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Così Zscaler protegge gli utenti, server e dispositivi dalle minacce hacker

Articolo apparso sul numero di maggio 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

Sono lontani i tempi in cui era necessario ‘essere in rete’ per avere la certezza di essere protetti. I sempre più frequenti attacchi informatici e le falle sul web hanno portato a un cambio di prospettiva. Da qui la scelta di spostare la sicurezza fuori dalla rete aziendale, dirottando tutte le attività sul cloud. L’intero set di motori legati alla sicurezza della rete, non più confinato in un luogo fisico, è in grado di seguire gli utenti in qualsiasi contesto e in ogni situazione. Con l’applicazione di misure di sicurezza in modo uniforme, non deve sorprendere che il livello di protezione sia lo stesso di cui si dispone nella sede centrale: poco importa se ci si trova in filiale, a casa o in aeroporto. Una nuvola protegge dagli attacchi informatici ed evita la perdita di dati. Per collegare utenti, dispositivi e applicazioni in qualsiasi luogo e in ogni situazione, in totale sicurezza. Uno strumento in più per spingere sull’acceleratore della trasformazione digitale e permettere alle aziende di correre in piena efficienza e velocità incontro a nuovi obiettivi di mercato e fatturato.

Zscaler è nata nel 2007 con questi obiettivi e nel tempo ha affinato la strategia per creare un mondo dove lo scambio di informazioni avviene in sicurezza e senza interruzione. Una realtà che conta 6.500 clienti business nel mondo: dalle attività con poche centinaia di utenti a società di grandi dimensioni. In totale sono circa 35 milioni gli utenti Zscaler attivi.

A fare la differenza nella strategia aziendale la piattaforma Zero Trust Exchange, nata sul cloud, che protegge utenti, server on premise e cloud e dispositivi aziendali dalla minaccia degli hacker e non solo. Una centralina intelligente che veglia sulle comunicazioni da utente ad app, da app ad app e da dispositivo a dispositivo. Non importa in quale rete o posizione. Un bypass che, secondo la regola del ‘non fidarsi mai, verificare sempre’, toglie utenti e server dalla rete aziendale e li ‘sposta’ dove le comunicazioni sono sempre zero trust. Al termine di ogni connessione la piattaforma cloud non solo ispeziona i contenuti, ma compie una verifica dei diritti d’accesso, basata su identità e contesto.

Dopo l’analisi, Zscaler ha tutti gli elementi per determinare il livello di accesso in base al tipo di utenti, dispositivi, applicazioni e contenuti. Può adottare le restrizioni ritenute più appropriate. Così è in grado di garantire la sicurezza dell’utente e dei suoi dati: Zero Trust Exchange entra in azione come intermediario nella connessione. Le applicazioni, nascoste nella nuvola, sono invisibili a internet. Impossibile sferrare un attacco quando non si può individuare l’obiettivo da colpire. Così Zscaler rende digital native anche la sicurezza, al punto che si può parlare di security transformation.

“I vantaggi che porta Zscaler a livello di business sono evidenti”, sottolinea Marco Catino, principal sales engineer. “L’agilità nella gestione delle operazioni, la capacità di ridurre il time to market. Sappiamo tutti che oggi utenti e applicazioni non sono più necessariamente in ufficio e in data center, e questo comporta sfide, ma anche vantaggi. È quindi fondamentale adeguare l’approccio anche sotto il profilo della sicurezza, sia per ottenere gli stessi vantaggi a livello di business che per garantire la migliore user experience. Un modo, come dimostrano ricerche di mercato, anche per trattenere e attirare i talenti. Un elemento che rientra tra i driver fondamentali per favorire la trasformazione digitale e sostenere le strategie aziendali”.

Senza contare poi i benefici in termini di maggiore produttività e la riduzione dei costi. Ecco perché per le aziende è prioritario evitare un alto turnover a livello di personale. In questa direzione si sta muovendo Zscaler, anche per sensibilizzare le imprese a riconoscere e apprezzare i vantaggi della sicurezza e le prospettive di un lavoro ibrido senza ostacoli e in grado di offrire ai dipendenti esperienze da digital native.

Gianluca Pometto

Le nuove prospettive aperte dalla piattaforma Zero Trust Exchange hanno trovato rapida applicazione all’interno di grandi società, pronte a cogliere il cambiamento e a intuire le enormi potenzialità, soprattutto per l’organizzazione interna. Le partnership, soprattutto dopo la pandemia, hanno soddisfatto le esigenze di mercato delle imprese che si sono rivolte a Zscaler e al suo security cloud.

“Con la crisi sanitaria legata al Covid-19”, afferma Gianluca Pometto, head of group security di UniCredit, “il nostro modo di lavorare ha assistito a una rapida rivoluzione. Noi siamo stati in grado di rispondere a questa sfida, garantendo un accesso sicuro e protetto ai nostri sistemi a migliaia di colleghi. La collaborazione con Zscaler è stata una delle azioni che ci hanno permesso di essere ancora una volta ready for the unexpected, pronti all’inaspettato, gestendo una situazione del tutto inattesa senza compromessi sulla sicurezza, malgrado la crisi sanitaria avesse esteso in maniera considerevole, con il lavoro in remoto, il perimetro da proteggere. Inoltre, i colleghi hanno sperimentato i vantaggi di una migliore user experience, ad esempio per la navigazione internet. Abbiamo cambiato la percezione della sicurezza tra i colleghi: da limite a opportunità. Perché per noi la sicurezza è un elemento chiave del successo del business”. 

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