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Annie Féolde racconta i dolci di Leonardo

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Annie Feolde, proprietaria di Enoteca Pinchiorri.

La deadline per i dolci di Leonardo è l’autunno, appena dopo le celebrazioni per Caterina de Medici (il 28 ottobre Pinchiorri allestisce per la sovrana il banchetto al Consolato francese). Si pensa in particolare a novembre. Intanto chi andrà a vedere a Santa Maria Novella la mostra di Leonardo botanico, troverà senz’altro un’assonanza con i dolci a forma di solido a lui dedicati. Non a caso, in piazza della Signoria c’è un albero di gelso, il preferito da Leonardo, racchiuso in un dodecaedro. Il cerchio si chiude.

Nell’anno delle celebrazioni di Leonardo da Vinci, c’è chi ha dubbi finanche sulla data di nascita del genio fiorentino. Riccardo Magnani, appassionato studioso degli scritti e dei dipinti di Leonardo e dei suoi contemporanei, ritiene infatti che non solo non nacque nel 1452, ma che non fosse neppure figlio, ma nipote acquisito, del notaio Ser Piero in Vinci. “L’unico dato attendibile nelle biografie di questo illustre personaggio “, spiega Magnani, “è quello della morte: il 2 maggio 1519. Secondo tutti i più autorevoli biografi, Leonardo era poco più che 75enne. Basta un facile calcolo per capire che nella più restrittiva delle ipotesi sia nato prima del 1444”. Incuriosita da questa analisi, tra gli altri, anche Annie Féolde, proprietaria di Enoteca Pinchiorri. Ascoltando le interessanti ricerche dello studioso, analizzando le sue opere e quelle di alcuni artisti suoi contemporanei, si è convinta che forse si debba rivedere il corretto sbarco in Italia di alcuni prodotti alimentari.

Un esempio? Nella bellissima cappella dei Magi di Palazzo Medici Riccardi, a Firenze, gli affreschi di Benozzo Gozzoli raffigurano frutti che, in base alle tradizionali datazioni, non potevano essere ancora arrivati in Europa dall’America (scoperta solo nel 1492). Da qui il dubbio della Signora del Pinchiorri: “Se si parla di dolci – come nel nostro caso, poiché abbiamo deciso di dedicare a Leonardo una serie di nuove creazioni ancora in fase di studio – all’epoca di Leonardo poteva esserci il cioccolato?”.

Non avendo ricevuto l’appoggio degli Uffizi e in attesa di ulteriori verifiche della teoria che cambia le carte in tavola sul periodo leonardesco all’Enoteca Pinchiorri gli chef non hanno ancora deciso se usare o meno questo ingrediente. E se il contenuto dei dolci non è ancora certo, di sicuro, sempre grazie alla collaborazione di Fèolde con Magnani, si è deciso di concepire i gateaux ispirandosi alle forme dei solidi platonici. Saranno cinque – piramide o tetraedro, cubo o esaedro, ottaedro, due piramidi una sopra l’altra, dodecaedro, icosaedro – e verranno associati ai cinque elementi della filosofia ayurvedica: fuoco, terra, aria, acqua, etere. Mentre prosegue la ricerca di stampi di silicone con una ditta specializzata di Padova, si pensa alle nuove creazioni come a dei cioccolatini, ognuno con un contenuto differente: nel caso del fuoco, peperoncino, per la terra, cioccolato sbriciolato, per l’aria, la meringa o qualcosa che si fonda in bocca, per l’acqua, una pralina che già viene servita in enoteca come intermezzo; per l’etere, infine, tartufo bianco.

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