Il filosofo del business Andser Indset
Andser Indset (Foto: businessphilosopher.com)

Meglio sgomberare fin da subito il campo da fraintendimenti e pseudoscienze: l’espressione economia quantistica non è l’ennesimo sfacciato tentativo di sfruttare impropriamente la parola quantum per vendere qualcosa. È, invece, il racconto di come i modelli economici globali stiano evolvendo verso dinamiche che hanno alcune assonanze con i princìpi della meccanica quantistica e con la fisica dell’ultimo secolo, almeno per come questi temi sono entrati nella percezione del grande pubblico.

Per Forbes.it abbiamo incontrato al Mico di Milano Anders Indset, l’imprenditore, autore e docente universitario che dalla sua Norvegia si è fatto conoscere un po’ in tutto il mondo come il filosofo del business. A margine del suo discorso al convegno Shape the New, organizzato da SAS in occasione del Forum italiano 2019, ci ha raccontato quali prospettive vede per dare nuove forme al futuro dell’economia globale, e soprattutto ci ha raccontato quali sono i fondamenti di quella che ama chiamare Q-Economy.

 

La fisica quantistica come metafora economica

“In termini generali, il mondo del business è molto più vicino alla multi-dimensione quantistica rispetto a un semplice modello lineare. È una realtà caotica e strana”, spiega Indset, da sempre a caccia di analogie con la storia della scienza. “Prendiamo la fisica newtoniana: Isaac Newton era un genio, ma sappiamo che le sue leggi della dinamica non erano le più generali possibili, e per questo abbiamo creato la fisica moderna. Lo stesso vale in ambito imprenditoriale, perché i modelli economici classici sviluppati dai tempi di Adam Smith a oggi sono buoni ma non assoluti. Il mondo del business, così come la per la fisica dell’infinitamente piccolo, non è sempre prevedibile a priori, né è deterministico”.

Chiaramente il parallelo tra scienza della materia e modelli di business è più una suggestione che una teoria rigorosa, ma i punti di contatto abbondano. “Gli esperti di quantistica descrivono le leggi che governano il comportamento di onde e particelle, e raccontano di analogie tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo”, continua Indset. “Il cosiddetto collasso della funzione d’onda nella fisica quantistica potrebbe corrispondere, in economia, al voler analizzare i dati a posteriori e cercare di farli rientrare negli schemi che già abbiamo. Insomma, vogliamo adeguare la realtà ai nostri modelli. Quello che servirebbe è invece un cambio di prospettiva, il riconoscere che l’esito di una misura economica può dipendere dall’osservatore che la esegue, l’includere nei modelli quelle relazioni e quelle connessioni che ancora ci sfuggono”. Il risultato? “Ci accorgeremmo non solo che gli andamenti economici non sono prevedibili con certezza, ma soprattutto ci renderemmo conto che gli attuali modelli di riferimento non possono funzionare a lungo termine, perché sono basati su un concetto che non regge: quello di crescita infinita. E la parola collasso credo si adatti molto bene a ciò che sta accadendo all’ambiente e al clima a causa del sovra-sfruttamento delle risorse naturali. Mi pare riduttivo parlare di cambiamento climatico, lo definirei piuttosto un collasso climatico globale”.

 

Q-Economy: infinitamente grande, infinitamente piccolo, infinitamente circolare

Se fin qui tutto appare piuttosto vago e astratto, secondo il filosofo-imprenditore esistono degli esempi rilevanti propri di questo secolo. “Volendo interpretare l’economia usando la metafora della quantistica, il primo passo è iniziare a pensare all’imprenditoria come qualcosa che vada oltre i numeri: il business è giocare con l’infinito. Steve Jobs era davvero un imprenditore perché aveva una visione che andava ben oltre i suoi prodotti e la sua azienda. Oggi Apple compete con Samsung sui singoli prodotti da lanciare sul mercato, e probabilmente queste aziende saranno le prossime a finire come Nokia”, chiosa Indset.

Per la Q-Economy, in particolare, il concetto di infinito si lega anche a quello di economia circolare infinita. “Se un prodotto non è inquadrabile in un processo perfettamente circolare, non ha più speranza per il futuro, mentre se è interamente riciclabile allora può continuare a funzionare”, racconta Indset. E soprattutto “Il prodotto diventa esso stesso un servizio, perché rappresenta un prendere in prestito dei pezzettini di natura con l’intento di restituirli così com’erano. È ovvio: una bottiglia di plastica che impiega secoli a decomporsi non ha più senso di esistere”.

Il concetto di as-a-service è perciò estendibile a moltissimi segmenti imprenditoriale. “Come consumatori non ci preoccuperemo più delle singole lampadine o dell’energia per farle funzionare, ma entreremo nel paradigma della light-as-a-service, perché quello che ci serve davvero è l’illuminazione. Non ci occorono banche, ma servizi bancari e accesso alle funzionalità. La persona allo sportello in filiale già oggi di fatto ha perso il suo scopo, perché nella pratica tutto viene deciso da un sistema informatico. Lo stesso vale per gli occhiali o per le lenti a contatto, in cui il vero servizio è il farci vedere bene, o per la rasatura, in cui non importa come sia fatto il rasoio o chi lo possegga, ma il beneficio che se ne trae”.

 

Il lato hi-tech della quantistica

Esiste però anche un’altra chiave di lettura del concetto di Quantum Economy, molto più legata allo sviluppo tecnologico e alle prospettive di business. “I computer del futuro, inclusi quelli quantistici, diventeranno molto più efficienti degli esseri umani, non solo in rapidità ma anche in intelligenza”, sostiene Indset. “Più conoscenza e più algoritmi al nostro servizio, anche grazie alle capacità computazionali e di memoria, significa senz’altro che ne ricaveremo qualcosa di buono. Emergeranno però anche alcuni nuovi problemi. Anzitutto – con l’intelligenza artificiale, i big data e i computer quantistici – la concorrenza non sarà più una gara tra persone, ma una competizione tra algoritmi. In secondo luogo, più conoscenza non sempre significherà una maggiore comprensione dei veri bisogni umani. E infine una tecnologia via via più penetrante e veloce potrebbe scatenare reazioni con una rapidità e un’intensità difficili da prevedere. La Brexit, l’elezione di Donald Trump come presidente e l’Isis credo siano tre esempi sotto gli occhi di tutti di reazioni alla nascita di Internet, ed è difficile intuire cosa accadrà in seguito all’introduzione di tecnologie ancora più impattanti”.

Oltre che sulla politica, le conseguenze potrebbero essere forti sul mondo del lavoro e su come le persone percepiscono le attività quotidiane. “Se avremo macchine che si guidano da sole battendo le prestazioni umane, e anche la mobilità diventerà un servizio, dobbiamo preoccuparci di cosa accadrà quando qualcuno resterà ucciso in un incidente”, si domanda Indset. “E, in un ipotetico futuro in cui le automobili saranno dei box uguali per tutti, potenzialmente con pochissimi pezzi e una vita utile molto lunga, dobbiamo chiederci che ne sarà della concorrenza e delle case automobilistiche. Non siamo poi così lontani da questo futuro, perché i giovani hanno già capito che possedere le cose è noioso e pesante, come nel caso di un’automobile che richiede manutenzione, pulizia e un garage dove custodirla”.

 

Nella Quantum Economy non solo scienze dure, ma anche bisogni umani 

Nel dare forma a una nuova economia, infine, secondo Indset occorre tener presente le relazioni tra esseri umani e le nostre stesse emozioni. “Mi piace parlare di quantistica, ma al di là delle scelte lessicali non siamo così lontani dalla filosofia o dalla religione quando usiamo il concetto di energia”, spiega. “Calato su un esempio banale, possiamo pensare alla consulenza in ambito aziendale: oggi la metà dei consulenti è inutile, e potrebbero essere tranquillamente sostituiti con qualcuno capace di trasmettere positività ai colleghi. Nei ristoranti cinesi proprio per questo scopo ci sono statue di Buddha che ride. Portato all’estremo, potremmo concepire figure professionali che si occuperanno solo di dare vitalità ai colleghi, perché già ci sono studi che dimostrano come tutto ciò migliori le performance”.

“In senso più ampio”, conclude Indset, “dobbiamo capire come impostare il business sulla compassione, sull’empatia e persino sull’amore. Tutto ciò ha a che fare con il modo in cui vediamo e interpretiamo il mondo, e il cambio di paradigma ispirato dalla meccanica quantistica nella fisica può farci da guida per ripetere lo stesso anche in ciò che desideriamo e acquistiamo”.

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