Skin
investire, mercato azionario, small cap
Investments

Perché potrebbe essere un buon momento per investire nelle small cap a livello globale

A cura di Nick Sheridan, portfolio manager di Janus Henderson

“Non comprate le small cap prima di una recessione”. Questo tradizionale consiglio d’investimento è difficile da contestare: le società più piccole tendono a essere più sensibili ai cambiamenti dell’economia, crescendo più del Pil globale nei periodi di prosperità ma contraendosi maggiormente nei periodi di debolezza economica. Allora perché sosteniamo che l’inizio del 2024 rappresenta un buon momento per gli investitori in small cap per considerare di aumentare la loro allocazione? Perché l’attuale ciclo di mercato non sta seguendo uno schema tipico.

Negli Stati Uniti e in Europa siamo ai livelli storici di valutazione relativa delle small cap rispetto alle large cap, mentre in Giappone ci aspettiamo che nei prossimi anni molte aziende di piccole dimensioni subiscano trasformazioni aziendali drastiche, spinte da regole di governance più rigide e dalla pressione degli azionisti. Questo è probabilmente un punto d’ingresso positivo per l’asset class.

Momento cruciale per l’economia

I prossimi mesi determineranno se l’attuale ciclo aggressivo dei tassi di interesse potrebbe portare a una profonda recessione e a uno scenario di “atterraggio duro”. In alternativa, il mercato potrebbe sperimentare un “atterraggio morbido”, in cui le banche centrali riescono a domare l’inflazione e le economie si adattano a un contesto di tassi d’interesse non nulli.

A nostro avviso, gran parte del rischio di un risultato economico negativo è già prezzato dalle small cap. Sebbene esse siano naturalmente più volatili delle large cap, dal 1980 la performance media del mercato delle small cap statunitensi nei 12 mesi successivi alla fine del mercato ribassista è superiore al 60%, superando la performance delle large cap di oltre 20 punti percentuali.

L’aumento dell’attività di M&A potrebbe contribuire a sbloccare le valutazioni

Prevediamo anche una ripresa dell’attività di fusione e acquisizione (M&A) nel 2024, con le società di private equity ricche di liquidità alla ricerca di opportunità di acquisto. Questo potrebbe essere particolarmente interessante in Paesi come il Regno Unito, dove i persistenti deflussi di capitale hanno reso disponibili molti titoli a prezzi interessanti. A livello globale, sebbene l’attività di M&A rimanga al di sotto della media di lungo periodo, le operazioni vengono portate a termine con un premio medio del 35% rispetto al prezzo dell’azione prevalente, garantendo agli investitori una buona remunerazione.

Temi di crescita a lungo termine dagli Stati Uniti

Gli Stati Uniti appaiono relativamente ben posizionati a livello internazionale, con un’economia ragionevolmente solida, una demografia favorevole e alcuni ulteriori fattori secolari dalla propria parte. Ad esempio, la deglobalizzazione delle catene di approvvigionamento sembra poter aiutare le società statunitensi a piccola capitalizzazione in misura maggiore rispetto alle loro controparti più grandi, data la loro maggiore esposizione ai settori industriali e dei materiali, che riteniamo beneficeranno dell’onshoring delle catene di approvvigionamento nel prossimo decennio.

Sebbene la Fed abbia mantenuto fermi i tassi di interesse di riferimento, l’organismo ha previsto almeno tre tagli dei tassi nel 2024. Ci aspettiamo che un tale contesto sia accompagnato da significativi aggiornamenti degli utili nel settore delle small cap.

Uno scenario di “atterraggio morbido” è la chiave per la performance delle small cap europee?

In Europa, dove l’inflazione di fondo è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo del 2% fissato dalla BCE, riteniamo che i titoli a piccola capitalizzazione potrebbero sovraperformare grazie alla minore avversione al rischio degli investitori. Negli ultimi due anni essi hanno mostrato preoccupazione per il rischio di contrazione economica nel continente, data l’attuale incertezza geopolitica. Ciò ha spinto molti investitori a ridurre la loro esposizione alle società più piccole, provocando un calo dei prezzi delle azioni. Le valutazioni delle small cap europee sono ora estremamente basse, con lo sconto più elevato mai registrato rispetto alle large cap statunitensi.

A nostro avviso, se l’economia si espande da qui in poi, le small cap sono ben posizionate per la crescita grazie alla loro minore maturità e al maggiore potenziale di espansione. Tuttavia, riteniamo che gli aggiornamenti degli utili per il 2024 saranno fondamentali per vedere un progresso significativo. Le valutazioni interessanti hanno inoltre spinto molte società europee ad avviare programmi di riacquisto di azioni proprie.

Uno sguardo al Giappone

Per quanto riguarda il Giappone, vediamo una serie di sfide interne, tra cui l’invecchiamento della popolazione, il basso tasso di crescita economica e la concorrenza con le aziende asiatiche in rapida crescita. Tutto ciò offre però anche delle opportunità. Vediamo un grande potenziale per le piccole e medie imprese giapponesi che nei prossimi anni subiranno drastiche trasformazioni aziendali, accelerate da regole di governance più severe e dalla pressione degli azionisti.

Riteniamo che un processo d’investimento basato sui fondamentali e incentrato sull’individuazione di società a piccola capitalizzazione dal prezzo interessante, con un vantaggio competitivo sostenibile e solidi flussi di cassa, sia il modo giusto per contribuire a ottenere una sovraperformance rispetto a qualsiasi benchmark. Il primo consente di ottenere rendimenti più elevati sul capitale, mentre il secondo permette di ottenere risorse per la crescita attraverso il reinvestimento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .