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Chi è Romana Liuzzo, storie e progetti della mente che guida la Fondazione Guido Carli

Pochi giorni prima di andarsene, Guido Carli le disse al telefono che era “la sua nipote preferita”. Lei, Romana Liuzzo, lo ha ricambiato spendendosi per tenere viva la memoria dell’ex ministro del Tesoro e governatore di Bankitalia, uomo di sicuro spicco della Repubblica italiana. Lo fa attraverso la Fondazione Guido Carli, che presiede, e con l’omonimo premio giunto ormai alla dodicesima edizione. Un riconoscimento per tutti coloro che si sono distinti per il loro impegno sociale, i successi in campo imprenditoriale, oltre che per aver portato lustro al talento e alla genialità italiana nel mondo. Il 7 maggio è il giorno dei premiati dell’annata 2021. E per il futuro c’è il progetto nel cassetto di dedicare un ramo della Fondazione anche alla nonna che le ha trasmesso l’amore per gli animali. “Proprio quest’anno”, dice, “abbiamo inaugurato una sezione della nostra attività culturale dedicata alla tutela degli animali vittime di maltrattamenti”.

La presidente della Fondazione Guido Carli ha vissuto una ricca carriera da giornalista prima a Repubblica, poi a Panorama dove è stata vice capo servizio e infine a Il Giornale come cronista parlamentare. “Ho vissuto finora una vita intensa”, racconta a Forbes, “Di ricordi ne conservo tantissimi. Il giornalismo ha accompagnato quasi tre decenni della mia carriera. Ricordo con particolare piacere il mio primo impegno professionale a Repubblica, anni di un giornalismo ancora artigianale, se si vuole, ma condotto sul campo, alla ricerca diretta delle fonti, e non davanti a un pc”. Oggi, però, il mondo è cambiato: “E così anche il modo di fare giornalismo. Per questo ora ho deciso di dedicarmi esclusivamente alla Fondazione”.

Già, la Fondazione, un altro aspetto fondamentale della sua vita professionale che oggi continua a darle sensazioni forti. “Ricordo con emozione profonda l’incontro con Papa Francesco”, prosegue, “i riconoscimenti e l’udienza che mi ha concesso il capo dello Stato Sergio Mattarella, che proprio in questi giorni mi ha insignito dell’onorificenza di Ufficiale della Repubblica”. Sempre attraverso la Fondazione ha ritrovato John Elkann, il cui nonno, Gianni Agnelli, era amico del cuore del suo. E ricorda con piacere la vivacità intellettuale dell’incontro con l’ad di Eni, Claudio Descalzi: “Rimasto sempre al mio fianco nella giuria”. Un altro bel ricordo, aggiunge Liuzzo, è stata la consegna a una casa famiglia di pacchi pieni di dolci: “Le loro immagini inviate successivamente mi hanno commosso”.

“Guido Carli era uno statista, un servitore dello Stato”, ricorda, “ma per me era solo mio nonno. Con lui e la nonna Maria, pittrice e poetessa, ho trascorso quasi tutta la mia infanzia”. Di lui ricorda la sete di sapere, sfociata nelle due lauree in Economia e in Giurisprudenza. La sua biblioteca con diecimila volumi e le letture di Lev Tolstoj in lingua originale. Già, perché Carli “studiava le lingue senza mai fermarsi con una curiosità senza pari, ne conosceva quattro: parlava perfettamente inglese, francese, russo, spagnolo e avrebbe voluto impanare una quinta, il cinese”.

Sebbene non ami darsi obiettivi a lungo termine, la presidente della Fondazione intende dedicarsi al contrasto al bullismo nelle scuole, fino al piano di aiuti alle donne vittime di violenza anche sul piano sanitario e chirurgico. “Dopo l’incontro con Papa Francesco che, come ho detto, mi ha segnata profondamente, con i miei consiglieri (il notaio Alfredo Becchetti, il medico veterinario Federico Coccìa, il manager Cristiana Falcone, il vaticanista Ignazio Ingrao, l’imprenditrice Debora Paglieri e la giornalista e conduttrice tv Barbara Palombelli), stiamo mettendo in cantiere un progetto che ci permetta di sostenere, con il beneplacito della Chiesa Cattolica, iniziative benefiche all’estero”.

Dalla Fondazione è arrivata inoltre la proposta d’istituire una “Giornata nazionale della Rinascita”, ovvero un progetto culturale con l’obiettivo di coltivare e alimentare un clima diffuso di ottimismo e di speranza, nonostante l’emergenza sanitaria. “La Fondazione Guido Carli”, fa notare la sua presidente, “del resto ci ha sempre fermamente creduto. Mai disperarsi, lottare e lavorare per costruire un futuro migliore”.

Intanto, la nuova edizione del Premio Carli avrà alcune novità all’insegna dell’ottimismo e della positività. A partire dalla rosa dei premiati, che ora prevede 14 categorie e non più solamente economisti e imprenditori, ma anche personaggi del mondo della sport, della danza intesa quale simbolo di gioia. La giuria è composta dal consueto gruppo di personaggi illustri come Gianni Letta, presidente onorario della Fondazione; Ornella Barra, Co-Coo for Walgreen Boots Alliance; Vincenzo Boccia, presidente della Luiss Guido Carli; Urbano Cairo, presidente della Cairo Editore; Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, Claudio Descalzi, ad di Eni; Lavinia Biagiotti, Ceo e presidente di Biagiotti Group; Stefano Lucchini, Chief Institutional Affairs and External Communication Officer Intesa Sanpaolo; Giovanni Malagò, presidente del Coni; Giampiero Massolo, presidente di Fincantieri; Barbara Palombelli, giornalista e conduttrice televisiva; Antonio Patuelli, presidente dell’Abi; Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2; Francesco Starace, Ad e direttore generale dell’Enel.

Oltre al tradizionale premio speciale e a uno alla carriera, ce ne sarà uno alla solidarietà. “Una cosa, però, tengo ad aggiungerla”, conclude Liuzzo, “Dopo un anno pieno di pandemia, in una lotta quotidiana combattuta soprattutto nelle corsie degli ospedali, avremmo voluto premiare medici, infermieri, virologi. Ma assegnare un riconoscimento a uno solo di loro non avrebbe reso giustizia all’enorme lavoro che hanno condotto. Virtualmente lo facciamo. Sono tutti premiati”.

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