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L’Italia vista da Cinecittà

Anna Magnani apprende di aver vinto l’Oscar a casa sua nel 1956

È una mostra fotografica, ma sarebbe meglio pensarla come un gigantesco album di famiglia da sfogliare con calma, indugiando sui ricordi. Lo Studio 1 di Cinecittà ospita fino al 7 maggio 2018 l’esposizione Cinecittà – Fatti e personaggi tra il cinema e la cronaca, organizzata da Istituto Luce Cinecittà, Ansa, e dal progetto Cinecittà si Mostra in occasione degli ottant’anni dalla nascita della “Fabbrica dei Sogni” di via Tuscolana.

Attraverso centocinquanta immagini – tutte provenienti dagli archivi fotografici dell’Istituto Luce e di Ansa – si ripercorrono gli alti e bassi dell’industria cinematografica italiana e quelli dell’Italia dagli anni ’30 a oggi. Punto focale della mostra – curata da Mauro e Lorenzo Vallinotto e da Luigi Oggianu – è l’intreccio tra fatti di cronaca e produzione cinematografica.

Esattamente come fa la nostra memoria, alcuni momenti storici sono accostati alle immagini di film diventati cult. E a scandire il percorso del cinema italiano c’è proprio tutto, dalla “Hollywood in camicia nera” del ventennio fascista fino alle produzioni dei giorni nostri. C’è Mussolini nel 1936 mentre inaugura i cantieri di Cinecittà, ci sono la distruzione della Seconda guerra mondiale e la disperazione di Roma città aperta. La nascita del Neorealismo viene raccontata attraverso le immagini di Anna Magnani, Aldo Fabrizi e Vittorio De Sica. È l’Italia che cerca di ripartire dalle macerie, che si lecca le ferite lottando per un futuro migliore. Di decennio in decennio, scorrono uno dopo l’altro i fatti salienti che hanno scolpito l’accidentato Secolo breve.

Il poster della mostra.

Gli anni ’50 traboccano di energia e di voglia di riscatto: è il periodo delle maggiorate come Gina Lollobrigida e Sophia Loren, ma anche dell’esile Audrey Hepburn in Vacanze romane. È il 1953, e il suo giro per Roma in Lambretta diventa il simbolo di un nuovo sentire popolare, di un ottimismo mai sperimentato prima. Nasce la “Hollywood sul Tevere”, e con lei il mondo dorato delle feste in terrazza. Star del cinema americano come Kirk Douglas, Ava Gardner, Liz Taylor e Charlton Heston diventano protagoniste dei rotocalchi. Invidiate, osannate. E poi, c’è lui, Fellini. C’è la sua Dolce vita e il sogno di un’epoca. Gli anni ’60 vengono inaugurati così, con i desideri di una generazione che si infrangono poi nelle rivoluzioni sessantottine e nei primi scontri in piazza. La crisi politica ed economica degli anni ’70 ha il volto di Aldo Moro, mentre al cinema è incarnata da Gian Maria Volontè in Cittadino al di sopra di ogni sospetto. La violenza, il terrorismo e le Brigate Rosse sconvolgono un intero decennio.

Nanni Moretti sul set di Palombella rossa.

Il buio degli anni ’70 penetra nel decennio successivo con due fatti tragici: il terremoto in Irpinia e l’attentato a Papa Giovanni Paolo II. Seguono l’esuberanza degli anni ’80, la tv di Berlusconi, la Milano da bere e il divertimento a tutti i costi. Camminando per la mostra, ci si ritrova a pensare che quel passato, in fondo, è ancora tutto davanti ai nostri occhi. Le immagini si susseguono come diapositive: sono fotografie, ma soprattutto frammenti di memorie collettive. A descrivere la crisi ideologica della sinistra italiana è Nanni Moretti in Palombella Rossa. La caduta del Muro di Berlino annuncia l’inizio di una nuova era, di un mondo unito post Cortina di ferro. In Italia, gli anni ’90 si aprono con gli omicidi di Falcone e Borsellino e lo scandalo di Tangentopoli. Il cinema italiano, intanto, conosce un nuovo periodo d’oro grazie a film come Mediterraneo, Nuovo Cinema Paradiso e La vita è bella, che raggiungono addirittura gli Oscar. La mostra si chiude con le contraddizioni del nuovo millennio, con Cinecittà che apre le porte ai reality, fino al nuovo realismo di Fuocoammare di Gianfranco Rosi, incentrato sugli sbarchi a Lampedusa. C’è la storia dell’Italia insomma, e anche la nostra.

Accanto alle fotografie, sono state allestite due postazioni video che proiettano immagini di film, set e cinegiornali. Infine, la mostra è accompagnata da un catalogo edito da Ansa e Luce-Cinecittà che raccoglie le immagini in esposizione.

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