Marco Occhetti, Leonteq
Investments

I certificati di investimento, uno strumento utile per ottenere rendimento in tempi di forte volatilità e inflazione

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una rapida serie di cambi di paradigmi in borsa. Dapprima con le ingenti masse di liquidità messe in campo dalle banche centrali nell’immediato post Covid, poi con l’arrivo dell’inflazione ed i conseguenti rialzi dei tassi. Scenari mutevoli, ma non sono cambiati gli obiettivi degli investitori, sempre focalizzati sul rendimento. Nella fase attuale fra gli strumenti più utilizzati per provare a battere l’inflazione troviamo i certificati di investimento. I picchi di volatilità registrati nel 2022 hanno favorito l’emissione di certificates caratterizzati da cedole molto interessanti abbinate a barriere estremamente profonde, portate anche al 40% da alcuni emittenti, fra cui Leonteq. Le barriere sono di tipo europeo, ossia con osservazione soltanto a scadenza e sono decisamente conservative, in quanto forniscono protezione fino a performance negative del -60% del peggiore dei sottostanti.

I rialzi dei tassi, inoltre, hanno permesso di tornare a costruire interessanti certificati a capitale protetto. Si tratta di strumenti di investimento adatti a condizioni di mercato di difficile lettura o a profili di rischio moderati. Infatti, tramite tali certificati, l’investitore vede il proprio capitale interamente o parzialmente protetto a scadenza e ha contestualmente l’opportunità di partecipare ad eventuali rialzi dei sottostanti.

Fra gli emittenti che vantano l’offerta più ampia su mercato italiano troviamo Leonteq. La società svizzera quota al momento più di mille certificati di investimento su Borsa Italiana: circa 800 sono negoziabili sull’Euro TLX, mentre 211 sono quotati sul SeDex. Tredici, poi, sono scambiati su Hi-cert.

I certificates softcallable

Ma quali sono le soluzioni di Leonteq per puntare sul rendimento? Operativamente, negli ultimi mesi Leonteq è risultata particolarmente attiva nell’emissione di certificates softcallable. Si tratta di prodotti che offrono una cedola condizionata pagata periodicamente qualora ci sia un rialzo o un moderato ribasso, fino al livello barriera della cedola, del sottostante con la peggiore performance. Ad ogni data di osservazione softcall l’emittente ha il diritto, ma non l’obbligo, di richiamare i prodotti a sua discrezione. Questa opzione permette a Leonteq di offrire cedole superiori ai tradizionali certificati autocallable, massimizzando il rendimento potenziale che i certificates offrono all’investitore.

Il possessore del certificato incassa una cedola, mensile o trimestrale, a patto che il sottostante (o i sottostanti) non sia sceso al di sotto di una determinata soglia. Per esempio, se la barriera cedolare è posizionata al 50%, il coupon è dovuto fintantochè il titolo non dimezza il proprio valore. La maggior parte dei certificates di Leonteq offre anche l’effetto memoria. Nel caso in cui una cedola non venisse pagata, non sarebbe definitivamente persa ma sarebbe invece portata a memoria, con la possibilità di recuperarla in una successiva finestra cedolare. Alla scadenza, se il sottostante si trova sopra la barriera, l’investitore riceve l’ultima cedola ed il rimborso del valore nominale. In caso contrario, il valore di rimborso è linearmente proporzionale alla performance negativa del worst of, ossia del peggior sottostante fra quelli cui fa riferimento il certificato.

I certificati a capitale protetto

Funzionano invece basandosi su meccanismi differenti i certificati a capitale protetto, prodotti studiati per investitori con un profilo di rischio più basso. Si ha infatti la garanzia del capitale a scadenza, con la possibilità di partecipare alla performance fatta registrare dai sottostanti, qualora positiva. In caso di ribassi, però, è comunque garantito il rimborso del capitale (qualora la protezione sia al 100%, come nei tre che menzioneremo in seguito).

Durante la vita del prodotto il prezzo spot dei certificates potrebbe scendere sotto al pari. Ciononostante, alla scadenza il rimborso minimo sarà pari al valore nominale. In aggiunta, l’investitore ha la possibilità di partecipare a eventuali performance positive fatte registrare dai sottostanti. Fra questi prodotti ricordiamo il certificato a capitale protetto che ha per sottostante il Leonteq China Multi Asset 10%RC Index, un indice che investe in due ETF di iShares sulla Cina (ISIN CH1227055493), così come l’Absolute return con partecipazione (in caso di rialzi) al 200% con ISIN CH1227055758. Un terzo certificato a capital protetto ha invece ISIN CH1233010201, con focus su high yields europei.

Bilancio solido

La solidità dell’emittente, anche quando si parla di certificati di investimento, non è un elemento da trascurare. A tal proposito, Leonteq ha recentemente rilasciato un bilancio decisamente solido. Nonostante il complesso contesto di mercato, nel 2022 l’azienda ha registrato un incremento del 9% dell’utile operativo totale rispetto all’anno precedente, per un totale di 456,4 milioni di franchi svizzeri. Inoltre, l’utile prima delle imposte è aumentato dell’11%, per un totale di 193,3 milioni di franchi svizzeri.

Sul panorama nazionale, ai recenti Italian Certificates Awards, l’emittente svizzera si è aggiudicata il premio per il miglior certificato yield enhancement ed il miglior certificato a capitale protetto condizionato, ottenendo anche la seconda posizione nella classifica relativa ai migliori certificati a capitale protetto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .