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Jeff Koons, oltre 40 anni dell’artista statunitense in mostra a Firenze a Palazzo Strozzi

Ci sono mostre d’arte destinate a rimanere indelebili nella mente dei visitatori. Quella di Jeff Koons – tra i più grandi artisti contemporanei e detentore di diversi record nel sistema dell’arte – ospitata fino al prossimo 30 gennaio a Palazzo Strozzi a Firenze, è certamente una di queste.

Oltre quarant’anni dell’artista statunitense, raccontati attraverso le sue opere: dalle celebri sculture in metallo perfettamente lucido, agli iconici giocattoli gonfiabili come il celebre Rabbit (battuto da Christie’s per 91 milioni di dollari, record per una opera d’arte di un’artista vivente) e ancora: Ballon Dogg, l’icona pop Hulk e Elephant, per arrivare fino alla ultima serie Gazing Ball, in cui  luminosissime sfere di cristallo lucido sono posizionate su sculture e dipinti del passato.

Autore di lavori entrati nell’immaginario collettivo grazie alla capacità di unire le varie sfaccettature della cultura alta, impreziosita da raffinati riferimenti alla storia dell’arte, mescolata al mondo del consumismo, Koons trova nell’idea di Shine (lucentezza) un principio chiave delle sue sculture e installazioni.

Le opere mettono in discussione il rapporto con la realtà e anche il concetto stesso di opera d’arte. Il significato di Shine è qualcosa che va oltre il concetto di decorazione e diviene elemento intrinseco della sua arte. Per questo motivo tutte le opere di Koons sono dotate di una proprietà riflettente in cui lo spettatore può specchiarsi dando vita a una nuova realtà.

“Il lavoro dell’artista – dichiara Koons – consiste in un gesto con l’obiettivo di mostrare alle persone quale sia il loro potenziale. Non si tratta di creare un oggetto o un’immagine, tutto avviene nella relazione con lo spettatore. È qui che avviene l’arte “.

La mostra che viene portata in scena a Firenze è stata sviluppata dai due curatori, Arturo Galantino e Joachim Pissarro, in stretto dialogo con l’artista. I tre, con il proprio staff, hanno iniziato a lavorare prima dello scoppio della pandemia e hanno fortemente voluto portare avanti l’esibizione più attesa a livello internazionale nell’autunno/inverno.

    La mostra di Jeff Koons
    La mostra di Jeff Koons
    La mostra di Jeff Koons
    La mostra di Jeff Koons
    La mostra di Jeff Koons
    La mostra di Jeff Koons
    La mostra di Jeff Koons

“Abbiamo lavorato diversi anni per realizzare a Palazzo Strozzi questa grande mostra su Jeff Koons, una delle figure più significative dell’arte contemporanea a livello globale, continuando così la nostra sequenza di esposizioni dedicate ai maggiori protagonisti dell’arte contemporanea”, ha dichiarato Galantino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi. Per la prima volta si indaga un aspetto unico e caratteristico dell’arte di Koons, quello legato alla riflettenza e alla luce. Lo “Shine”, che dà il titolo all’esposizione, è il principio chiave delle sculture e dei dipinti esposti all’interno della severa architettura quattrocentesca di Palazzo Strozzi, in un dialogo essenziale tra le forme platoniche delle opere e la regola aurea di un contenitore perfetto.

Realizzare a Firenze una delle più importanti mostre di Jeff Koons significa pensare alla città come a una moderna capitale culturale, in grado di partecipare in modo attivo all’avanguardia artistica del nostro tempo”.

“Ogni giorno mi do dei pizzicotti perché sono fortunato, grazie all’arte la mia vita si è trasformata”, dichiara Jeff Koons. “Ho sempre voluto partecipare alla vita e sentirla. Ho sempre cercato di capire ciò che mi circondava e trarne il meglio. Questo sono riuscito a farlo solo grazie all’arte, che è un veicolo che connette tutte le discipline umane“.

E ha poi concluso: “Per questo la vita mi ha permesso di continuare a divenire ogni volta. L’arte ci consente di mantenere un contatto con i nostri predecessori. Un legame che ci migliora. Quando succede, ci si apre anche di più verso gli altri, attraverso la rimozione del pregiudizio e l’accettazione.

Amo il lavoro di Michelangelo e di Verrocchio. Questo amore mi consente di divenire e “Shine” riguarda proprio questo, l’accettazione di sé e degli altri per una vita più significativa“.

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