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Small Giants

Innovazione, tecnologie green e formazione: la ricetta di Cisco per il futuro delle imprese

Articolo tratto dall’allegato Small Giants del numero di settembre 2022 di Forbes Italia. Abbonati!

Scorrendo i titoli dei giornali si direbbe che il mondo, dall’economia all’umanità stessa, sia entrato in un tunnel illuminato solo da lampi bellici. Enrico Mercadante, sales director and innovation Southern Europe di Cisco tuttavia ha ancora qualche buona notizia da darci. La sua visione costruttiva dello sviluppo digitale che stiamo vivendo, specialmente in riferimento al mercato italiano, delinea uno scenario molto effervescente e rassicurante, soprattutto per chi sviluppa soluzioni tecnologiche che siano destinate alle imprese.

La voce di Cisco ha un peso importante a livello mondiale, visto che l’80% del traffico internet transita su apparati e reti di sua proprietà, impiega ben 79.500 addetti e ha registrato una revenue nel 2021 di 50 miliardi di dollari. “Pensiamo solo a quanti italiani, nel giro di pochi anni, usano il loro spid, la chiave di accesso a una serie di servizi essenziali per il cittadino, quella che ormai definiamo identità digitale. Qualche anno fa tutto questo era pura teoria, oggi invece è diventata pratica”. 

Enrico Mercadante
Enrico Mercadante, sales director and innovation Southern Europe di Cisco

Le aziende vivono uno sviluppo digitale inedito, basti pensare alla crescita del mercato cloud che in Italia vola al +40%. Mancano però gli specialisti, è d’accordo?

È innegabile. Per questo Cisco sta impegnando risorse e attivando collaborazioni di alto livello: parlo della Networking Academy, con 2 milioni di studenti iscritti ogni anno a livello internazionale. Sul mercato italiano, da quando avviammo Digitaliani nel 2016, abbiamo formato oltre 250mila professionisti. E siamo orgogliosi di avere partnership con la Bocconi, con il PoliMi e con il Federico II di Napoli, tutti centri di eccellenza della nostra accademia.

A che punto siamo sul fronte cybersecurity?

Noi proteggiamo 840mila reti, 67 milioni di mailboxes e 87 milioni di endpoints di clienti in tutto il mondo. Detto questo, il bisogno di sicurezza è in continua crescita di fronte ad attaccanti che non dormono mai e creano continui problemi alle aziende, alla pubblica amministrazione e ai governi. La nascita dell’agenzia nazionale per la cybersecurity è un bel passo avanti e l’impiego di intelligenza artificiale e algoritmi sta migliorando lo scenario.

Chi attacca ha bisogno di pochi minuti. E chi deve risolvere i problemi e proteggere i dati?

Questa è una delle fragilità. Ci sono casi di aziende che si rendono conto di essere sotto attacco dopo un lungo periodo di tempo, anche mesi. In questo l’aiuto di algoritmi intelligenti è essenziale. Ad esempio: se si rileva un traffico anomalo su una rete, scatta l’allarme senza che il security manager debba destinare personale umano a questa forma di controllo.

Nella società connessa siamo tutti dentro una filiera e nessuno è immune da rischi.

È vero, lavoriamo e viviamo su un unico continente digitale e connesso. Sia le grandi aziende con migliaia di addetti sia le piccole imprese fanno parte di un grande ecosistema. È una filiera dove un solo granello di sabbia può inceppare il meccanismo. Chi sviluppa un modulo applicativo che non funziona al meglio può compromettere l’intera esperienza degli utenti. Esempio: se voglio comprare un biglietto aereo e la risposta dell’app non è soddisfacente, i tempi sono lunghi, il percorso di acquisto poco fluido e non acquisterò più da quella compagnia aerea. Cisco tra i vari compiti ha anche questo: segnalare alle aziende le anomalie di queste app in tempo reale. Tornando agli algoritmi, è fondamentale l’uso dei dati con cui addestro un determinato algoritmo, quindi figure professionali come data analyst e data scientist sono tra le più richieste del momento. I professionisti delegati a gestire questi processi devono comunque sapere anche di matematica, statistica, essere cioè multidisciplinari e avere una chiara visione del contesto in cui stanno operando.

Che peso hanno gli investimenti messi in campo da Cisco sul miglioramento dell’esperienza applicativa? 

Negli ultimi quattro anni abbiamo investito quattro miliardi di dollari in importanti acquisizioni come quella di Cisco AppDymamics.

Un altro grande tema è quello del metaverso, la realtà immersiva che abolisce lo schermo tra noi e la rete.

Il futuro di internet è un tema fondamentale, poiché porta avanti la società digitale che stiamo costruendo. Il tema è molto complesso poiché coinvolge le persone, le macchine che parlano ad altre macchine (machine to machine), i pc e altri miliardi di oggetti connessi con la modalità Internet of Things. Questa complessità va semplificata e resa intelligente, sicura, semplice, sostenibile e scalabile. In un prossimo futuro internet dovrà ripararsi da sola quando nasceranno dei guasti, questo almeno è l’obiettivo.

Si dice che non ci saranno industrie senza sostenibilità. Voi come approcciate questo tema?

Siamo molto sensibili alla sostenibilità con un obiettivo concreto: emissioni nette zero di gas serra entro il 2040. Anche in vista di una tecnologia meno inquinante abbiamo creato un chip per gli apparati che costituiscono internet che si chiama Silicon One, con 12.8 terabyte di capacità. Con questo chip le performance aumentano del 35% e il consumo di energia è ridotto di più del 90%.

Perché Cisco Silicon One è più sostenibile?

Possiede elevate velocità, una più ampia flessibilità e una latenza ultra bassa pur mantenendo il consumo di risorse molto limitato.

Il metaverso irrompe nel mercato con una serie di nuove possibilità. Al di là della moda del momento che potrebbe anche esagerare la promessa, quali sono i vantaggi di questo passaggio epocale?

Il metaverso sarà uno strumento in più a disposizione della rivoluzione digitale già in atto. Io penso che andrà a privilegiare le modalità di lavoro misto, reale e virtuale, e aprirà una grande porta all’inclusione. Darà la possibilità ai nuovi talenti che vivono in geografie remote e difficili di entrare in gioco abolendo le distanze con una sensazione di presenza. Oltre a questo, darà la possibilità, ad esempio, a persone che soffrono di alcune disabilità di entrare in gioco portando il loro contributo di intelligenza e creatività e togliendo i limiti di accesso al lavoro che ci sono oggi. Potremmo dire, per chiudere, che se Internet ci ha reso ‘tutti vicini di casa’, il metaverso ci farà vivere tutti in una enorme piazza popolata di svariate culture, lingue diverse, spunti creativi, community di nomadi digitali e creators. Un futuro elettrizzante, visto da qui.

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