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La storia di un’azienda che non ha mai smesso di giocare

Giovanni Clementoni, ceo di Clementoni.
Giovanni Clementoni, ceo di Clementoni.

Articolo tratto dal numero di dicembre 2020 di Forbes Italia. Abbonati.

“Il gioco è una cosa seria”, amava ripetere Mario Clementoni, fondatore dell’azienda che porta il suo nome, oggi leader nell’ideazione e produzione di giocattoli con 28 milioni di prodotti venduti ogni anno. La storia di questa importante e consolidata realtà industriale al 100% italiana ha radici lontane nel tempo. “L’azienda è nata da un’intuizione di mio padre nei primi anni Sessanta”, ricorda Giovanni Clementoni, figlio di Mario e ceo di Clementoni. “All’epoca si occupava di import-export di strumenti musicali e, partecipando alla fiera del giocattolo di New York, ebbe l’opportunità di accorgersi di come in Italia il segmento del gioco in scatola non fosse sviluppato quanto in America. Tornò a casa e con il sostegno della moglie lasciò il suo lavoro per dare avvio alla loro impresa”. Era il 1963 e da un garage di Recanati, con l’invenzione e la realizzazione del suo primo gioco da tavolo italiano, La Tombola della Canzone, ispirato al Festival di Sanremo, nacque Clementoni.

“Un gioco emblematico che interpreta due pilastri fondamentali per l’azienda”, spiega Giovanni. Il primo è la capacità di intuire in anticipo l’importanza del gioco, non solo come passatempo ma come utile strumento di condivisione e terreno di incontro per la famiglia. Il secondo, che ha fatto la fortuna del nostro brand, è stata la sensibilità di un uomo, che era anche un grande comunicatore, di capire l’importanza dei fenomeni, come il Festival di Sanremo, dell’allora nascente comunicazione di massa”.

Solo quattro anni dopo arriva l’idea geniale, quella che da subito si rivela capace di segnare la storia del giocattolo: nel 1967 nasce Sapientino, e con lui la filosofia dell’’imparare giocando’, per aiutare i bambini ad apprendere divertendosi. Oggi Clementoni ha sei linee di prodotto, nove filiali commerciali oltre all’headquarter in Italia (in Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna, Portogallo, Belgio, Olanda, Turchia e Polonia), una filiale operativa a Hong Kong e produce 1.400 nuovi codici ogni anno distribuiti in 83 Paesi. Un vero e proprio universo che mette al centro della propria visione i bambini e individua nel gioco un’attività capace di lasciare un segno nel percorso di scoperta, confronto e immaginazione che contribuisce alla crescita dei più piccoli e non solo.

“Noi di Clementoni siamo riconosciuti da sempre come ambasciatori del ruolo sociale del giocattolo, convinti che i prodotti che progettiamo e realizziamo ogni giorno siano prima di tutto esperienze fondate intorno al miglior bilanciamento tra divertimento e apprendimento per accompagnare la crescita delle famiglie. E mai come in questo momento, con tanti, tantissimi bambini costretti lontano da scuola, riteniamo di poter giocare un ruolo fondamentale nel supportare i genitori, a partire proprio da quei macro temi che stanno catalizzando il dibattito e il cui indirizzo contribuirà a definire chi saremo nel prossimo futuro”. In tal senso, l’azienda ha ritenuto urgente partire dalla sostenibilità ambientale che ha tradotto nella filosofia Play for Future, fatto di materiali naturali, riciclati e riciclabili e tematiche studiate ad hoc per sensibilizzare i prossimi adulti sulla necessità di instaurare un rapporto diverso con l’ambiente che ci circonda.

Non semplici giocattoli, quindi. Play For Future è un approccio trasversale che si caratterizza sia per le tematiche trattate che per i materiali utilizzati e attraverso cui Clementoni si fa portavoce della necessità di recuperare il rispetto della natura: un impegno concreto per contribuire alla crescita delle nuove generazioni. Il tema, del resto, è attuale e di importanza globale, come confermano i dati di un sondaggio Ipsos presentato a ottobre alla VII edizione di EcoForum: il 76% degli intervistati conosce il concetto di sostenibilità e un’azienda su quattro investe in modo convinto in sostenibilità già da tempo. Ancora, un italiano su due ritiene che ricerca e innovazione possano dare un contributo positivo nella transizione verso la sostenibilità e l’economia circolare.

E in questo senso Clementoni si rivela ancora lungimirante, avendo scelto di destinare il 4% del fatturato (nel periodo tra aprile 2019 e marzo 2020 è stato di 178 milioni di euro) all’attività di ricerca & sviluppo svolta da un team di 60 ‘professionisti del giocattolo’. Un investimento importante che sottolinea, per l’azienda, la centralità del gioco nel processo di crescita della persona. 

La storia di Clementoni è iniziata in un garage e The Garage è proprio il nome che è stato dato al team che si occupa in azienda di innovazione di medio-lungo periodo: un team che fa della contaminazione, della ricerca sui trend e sui consumatori e dell’esplorazione tecnologica le proprie priorità. Le partite da giocare sono tantissime: l’inclusione, il miglior bilanciamento fra fisico e digitale e nuovi approcci al divertimento di grandi e bambini. “Sono questi i temi su cui ci stiamo misurando con l’obiettivo di continuare a essere per la Generazione Alpha il punto di riferimento valoriale che siamo (e siamo stati) per i loro genitori e i loro nonni, apportando innovazione e modernità nei nostri giochi oggi come allora. In un mondo che da una parte va a tutta velocità nella direzione del digitale e dall’altra riscopre i valori di una volta, il nostro posizionamento di marca, straordinariamente attuale, è una grande garanzia per tutti quanti, come noi, credono che non si debba mai smettere di giocare, specie quando si diventa grandi”, conclude Giovanni. 

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