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Le aziende italiane scoprono i benefici del litigation funding

È uno dei cambiamenti più significativi in atto nel panorama legale del nostro Paese. Stiamo parlando del litigation funding, ossia l’attività d’investimento per cui un fondo (“litigation funder”) sostiene le spese legali per una parte in giudizio. In cambio, il litigation funder ha diritto a un compenso pari a una quota delle somme incassate dalla parte all’esito – favorevole – del giudizio. In caso di soccombenza, il litigation funder perde l’intero investimento e non c’è alcun obbligo per la parte soccombente di restituire le somme pagate dal fondo. Detto altrimenti, il litigation funding è uno strumento che favorisce l’accesso alla giustizia e permette di ottimizzare i costi per instaurare e coltivare un contenzioso.

Lo sviluppo del litigation funding in Italia

Nato nelle giurisdizioni di common law, il litigation funding sta crescendo anche in Italia, dove il potenziale di investimento attualmente si aggira intorno ai 185 milioni di euro e si stima raggiungerà i 325 milioni nel 2027. I numeri sono forniti da Deminor, uno dei primi litigation funder attivi in Europa, fondato nel 1990 a Bruxelles e presente in Italia con un ufficio a Milano. Il team è composto da 40 professionisti appartenenti a diverse giurisdizioni e attivi nelle principali capitali europee. Oltre che nell’ufficio situato nel capoluogo lombardo, Deminor ha uffici a Bruxelles, Amburgo, Madrid, Stoccolma, Lussemburgo e, fuori dall’ Europa, a Londra, New York e Hong Kong.

In Italia, Deminor, guidata da Giacomo Lorenzo (nella foto), fornisce supporto a fondi di private equity, investitori istituzionali, società multinazionali, Pmi, società in crisi e consumatori, che abbiano un contenzioso (meritorio). Per diverse importanti aziende sta seguendo le cause contro quelli che sono forse i due cartelli  mediaticamente più importanti: quello del cartone ondulato, con il Garante della Concorrenza che ha accertato condotte anticoncorrenziali e comminato una sanzione di 287 milioni di euro ai produttori per avere fatto pagare un prezzo maggiorato per l’acquisto del prodotto dal 2005 al 2017, e quello dei camion, con i costruttori di autocarri che per 14 anni, dal 1997 al 2011, hanno stretto accordi collusivi in materia di prezzi dei listini all’ingrosso e per il trasferimento ai clienti dei costi per conformarsi alle norme più rigorose in materia di emissioni.

“Le aziende italiane”, spiega Giacomo Lorenzo, senior legal counsel e referente di Deminor Italia, “fanno sempre più ricorso a soluzioni di litigation funding, conoscendo e apprezzandone i benefici. Questo vale sia per le grandi imprese, interessate a esternalizzare i costi e i rischi correlati al contenzioso e a ottimizzare il budget assegnato al dipartimento legale, sia alle piccole e medie imprese, che potrebbero essere in difficoltà nel sostenere le spese di lite.  I nostri servizi non solo hanno un impatto positivo sul bilancio e garantiscono l’efficientamento delle risorse interne, ma rappresentano un sostegno essenziale per le imprese italiane che, esportando o comunque lavorando all’estero, si trovano in difficoltà quando devono affrontare un contenzioso cross-border”.

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