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Altro che rottamazione: gli imprenditori over 80 ancora in pista con le loro aziende

Articolo apparso sul numero di marzo 2021 di Forbes Italia. Abbonati!

Altro che rottamazione. Gli over 80 si prendono la rivincita e tengono il punto. Continuando a gestire con grinta e autorevolezza le loro imprese. Il segreto? Curare affari e persone con la stessa passione degli esordi. E prepararsi a passare il testimone condividendo i segreti del successo. 

Augusto Mazzolari, l’alchimista della Milano bene

Cresciuto in mezzo ai profumi, negli anni ‘50, a soli 12 anni, Augusto comincia a lavorare nel coiffeur per signore annesso alla profumeria del padre. La passione per il mondo delle fragranze, nel 1966 lo porta a creare profumi e colonie in un piccolo laboratorio, dietro corso Monforte, che oggi si estende su tre piani, con vetrine scintillanti, banconi d’epoca e commesse di grande eleganza, e riceve dal Comune di Milano l’ambito attestato di ‘Bottega Storica’. L’insegna Mazzolari, modello innovativo nel mondo delle profumerie grazie alla scelta audace di Augusto di creare un assortimento trasversale, dai prodotti di nicchia made in Italy al mass market agli accessori, rigorosamente deluxe, è apprezzato tra gli altri da Silvio Berlusconi, Luciano Spalletti, Christian De Sica, Valeria Marini, Martina Colombari, Paris Hilton. Il marchio Mazzolari è distribuito in molti Paesi e varie essenze portano il nome dei figli e dei nipoti (un omaggio del fondatore). Sulle orme del padre oggi si distingue Marina, store manager e creatrice dell’omonima linea di skincare di lusso, etica e cruelty free.

Giovanni Rana, che pasta di imprenditore

Il miglior testimonial di se stesso. Uomo sincero, dai sani valori di una volta, imprenditore tutto d’un pezzo, sempre dalla parte dei lavoratori e lontano dai riflettori, da decenni Giovanni Rana presta il volto per le campagne pubblicitarie dell’omonimo pastificio, contribuendo al planetario successo dell’azienda veronese. La quota di mercato sale di pari passo con la notorietà, oggi non c’è italiano che non lo conosca. Nato a Cologna Veneta, provincia di Verona, il 15 ottobre del 1937, Giovanni a 13 anni inizia a lavorare con i fratelli nel Panificio di famiglia finché, ventenne, avvia la propria produzione artigianale di tortellini. A guidarlo un’intuizione, legata al tessuto sociale del dopoguerra, quando una nuova generazione di donne si appresta a lavorare fuori casa, riducendo il tempo in cucina e in particolare alla preparazione della sfoglia. Sarà lui a produrre la più buona pasta fresca, seguendo gli stessi principi di mamme e nonne.

Diana Bracco de Silva, la chimica sposa la cultura

Non passa inosservata questa affascinante signora bionda dall’ampio e cordiale sorriso. Nata a Milano nel 1941 ma di radici istriane, negli anni ’60 entra a fare parte dell’azienda di famiglia fondata nel 1927 da Elio Bracco, fino a diventare ad e presidente, prendendo il timone dal padre Fulvio. Un colosso chimico biomedicale e farmaceutico, una multinazionale della salute leader mondiale nella diagnostica per immagini, con un fatturato consolidato di oltre 1,29 miliardi di euro, 3.420 dipendenti e un patrimonio di duemila brevetti. Laurea in chimica all’Università di Pavia (dove conosce Roberto de Silva, che diventerà suo marito e cofondatore del marchio di cosmetici Bracco de Silva), le verranno assegnate anche quelle honoris causa in Farmacia e in Medicina. Diana è alla guida del Centro Diagnostico Italiano, un’eccellenza della Sanità lombarda, ed è passata in diversi Cda, dal Museo Poldi Pezzoli all’Accademia della Scala. Gran lavoratrice, determinata e tenace, guida per Confindustria il progetto B20WomenEmpowerment (con il compito di creare una Special Initiative), l’autorevole Engagement Group riservato alle imprese per supportare la Presidenza italiana del G20 con proposte del mondo economico.

Giannola Nonino, ambasciatrice della Grappa nel mondo

Da sempre riconosciuta Regina della grappa, non ha dimenticato i primi passi della sua straordinaria carriera quando, alle sette del mattino, partiva con la Seicento per vendere il prodotto, unica pausa un panino di mortadella per il pranzo. Giannola Bulfoni, classe 1938, a 18 anni s’innamora di Benito Nonino, dell’omonima azienda specializzata nell’arte della distillazione artigianale, ed è lei a decidere di sposarlo. La stessa determinazione che ne ha fatto un’imprenditrice di successo; con Benito ha nobilitato la Grappa facendola conoscere nel mondo, e inventando il Monovitigno Nonino, distillato in purezza con sole vinacce di Uva Picolit. Una rivoluzione, presa ad esempio in Italia e nel mondo. Oggi la Nonino, ancora a gestione familiare, ha un fatturato di 14 milioni di euro, il 55% in oltre 78 Paesi. Celebrata ‘Migliore Distilleria del Mondo 2019 by Wine Enthiusiast”’ prestigioso premio internazionale per gli Spirits, la prima volta per l’Italia e per la Grappa in 20 edizioni. La famiglia Nonino (tre figlie, otto nipoti di cui sette femmine) ha contribuito a fare conoscere il Friuli, grazie anche al prestigioso Premio Nonino, giunto alla 45° edizione. Con un’autorevolezza che ha anticipato ben 5 Premi Nobel.

Arrigo Cipriani, una Serenissima carriera

Classe 1932, è l’erede del leggendario Harry’s Bar di Venezia, in Calle Vallaresso, lato ovest di piazza San Marco, fondato dal padre Giuseppe nel 1931, divenuto Monumento Nazionale nel 2001. Appena 5 metri per 9 in una via poco battuta, è divenuto celebre per le swinging doors, il tavolo di Hemingway, i Bellini a base di succo di pesca naturale. Splendido 88enne, charmant e pieno di vigore, Arrigo Cipriani è il patron di un Gruppo con oltre 3mila dipendenti. E nonostante abbia lavorato una vita intera, ancora oggi ci tiene a ricevere personalmente i clienti, diventati spesso amici. Un grande uomo e un piccolo bar diventati leggenda (è lui che ha preso il nome dal locale e non viceversa, come accade di solito). Laurea in Legge, cintura nera di karate (è 3° dan e anche istruttore), appassionato di auto e delle velocità adrenaliniche (nel tempo libero guida una Mercedes Amg da oltre 500 cavalli), il patron ha girato il mondo. E ispirato una rete del buon mangiare nei 25 locali tra Londra a Dubai, New York, Hong Kong e Riyadh. Arrigo è un monumento nel mondo della ristorazione, molto lontano per filosofia e impegno ai superchef in tv, che inseguono fama e non autenticità.

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