie pecore con l’omeopatia” ha affermato il principe a un giornalista. Gli animali che popolano le sue tenute sono tantissimi e tutti di razza pregiata, come i bovini Aberdeen Angus e le pecore delle Ebridi o i maiali di pura origine inglese. Carlo se ne occupa personalmente con l’impegno accanito di chi vuole preservare razze autoctone a rischio di estinzione. E, davvero, il tempo che il principe dedica a vivere “da contadino” è parecchio e spesso “rubato” agli impegni mondani o a weekend con amici.

Già nel 1986, convertì la fattoria del Ducato di Cornovaglia in azienda biologica ed ecosostenibile. Suo key farm manager e consulente di fiducia fu nominato  David Wilson, convinto salutista e da più di trent’anni ormai a fianco del principe. Questo sodalizio ha ispirato il film “The Farmer and His Prince”, regista Bertran Verhaag, che ha avuto fra i protagonisti Rita Auma OBAMA, kenyota, giornalista e sorellastra dell’ex-presidente degli USA e Harmut Vogtmann docente di agraria a Kessel in Germania e dagli anni Ottanta consigliere del principe di Galles.

Sua altezza reale, il principe Carlo, è  oggi  alla ricerca di un Corporate Partnership Officer per gestire la raccolta fondi da destinare a un’associazione che mira al  sostegno e al miglioramento delle aziende agricole familiari e alla qualità della vita rurale nel suo Paese. Nel 2010, il principe di Galles organizzò  The Prince’s Countryside Fund,  iniziando con un piccolo  team a Londra che, negli anni, è divenuto una realtà molto seguita e importante per il settore agricolo.

La figura manageriale che si occuperà del Fondo, dovrà anche assumere la responsabilità  delle relazioni esterne per identificare nuove opportunità di partnership utili a incentivare questa azienda davvero unica. Requisito fondamentale per i candidati: avere un interesse per la campagna, l’ambiente naturale e tutto ciò che riguarda la vita contadina oltre a una conoscenza del marketing e delle pubbliche relazioni.

Attenzione, lavorare per un “imprenditore-principe” che, da sempre, si batte con accanimento contro l’uso di pesticidi e antibiotici e che ricicla l’acqua piovana investendo cifre enormi nelle energie rinnovabili, pannelli solari e stufe a pellet non è facile.

La selezione, severissima, deciderà entro il 31 marzo chi sarà il fortunato destinato all’assunzione.

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