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In che modo la legge Gelli ha cambiato la professione sanitaria ridisegnando i confini della responsabilità medica

Articolo tratto dal numero di marzo 2021 di Forbes Italia. Abbonati!

Il fatto che la medicina non sia una scienza esatta non mette al riparo i sanitari da cause nei loro confronti. Che negli ultimi anni sono aumentate considerevolmente e rischiano di crescere ulteriormente nella complicata stagione che stiamo vivendo. Questo spiega perché il settore sia diventato uno dei più interessanti per chi si occupa di consulenza in ambito legale, ma allo stesso tempo i clienti devono fare una scelta oculata del legale al quale affidarsi in quanto è fondamentale che il professionista abbia una buona esperienza in materia.

“La responsabilità medica ha vissuto con la Legge Gelli del 2017 una rivoluzione che definirei copernicana”, esordisce Edno Gargano, titolare dello studio Gargano EG Avvocati, con sede a Pescara forte di una grande esperienza in questo campo.

L’avvocato fa riferimento alla normativa che ha posto il nostro Paese al passo con il resto d’Europa, cambiando i connotati della responsabilità civile e penale degli esercenti la professione sanitaria e, ridisegnando i confini della colpa medica. “Una legge che ha liberato i camici bianchi dai lacci della medicina difensiva praticata nel tentativo di ridurre il rischio di essere citati in giudizio e di precostituirsi prove a discarico”, ricorda.

Un intervento, dunque, che il legislatore ha concepito sia per proteggere i sanitari, sia per evitare una congestione dei tribunali in una fase in cui lo sforzo è in direzione opposta. La legge Gelli in particolare regolamenta l’attività di gestione del rischio sanitario introducendo obbligatoriamente nelle strutture pubbliche e private i servizi di risk management. “Un passaggio fondamentale in termini di prevenzione del rischio che consentirà di diminuire i danni ai pazienti, tutelandoli quindi, e di cancellare il far west del contenzioso”.  Ma non solo: il provvedimento riporta sulla scena l’obbligo di assicurazione introducendo una rete di copertura assicurativa o analoga misura erga omnes: dalle strutture sanitarie pubbliche e private ai medici dipendenti (per questi ultimi solo per le azioni di rivalsa), fino ai professionisti sanitari che esercitano in libera professione, o comunque una congrua copertura per i sinistri. 

“Un passo ulteriore verso la garanzia di risarcimento dei danni per i pazienti e un’ulteriore tutela per i professionisti”. Ricordando come ora possano finire a processo solo quei casi che realmente sono meritevoli del vaglio del giudizio e non le pretese infondate, pretestuose e strumentali a ottenere risarcimenti non dovuti. “Grazie all’accertamento tecnico preventivo si deflazionerà il giudizio civile. Inoltre l’esclusione di responsabilità in caso siano seguite le linee guida e le buone pratiche per le contestazioni di imperizia, deflazionerà il giudizio penale, mentre per la rivalsa la giurisdizione della Corte dei Conti offrirà garanzie di terzietà in caso di addebito di colpa grave”, aggiunge.

In particolare, il legislatore ha revisionato la configurazione della colpa grave (derivante da condotte imperite) e prescritto ai professionisti il rispetto delle linee guide dell’arte o, in loro assenza, delle buone pratiche, richiedendone tuttavia l’adeguatezza al singolo caso concreto clinico-assistenziale. Inoltre è stato introdotto un ulteriore strumento conciliativo e alternativo alla mediazione, l’accertamento tecnico preventivo diretto alla composizione della lite. “Questo strumento pone l’obbligo, per il consulente tecnico, di effettuare un tentativo di conciliazione alla luce di quanto emerso dall’attività di accertamento”, sottolinea Gargano. Che ricorda come una peculiarità della norma sia l’introduzione dell’obbligo di formulare una proposta di risarcimento del danno sulla base di quanto emerso a seguito dell’accertamento tecnico preventivo.  

Il team dello studio Gargano EG Avvocati

Lo studio tratta cause di malasanità da oltre un decennio, collaborando con diversi specialisti esperti nelle varie branche della medicina, provenienti da tutta Italia. Che bilancio è, dunque, possibile fare della legge? Gargano si esprime in senso positivo dato che “ha contribuito a rendere più chiari i criteri di responsabilità dei sanitari e delle strutture, il tutto in tempi più ragionevoli”. 

In definitiva, con il nuovo provvedimento sono stati conciliati interessi molto differenti: “La tutela dei pazienti e il loro diritto a un giusto risarcimento in caso di danno, la possibilità per i professionisti sanitari di lavorare senza la costante preoccupazione dei processi, la disponibilità sul mercato di idonee coperture assicurative, le esigenze di una giustizia che si fondi su accertamenti non solo medico-legali ma anche specialistici”. Così, ora il magistrato che si occupa di malpractice deve infatti affidare la ricostruzione della vicenda clinica a specialisti della branca coinvolta, e nominare un cosiddetto collegio di periti.

Lo studio Gargano si occupa anche di un altro tema oggi molto caldo, il diritto del turismo, con tutte le implicazioni che ne derivano in tempo di pandemia. “Patrociniamo cause per lo più contro le compagnie aree per i disservizi subiti dai passeggeri e legati a cancellazione e ritardi prolungati di voli, overbooking, bagagli smarriti o danneggiati”, racconta l’avvocato.

La pandemia ha causato migliaia di cancellazione di voli e la stragrande maggioranza dei biglietti non è stata rimborsata cash (“Come invece previsto dalla Carta dei diritti del passeggero”), ma ricorrendo ai voucher.” Questi ultimi hanno una durata di 18 mesi, e, una volta scaduti senza che siano stati utilizzati, i passeggeri possono richiedere il rimborso in denaro”, conclude. “Questo genererà migliaia di contenziosi, quando cominceranno a scadere i primi voucher.

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