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“Essere resilienti e rimboccarsi le maniche”: i segreti della manager Francesca D’Angelo-Valente

Articolo apparso sul numero di luglio 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

Fare tesoro di ogni esperienza per migliorare e portare benefici all’azienda e al team. Quella di Francesca D’Angelo-Valente, direttrice marketing della nuova divisione Henkel Consumer Brands in Italia, è la storia di chi ha saputo trarre il meglio dal suo percorso per crescere professionalmente e umanamente e per poi metterlo a disposizione delle persone che lavorano con lei. Per farlo è necessario “essere resilienti, rimboccarsi le maniche e portare i risultati”, spiega la manager. Si tratta infatti di elementi che nel business sono alla base per costruire una credibilità e un rapporto di fiducia con il team di lavoro.

D’Angelo-Valente, laureata alla Bocconi di Milano, ha iniziato la sua carriera nel 2008 ed è arrivata in Henkel nel 2009, trasferendosi a Düsseldorf per la sua prima esperienza internazionale. Dopo un periodo formativo nel marketing in Italia, nel 2015 è stata promossa a senior international marketing manager tornando nuovamente in Germania, nell’headquarter di Henkel, per occuparsi a livello globale di innovazione e comunicazione per la categoria automatic dishwashing. Qui ha gettato le basi per un ulteriore passo in avanti che si è concretizzato nel 2017, quando è rientrata in Italia con una job rotation nel reparto sales nel ruolo di national sales manager, per essere poi promossa due anni dopo a head of marketing laundry care Italia. Infine, dall’ottobre 2022, l’incarico che attualmente ricopre.

Trarre il meglio dall’esperienza

“Il mio team di lavoro dell’international marketing unit home care in Germania”, sottolinea D’Angelo-Valente, “contava al suo interno oltre 15 nazionalità, con altrettante culture e modi di pensare”. Le differenze principali? “La prima che ho riscontrato è stata il modo di comunicare. In Italia siamo molto aperti all’altro, aspetto che è senz’altro positivo, ma tendiamo a compiacere l’interlocutore. Questo all’estero non avviene: si comunica in modo più diretto e, quindi, efficiente. Un altro elemento che ho apprezzato molto è il rispetto nei confronti dei tempi delle persone con cui si lavora, dei loro ritmi e delle necessità. E questo significa poter contare su un team più consapevole e produttivo”.

Una capacità di trarre il meglio da ogni esperienza che ha permesso a D’Angelo-Valente di diventare la professionista che è oggi. “Ho sempre avuto una visione chiara di ciò che volevo diventare come persona e professionista”, dice. “E in questo percorso la curiosità e l’apertura verso l’altro sono stati fondamentali. Ho sempre cercato di capire cosa fosse necessario acquisire in termini di competenze soft e hard per poter evolvere professionalmente. In questo l’esperienza di adattamento e la capacità di reinventarsi, imparate durante gli anni in Germania, sono state centrali”.

La leadership femminile

Nel corso della sua esperienza internazionale D’Angelo-Valente ha saputo sfruttare la sua italianità per migliorare il rapporto con il team. “Ricordo ancora che, appena arrivata, i colleghi lavoravano ognuno alla propria scrivania dietro una porta chiusa. Ho chiesto di aprire quelle porte e, ogni volta che mi capitava di passare, cercavo di stabilire un contatto, una connessione personale utile al lavoro di team. La socializzazione, come il divertirsi facendo il proprio mestiere, sono elementi essenziali per conoscersi di più e lavorare meglio insieme”.

La leadership femminile è poi un altro tema che fa emergere nette differenze tra Italia e altri paesi europei e palesa il nostro bisogno di progredire. “Il tema su cui ho riscontrato le differenze maggiori tra Italia e Germania è la maternità”, afferma la manager di origini pugliesi. “All’estero la maternità è molto valorizzata e la lavoratrice è accompagnata in questo percorso, così come il padre, che può contare su un congedo garantito in misura molto più ampia. È infatti accettato dalla società che i padri possano assentarsi dal lavoro per periodi che in Italia sono inimmaginabili. Nel nostro paese, comunicare al proprio datore di lavoro che si aspetta un bambino è ancora un tema delicato. Non è scontato, come è successo me, veder riconosciuto il proprio lavoro ed essere promossi, proprio durante la maternità, rientrando in un ruolo più importante e con responsabilità maggiori. Le mie colleghe a livello internazionale si pongono meno problemi. Ed è questo che cerco di portare anche nel mio team: la normalizzazione di un percorso di vita privata che può e deve andare di pari passo con quello professionale”.

Un futuro da scrivere

E quando le si chiede se l’essere donna ha comportato maggiori ostacoli nella vita professionale, D’Angelo-Valente è chiara. “C’è la possibilità di incontrare barriere che niente hanno a che vedere con le proprie capacità, ma che sono frutto dell’idea di un’altra persona su come dovrebbe essere un professionista. Più anziano, per esempio, come successo a me. O semplicemente, non una donna”. Secondo D’Angelo-Valente è necessario quindi “avere chiaro chi si è, le proprie capacità e conoscere i propri punti di forza. Il rischio è di finire con il pensare che, forse, un fondo di verità in quelle osservazioni c’è”.

Questa capacità di saper trarre il meglio e trasmetterlo alle persone con cui si lavora ha permesso a D’Angelo-Valente di costruire un ottimo rapporto con il suo team. “Gestisco il mio team credendo molto nel merito, favorendo la formazione delle persone e guardando al loro potenziale”. Un atteggiamento che dà i suoi frutti. “Mi ritengo una persona esigente ma, allo stesso tempo, mi prendo cura del mio team: credo che non siano elementi in contraddizione. Il concetto di gerarchia è totalmente superato. Lavoro per costruire un ambiente di mutuo ascolto e scambio di idee, competenze e visioni, a prescindere dal livello di seniority. Credo nell’advancement, nell’importanza di evolvere insieme, migliorarsi e ampliare le proprie conoscenze per diventare un professionista a 360 gradi”.

Il futuro, invece, è ancora tutto da scrivere. “Vorrei aumentare le mie responsabilità a livello lavorativo e continuare a crescere”, ha concluso D’Angelo-Valente. “Ho un piano molto chiaro, dei mentor che mi seguono nel mio percorso. Voglio arrivare a muovermi alla velocità delle mie ambizioni, senza tralasciare un elemento importante: il sostegno che ricevo dalla mia famiglia. Essere sostenuta, spronata, avere la possibilità di contare sulla piena condivisione della responsabilità genitoriale, sono elementi imprescindibili per poter continuare la strada che ho intrapreso”.

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