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A tu per tu con il gestore dell’albergo-comunità della Stanford University frequentato anche da Elon Musk, Larry Page e Sergey Brin

Vi si può incontrare Larry Page, co-fondatore di Google con Sergey Brin, suo business partner e studente della Stanford University. A volte, Page ha mandato qui addirittura auto elettriche a prelevare i suoi ospiti e clienti per portarli nella sua casa di Palo Alto. Vi risiede Elon Musk, quando è in città e non dorme da amici. Lo frequentano regolarmente Tim Draper e tanti altri venture capitalists, ingegneri, avvocati, professori di Stanford, agenti immobiliari, socialites locali, dirigenti corporate delle aziende high tech e aspiranti imprenditori. Il Rosewood Sand Hill, a Menlo Park, di proprietà della Stanford University, è considerato anche uno degli hub più grandi di venture capitalist. Alcuni di questi, durante la pandemia e non, vivono perfino nelle sue ville oltre che nelle sue suite, altri frequentano i suoi popolarissimi ristoranti e il bar, o si vedono lavorare ai tavoli e alle panchine dei numerosi giardini. Del resto, il Rosewood Sand Hill, che è insieme un albergo, un resort, un centro d’affari e una comunità, con l’atmosfera di un “country club pubblico”, è sulla Sand Hill Road. È la stessa strada dove si trovano lo Stanford Linear Accelerator Center, oltre alcune delle aziende di venture capital più grandi al mondo e altre come Perkins, Amazon, Google, Draper, Fisher, Jurvetson, che ha aiutato a fondare Tesla, Skype e Hotmail, Microsoft, Twitter, Caufield & Byers, il primo investitore di AOL. Philip Meyer, il direttore generale del Rosewood Sand Hill e il vice presidente regionale della divisione della costa ovest del gruppo Rosewood Hotels & Resorts ci racconta la storia di questi luoghi magici.

Rosewood Sand Hill è di proprietà della Stanford University, da cui sono usciti e continuano a uscire molti dei migliori talenti del mondo high tech e dell’imprenditoria.

La nostra partnership con i nostri proprietari è fondamentale e anche grazie ad essa siamo riusciti a superare bene il periodo della pandemia. La Stanford University è di certo un supporto meraviglioso, da noi soggiornano anche tutte le famiglie dei laureati e molto spesso fanno le feste da noi. È bello vedere la gente che osserva i nostri ospiti o chi ci frequenta e dice: “Oh, è quello che ha inventato WhatsApp”. Oppure: “Ah, ecco chi ha fondato Facebook…”. O, ancora: “Gestisce Linkedin… È l’amministratore delegato di Apple, Google, Facebook…” Alcuni di questi personaggi sono facilmente riconoscibili, altri sono sottovalutati, svariati non si sospetterebbe mai chi sono. Stanford ha avuto la visione di costruire un resort in questa posizione quando molti erano scettici.

Come si distingue il Rosewood Sand Hill da ogni altro luogo al mondo?

Il Rosewood Sand Hill è unico, in quanto è una sorta di ibrido: resort, hotel, comunità. È un luogo, dove gli ospiti si sentono a loro agio, e sono anche a loro agio nel fare affari in piscina come in una delle sale riunioni. È ai margini di San Francisco e San Jose, nel cuore della Silicon Valley, ma circondato da una natura magnifica. Inoltre, vantiamo alcuni dei locali più alla moda della zona. Il nostro ristorante Madera vanta una stella Michelin oltre che il nuovo chef Robert Sulatycky, che sperimenta una cucina californiana contemporanea e creativa. Ci sono poi il ristorante dello chef Ravi Kapur, il Liholiho Yacht Club, con piatti di gastronomia hawaiana e asiatica, con ingredienti freschi californiani, la Sense spa che offre trattamenti di superlusso, tra cui uno scrub allo zucchero infuso in oro di 24 carati, una grande piscina dove facciamo cocktails party, un centro fitness che si estende all’aria aperta e molti prati, dove praticare lezioni gratuite di yoga con la wellness coach Gina Sutton. Abbiamo inoltre il salone di Alex Chases, dove viene a farsi fare i capelli tutta l’high society di San Francisco, e il negozio di gioielli Stephen H. Silver. Lo Stanford Golf Course funge da “casa” per talenti come Sandy Tatum, Tiger Woods, Tom Watson, e i nostri ospiti possono avervi accesso.

Il vostro bar è anche famoso come posto dove concludere affari o fare connessioni importanti…

L’arte del mixology è di certo un punto di forza del nostro vivacissimo bar. Lavoriamo con diversi marchi per creare cocktail unici. Stiamo, per esempio, realizzando un progetto con The Bad Stuff Tequila per realizzare un bar pop-up “surf shack” in piscina, chiamato Rosewood Yacht Club. Con Hendricks Gin stiamo per portare a termine un California Garden Terrace, con Flowers Winery un giardino pop-up di degustazione di vini.

    Rosewood Sandhill
    Rosewood Sandhill

Siete molto attivi e aperti sul fronte delle partnership.

Abbiamo di recente appena cominciato una nuova collaborazione con Mercedes-Benz USA. Al Rosewood Sand Hill gli ospiti possono adesso testare gratis i nuovi modelli, MY20 AMG E53 Cabriolet e MY20 GLS580, durante il loro soggiorno. Abbiamo tenuto i party della rivista Modern Luxury. Lavoriamo con molte cantine di vini, tra cui consiglio Brand Winery a Napa. I proprietari, Chistine O’Sullivan e suo marito Jim Bean, ex dirigenti di Apple, hanno acquistato la proprietà a gennaio 2019. E, hanno usato gli insegnamenti di Steve Jobs, per lanciare il loro piccolo business durante il periodo del Covid-19. Abbiamo collaborato invece con Ernest Vineyards a Napa per produrre un nostro vino. È il Madera Pinot Noir, prodotto con lotti di uve accuratamente selezionati. Con Madera, siamo un ristorante vincitore del Wine Spectator Grand Award.

Siete anche un famoso centro di venture capitalists. Chi sono i vostri maggiori clienti? 

Proprio come il mercato azionario ha Wall Street e New York ha Broadway, Los Angeles ha Rodeo Drive, i venture capitalists hanno Sand Hill Road. La via è lunga 5,6 miglia a Menlo Park. Si deve solo guardare su una mappa di Sand Hill Road e si vede l’elenco dei partner con cui lavoriamo regolarmente come Silverlake, Greylock, Andressen/Horowitz, Nea, Sequoia Capital, Accel KKR, Silicon Valley Bank, JP Morgan, Morgan Stanley. Rosewood Sand Hill è il loro luogo di soggiorno.

Organizzate molti eventi con brand di lusso per soddisfare le esigenze dei vostri clienti, come per creare un fitto network.

Abbiamo diversi eventi durante tutto l’anno. Ad esempio, ogni mese ospitiamo “Cars & Coffee” in collaborazione con la Ferrari della Silicon Valley.  Abbiamo lo spazio e l’accessibilità per meravigliose esperienze di guida, con Bentley, Bmw, Cadillac, e, come ho detto, Mercedes. Tutte queste aziende hanno avuto eventi presso di noi per mostre e prove su strada dei loro modelli più recenti. Gran parte di questo mercato è verso l’elettrico e presto arriveranno nuovi protagonisti con cui lavoreremo come Lucid Motors, mentre si preparano al lancio.

Lei che vive da anni a Palo Alto, come definirebbe la Silicon Valley a chi ci deve venire la prima volta?

Menlo Park e Palo Alto sono molto collegate e a volte i confini delle città diventano sfocati. Ad esempio, Menlo Park inizia sulla baia con il campus di Facebook in espansione fino a Rosewood Sand Hill. Palo Alto ha un’atmosfera molto cool nel centro, con un eclettico mix di persone: le calde serate estive vedono un brusio di energia di gente che si gode la varietà di ristoranti e bar all’interno e all’esterno di University Avenue. La città si rivolge a tutti, da semplici pizzerie, gelaterie a ristoranti sofisticati come Bird Dog e, persino, un Nobu. Gli affari sono fatti ovunque qui: perfino durante l’escursionismo, un giro in bicicletta sulla via Old La Honda, durante il golf a Stanford.

La pandemia, con un forte homeworking e Zoom, ha provocato una “fuga” di aziende high tech o del loro personale alle Hawaii, a Miami, nel Texas… Cosa pensa di questa fase?

Credo che si debba considerare questa tendeza con grande attenzione. Non riguarda solo le aziende in sé, ma grandi amministratori delegati, come Elon Musk, che se ne è andato, e pure HP e Oracle sono due “big” che si stanno muovendo in questa direzione… Ma non mi preoccupa molto, perché la Silicon Valley ha una solida base con la Stanford University.  Di certo, la pandemia ha costretto molte aziende e persone a considerare di fare il proprio lavoro in qualsiasi luogo. Queste politiche potrebbero essere difficili per la Silicon Valley a lungo termine, a causa dell’alto costo degli alloggi, le tasse elevate e le normative rigorose. Sono punti di impatto altrettanto significativi da considerare e cercare di affrontare. Per ora, comunque, noi non abbiamo sentito molto questa crisi. Ci sono ancora tante aziende e startup attive qui, come gli investimenti non sono calati.

Una moda che si è diffusa, invece, di più durante la pandemia è quella della bicicletta…

Il ciclismo è il nuovo campo da golf nella Silicon Valley: gli affari vengono discussi, le relazioni si formano e gli affari vengono fatti mentre un certo cameratismo su due ruote prende forma all’interno di gruppi vivaci. Abbiamo alcune delle migliori strade ciclabili qui. Il ciclismo è un’altra passione per me e so bene come sia un modo per sfuggire allo stress quotidiano. Lavoriamo anche con alcune società di tour in bicicletta: DuVine è un partner forte con i loro tour della California settentrionale e speriamo di stabilire più partnership. Lavoriamo anche con il negozio Palo Alto Bicycles. Le biciclette elettriche rendono il ciclismo più accessibile a molte più persone pur rimanendo un modo di fare esercizio fisico.

Lei è anche il vicepresidente regionale per la divisione West Coast di Rosewood Hotels & Resorts. Come ha intenzione di espandersi il gruppo in futuro?

Rosewood si sta espandendo a livello globale molto velocemente, quindi noi come squadra sul campo dobbiamo tenere il passo. Per la West Coast abbiamo proprietà già annunciate come Kona Village alle Hawaii e altre che verranno svelate molto presto. È sicuro dire che stiamo esaminando le opportunità nelle città principali e come potrebbero poi alimentare le proprietà dei resort: l’Europa è un buon esempio di ciò avendo recentemente annunciato Rosewood Rome, che fornirà un eccellente gateway per la nostra bellissima proprietà toscana Castiglion del Bosco.

Lei come è arrivato in Silicon Valley?

Sono cresciuto in Inghilterra. In principio, cominciai a lavorare consegnando giornali prima e dopo la scuola per riuscire ad avere la prima “paghetta”. Poi, decisi che volevo essere un ciclista professionista e vincere il Tour de France: iniziai a pedalare in Inghilterra da giovanissimo, dopo una vacanza in Francia, quando vidi per caso passare il tour.  Alla fine lasciai la casa dei miei genitori a 16 anni per iniziare a lavorare in un hotel. Allora guidavo un autobus in un hotel e mi resi conto che volevo avere una professione in questo campo. Iniziai, quindi, una formazione professionale presso la scuola alberghiera, studiando e lavorando allo stesso tempo. Approdare in Silicon Valley, dopo diversi anni a Vancouver, mi è parso uno sbocco naturale.

Come ha deciso di lavorare proprio nel settore alberghiero?

Ho amato da subito la vita in hotel, incontrare così tante persone interessanti, imparare a conoscere i vini, la gastronomia. Così lavorare in questo ambiente divenne rapidamente una passione per me. Dopo alcune posizioni dirigenziali in alcuni hotel di lusso nel Regno Unito, decisi di trasferirmi in Canada per gestire un delizioso boutique hotel sul Lago Joseph a Muskoka. Ho vissuto poi 20 anni a Vancouver, gestendo il Relais & Chateaux Wedgewood Hotel & Spa prima di approdare al gruppo Rosewood e alla loro proprietà lì, il Rosewood Hotel Georgia. Dopo tre anni e mezzo ho colto al volo l’opportunità di venire negli Stati Uniti.

Ha qualche episodio che ricorda nella sua carriera?

Una delle mie prime grandi esperienze è stata il superamento dell’esame di guida lo stesso giorno in cui avrei dovuto servire Sua Maestà, la Regina Madre, al delizioso hotel Mermaid Inn, a Rye in Sussex. Programmai l’esame in anticipo, perché sapevo che dovevo passare, per poi tornare a lavorare e prepararmi ad accoglierla nel modo migliore. Adoravo viaggiare e, dopo la scuola alberghiera, entrai nel team della nave da crociera QE2, dove mi dovetti occupare del capitano e degli ospiti Vip. Viaggiare per il mondo per tre anni, fu qualcosa di illuminante che mi diede molta professionalità e capacità di risolvere qualsiasi problema. 

Quali sono le capacità per lei per avere successo in una professione come la sua?

La capacità di mettere a proprio agio le persone è importante, la chiamo la relazione con l’ospitalità alberghiera. Non importa chi siano i clienti. Perché, in fondo, molte persone vogliono solo un po’ di privacy e relazioni rispettose. Credo che queste relazioni personali siano estremamente importanti.

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