Articolo tratto dal numero di maggio 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
“Vogliamo sempre trovare la migliore soluzione possibile per i nostri clienti”: basterebbe questa frase per riassumere la filosofia di Transcom, colosso svedese dell’outsourcing, che lavora con player globali in settori quali telco, fintech, retail e e-commerce. A pronunciarla è il general manager a capo della divisione italiana, Gianluca Gemma, che spiega la giusta ricetta per primeggiare nel settore, senza dimenticare le esigenze del partner di riferimento e la sostenibilità.
Nata nel 1995 in Svezia, Transcom è in Italia da oltre 20 anni e offre servizi di assistenza clienti e soluzioni digitali che l’hanno portata a parlare 33 lingue in 27 paesi del mondo. Secondo Gemma, “il miglior lavoro che può fare un bpo è diventare ‘trasparente’ quando si inserisce fra il cliente dell’azienda a cui fornisce servizi e l’azienda stessa. Chi chiama l’assistenza di un brand, sia esso una società globale o una startup, non sa che di mezzo c’è Transcom, ma parla con uno specialista che soddisfa i suoi bisogni con prontezza e capacità. Per fare al meglio il nostro lavoro dobbiamo fare nostra la strategia e il posizionamento del cliente che stiamo rappresentando, parlare la sua stessa lingua”.
Ai brand che supporta, Transcom propone soluzioni multicanali o omnicanali: “Oltre ai consolidati canali voce, chat, e-mail e social media, si opera con soluzioni digitali come chatbot, rpa, analytics, gamification e sistemi di traduzione automatica. Ciò permette di integrare il lavoro dei nostri specialisti che, supportati dalla tecnologia, possono focalizzarsi sui servizi a più alto valore aggiunto e fornire la miglior assistenza. Abbiamo un portafoglio di fornitori con i quali ci interfacciamo per trovare la formula più adeguata caso per caso. Ci definiamo ‘agnostici tecnologici’ e questa è la nostra forza. Abbiamo il compito di supportare i brand nell’adottare la strategia più efficace e insieme a loro costruiamo un progetto su misura”.
Fra i trend introdotti da Transcom c’è lo smartshoring, un modello di organizzazione flessibile ed efficace, comparso molti anni prima che la pandemia ci mostrasse le potenzialità del lavoro da remoto. “Unisce tre componenti: quella umana, quella digitale e lo smart working. Questo ci consente di essere presenti in più paesi e offrire dai nostri hub servizi multilingua e multicanale. Il non essere legati necessariamente a una location specifica ci rende infatti flessibili nel trovare i talenti più adatti alle richieste dei nostri clienti, con un focus sulle smart tech”.
Poi c’è la sostenibilità, che per Transcom è tutt’altro che un valore astratto. La società ha infatti contribuito alla riforestazione del Salento, piagato dalla Xylella, attraverso la piantumazione di 100 ulivi in collaborazione con l’Associazione Olivami per sostenere le comunità e gli agricoltori locali. “A Lecce abbiamo un’importante sede operativa con oltre 20 anni di storia. E un team che si occupa di seguire certificazioni, progetti e approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili. Facciamo inoltre in modo che i siti dove siamo presenti siano quanto più green possibili, perché teniamo alle persone che lavorano per noi”.
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