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Bruno Barbieri spiega come riconoscere un vero hotel di lusso

Bruno Barbieri è il giudice d’eccezione della nuova trasmissione cult di Sky per gli appassionati di hotellerie, 4 hotel.

Articolo pubblicato sul numero di giugno di Forbes Italia.

Sofisticato, elegante, esigente. Bruno Barbieri è in procinto di aprire a Bologna, la sua città, Fourghetti, il nuovo brand della ristorazione italiana, nato dall’incontro tra lo chef con sette stelle Michelin in carriera e l’imprenditrice Silvia Belluzzi. Dopo il successo di Masterchef, Barbieri è il giudice d’eccezione della nuova trasmissione cult di Sky per gli appassionati di hotellerie, 4 hotel, che va in onda ogni martedì e fa scoprire al grande pubblico i segreti degli hotel italiani: cosa chiedere, come scegliere, come comportarsi. Forbes lo ha intervistato sui temi dell’accoglienza di lusso.

Come capire al volo se un hotel è davvero di lusso, appena varcata la soglia e arrivati alla reception?
Sono molti i punti che contraddistinguono un hotel di lusso da un hotel normale. Per prima cosa il ricevimento dedicato e non nella confusione con altri ospiti; il valletto che apre la portiera del taxi al tuo arrivo; un drink di benvenuto nell’attesa di fare il check-in; trovare alla reception la persona addetta che parla la tua stessa lingua.

In un hotel di lusso conta di più il servizio, la cucina, l’arredamento o…
In un hotel di lusso contano i dettagli, che fanno sempre la differenza. Certo, trovarsi in un hotel dove puoi scegliere ciò che vorresti mangiare, un dettaglio dell’arredamento, è un servizio impeccabile. Essere in un qualsiasi posto del mondo e sentirsi come a casa… beh questa è la differenza tra lusso e normalità.

La località (non ovviamente la location) è fondamentale per un hotel di lusso?
Certamente la località aiuta sempre. È strano trovare un hotel di lusso nelle periferie delle grandi città oppure in una favela di Rio de Janeiro. È più facile trovarlo in centro a Milano.

La cosa che non deve assolutamente mancare in camera e/o in bagno?
Per quanto riguarda la camera direi la finestra. Dormire in una camera dove non hai lo spazio visivo esterno è complicato. A me è successo in Spagna con un hotel 5 stelle. La camera era arredata benissimo. Peccato che fosse interna, senza finestra. Insomma, una camera claustrofobica. In bagno, il set di cortesia deve essere sempre doppio: non sai mai quante docce il cliente fa al giorno. Il frigobar contraddistingue sempre un hotel di lusso da un hotel banale. Ovviamente, la ricerca dello stuzzichino fa la differenza.

Quello che le piacerebbe di più trovare al ristorante?
Un cuoco pronto a farmi un piatto di spaghetti pomodoro e basilico, di quelli che ti fanno
sentire a casa.

In Italia i prezzi sono adeguati al servizio che viene offerto?
Sì, direi che in Italia i prezzi sono abbastanza adeguati al servizio che l’hotel offre. Poi, chiaramente, dipende sempre da dove ci si trova. Se si è in una città particolare, magari si è disposti anche a spendere qualcosa in più.

Fino ad alcuni anni era difficile mangiar bene in albergo. Ora, invece, molti grandi chef hanno aperto un loro ristorante proprio nel contesto degli hotel di lusso. Cos’è successo?
Bella domanda, finalmente anche in Italia ci siamo svegliati, siamo arrivati un po’ lunghi, ma siamo arrivati. Io nella mia carriera quattro delle sette stelle le ho ottenute in ristoranti all’interno di hotel, ma in tempi non sospetti. Chiaramente l’hotel ti aiuta a gestire con la clientela interna le uscite economiche spropositate di un ristorante al top, quasi sempre il cliente resta a pranzo o a cena, se poi hai un ristorante con uno chef di grido…bingo!

Lei metterebbe il suo ristorante in un albergo?
Assolutamente sì.

Quali sono le prime tre qualità che distinguono un grande direttore in un albergo di lusso?
Una sensibilità spiccata nei confronti di un mestiere complicato, sapere come far sentire il cliente a casa, trovare sempre la soluzione a qualsiasi imprevisto.

E poi, per concludere, la sua idea per il vero lusso è…
Farmi trovare una boule con due pesci rossi in camera per non sentirmi mai solo!

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