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Jennifer Chase Sas
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Le soluzioni di Sas per ridurre il resiliency gap nelle aziende

Affrontare il cambiamento e cogliere le opportunità che esso offre: è solo così che manager ed executive possono puntare alla crescita delle aziende per cui operano, in una fase caratterizzata da una forte incertezza e instabilità economica. Per spiegare questo concetto esiste un termine: resilienza. Sas, attraverso la sua indagine Resiliency Rules, ha voluto analizzare lo stato attuale della resilienza nelle aziende e comprendere quali misure i vertici aziendali stanno adottando per accogliere il cambiamento.

Sas ha intervistato 2.414 executive di aziende con più di 100 dipendenti di tutto il mondo. Il 70% degli intervistati è ottimista sul futuro dell’economia del proprio Paese e l’80% prevede di investire in strategie di resilienza quest’anno e il prossimo.  Tuttavia, la survey indica un divario tra l’importanza che gli executive attribuiscono alla resilienza e l’effettiva capacità di resilienza delle loro organizzazioni.

Come ridurre il resiliency gap

“Nell’attuale scenario di incertezza e turbolenza”, ha spiegato Jennifer Chase, executive vice president & cmo di Sas, “abbiamo scoperto che i leader aziendali devono essere resilienti per adattarsi e rispondere alle esigenze e alla fine, sopravvivere e prosperare nella nuova normalità”.

I risultati emersi sono chiari: “Abbiamo condotto”, continua Chase, “uno studio chiamato ‘Resiliency Rules report’. Nello studio, abbiamo scoperto che oltre il 97% dei dirigenti ritiene che la resilienza sia fondamentale per il futuro della propria azienda, tuttavia meno della metà di loro ha effettivamente ritenuto che la propria azienda fosse resiliente. Quel divario è ciò che chiamiamo ‘resiliency gap’”.

L’importanza dei dati

E proprio per ridurre questo gap l’esperienza e le competenze di SAS possono giocare un ruolo chiave. “Crediamo che attraverso il supporto richiesto”, ha aggiunto l’executive vice president, “quel divario possa essere colmato con la giusta guida e il rapporto e il resiliency assessment tool. Ciò che vogliamo fare è fornire quella guida. E quindi abbiamo scoperto che ci sono cinque temi chiave per colmare il resiliency gap. Il primo è avere curiosità all’interno della tua azienda. Il secondo è focalizzarsi sulla cultura dei dati e sulla capacità di lettura dei dati. Il terzo riguarda l’innovazione. Il quarto riguarda l’etica e la responsabilità. E infine, ma non meno importante, ci sono la velocità e l’agilità. E quindi lo strumento di valutazione delle regole di resilienza può aiutarti a valutare la situazione attuale della tua azienda e fornirti raccomandazioni su come affrontare la resilienza all’interno dell’organizzazione”.

In termini pratici, al centro di questo processo di riduzione del ‘resiliency gap’ ci dovranno essere i dati. “Quello che abbiamo scoperto”, ha sottolineato Chase, “è che la capacità di prendere decisioni tempestive e accurate basate sui dati distingue le aziende resilienti da quelle meno resilienti. Quindi il volume e la velocità delle decisioni richieste oggi ti obbligano a gestire la quantità di dati e analisi che arrivano all’azienda”.

Il processo di trasformazione in azienda resiliente non è comunque semplice perché non si tratta solo di competenze ma anche di contesto culturale di riferimento: “Se parti da una situazione in cui hai già una forte cultura dei dati”, ha concluso Chase parlando dell’indagine di Sas, “una buona conoscenza dei dati, se hai già incorporato l’innovazione nel modo in cui gestisci la tua azienda, ci arriverai più velocemente. Ma ogni organizzazione si trova in una posizione diversa e potrebbe avere esigenze diverse, e Sas è qui per collaborare e incontrare i clienti in qualunque punto del percorso si trovino”.

L’investimento nell’IA

Sas infatti sta continuando a investire in quei settori che potrebbero giocare un ruolo chiave nei processi di crescita delle imprese. Nelle settimane scorse la società con sede a Cary, negli Stati Uniti, ha annunciato un investimento da 1 miliardo di dollari nell’intelligenza artificiale. Il motivo? La necessità delle imprese di ottenere valore nel minor tempo possibile. “Questo”, ha dichiarato Chase, “potrebbe significare aiutare le organizzazioni a comprendere e individuare meglio le frodi, aiutare i clienti a impegnarsi in modo più efficace o aiutare le aziende a creare esperienze personalizzate per i clienti che avranno un impatto duraturo sull’organizzazione. Quindi stiamo investendo in queste soluzioni in modo che i nostri clienti possano acquisirle e metterle in produzione più rapidamente, generando valore nella loro organizzazione”.

Un investimento utile soprattutto a realizzare quell’innovazione responsabile al centro dei progetti di SAS. “Sottolineiamo”, ha continuato la Executive Vice President, “l’importanza di un’innovazione responsabile e di un’intelligenza artificiale affidabile. Quindi, ciò che questo significa per i dirigenti aziendali è che devono potersi fidare dei dati e delle decisioni che vengono loro raccomandate tramite intelligenza artificiale e tecnologie SAS. Abbiamo investito molto per garantire che qualsiasi dato e raccomandazione provenienti da SAS siano spiegabili ed equi, e riteniamo che ciò sia fondamentale mentre procediamo in un mondo sempre più tecnologico, in cui la responsabilità è altrettanto importante”.

Il progetto Galapagos

L’innovazione responsabile per SAS va oltre il rapporto con le aziende e vuole portare benefici anche all’ambiente. Il progetto di tutela ambientale delle Galapagos è l’emblema di tutto ciò. “Abbiamo recentemente collaborato con l’Università della Carolina del Nord e abbiamo studiato le Isole Galapagos e in particolare le tartarughe delle Galapagos”, ha spiegato Chase. “Abbiamo utilizzato la nostra intelligenza artificiale e, nello specifico, la computer vision per osservare le tartarughe e riuscire a tracciarle in base ai segni facciali. Abbiamo quindi potuto monitorare il loro comportamento nell’ambiente, capire se si avvicinavano a zone con predatori o se si avvicinavano a zone in cui forse gli esseri umani interagivano con loro in modo che non fosse salutare per la loro longevità”.

Non serve viaggiare per contribuire. “È un modo straordinario di utilizzare l’intelligenza artificiale e non è necessario andare alle Isole Galapagos per utilizzarla”, ha concluso Chase. “Puoi andare online oggi stesso e aiutare a formare un modello di intelligenza artificiale per identificare e tracciare le tartarughe delle Galapagos”.

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