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Le app di pagamenti ora fanno sul serio. E mettono nel mirino il risparmio

Alberto Dalmasso, uno dei fondatori di Satispay

I pagamenti via mobile sono solo il primo capitolo della storia che Satispay vuole scrivere nell’industria dei servizi finanziari. La statup fondata nel 2013 da tre giovani cuneesi, Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta, con un focus iniziale sui trasferimenti di denaro tra privati, ha annunciato il lancio di una nuova funzione “risparmi”, che consente di accantonare piccole somme di denaro, alimentando fino a 20 salvadanai, ciascuno associabile a un nome e un obiettivo specifici – “Vacanze 2018, 1000 euro”, “Dentista, 500 euro” -, scelti dall’utente.

Con questa iniziativa, la società muove i suoi primi passi fuori dal recinto dei pagamenti digitali, proiettandosi nel mondo dei servizi d’investimento. Ed è solo l’inizio. “Entro l’autunno, daremo ai nostri utenti la possibilità di indirizzare le somme accantonate verso strumenti assicurativi o di gestione del risparmio”, ha dichiarato Dalmasso, ceo della società. Interpellato da ForbesITALIA, ha offerto qualche ulteriore indicazione. “Le possibilità sono molteplici, dai fondi comuni ai fondi pensione, dagli Etf alle gestioni patrimoniali, dai Pir alla finanza etica, fino alle polizze viaggi. Stiamo lavorando a diverse ipotesi, abbiamo già quattro o cinque cantieri aperti”, ha spiegato, sottolineando il rapporto di proficua collaborazione già avviato da tempo con Etica sgr, società di gestione del risparmio del gruppo Banca Etica, che quindi potrebbe essere tra i partner di riferimento di questo nuovo percorso.

Intanto proseguirà la crescita della società nel settore del mobile payment, che vede Satispay in una posizione di leadership nell’ambito dei pagamenti di prossimità in modalità p2b, o peer-to-business, cioè in negozio. Satispay infatti è un’app che consente di effettuare, oltre ai trasferimenti di denaro tra privati, anche pagamenti nei 44mila negozi già convenzionati, tra i quali figurano, accanto a migliaia di piccoli esercenti, anche brand molto noti, (come Esselunga, Coop, Eataly, Pam, Yamamay, Motivi, Trenord, Benetton, Caffè Vergnano, Venchi, Grom, MyChef, Total Erg, Kasanova, per citane alcuni). “Registriamo 130 richieste d’iscrizione ogni giorno da parte dei negozianti”, ha precisato Dalmasso, “gli utenti privati già attivi sono 340mila”.

La caratteristica essenziale del sistema di pagamenti p2p e p2b sviluppato da Satispay – simile a quello implementato da altri operatori, tra i quali jiffy (Sia), Tinaba, Hype (Gruppo Banca Sella) – è quella di appoggiarsi a un network alternativo ai tradizionali circuiti delle carte di credito e debito (gli stessi su cui “girano” anche i pagamenti in modalità contactless, come Apple Pay, Samsung Pay, incorporandone inevitabilmente la medesima struttura di costi), a fronte di livelli di sicurezza analoghi. Per gli utenti il servizio è completamente gratuito. Per gli esercenti è prevista una commissione fissa di 20 centesimi di euro per i pagamenti superiori a 10 €, sotto questa soglia non pagano nulla.

Da poco più di tre settimane Satispay è integrato anche con PagoPA, la piattaforma per i pagamenti verso la pubblica amministrazione messa a punto dall’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid). Permette di pagare multe, tasse, bolli e ticket sanitari, tramite l’app, inquadrando il QR code univoco associato a ogni bollettino. “Sono già 20mila gli enti della PA che hanno aderito alla piattaforma. Saranno 60mila entro l’anno”, precisa il ceo.

Ulteriori investimenti saranno resi possibili, nei prossimi mesi grazie al nuovo aumento di capitale, annunciato oggi, per un massimo di 15 milioni di euro, di cui 10 già interamente sottoscritti da investitori istituzionali prevalentemente esteri, tra cui il fondo Copper Street Capital, in qualità di lead investor (5 milioni), Endeavor Catalyst, veicolo d’investimento nato per supportare il network di imprenditori Endeavor, di cui Satispay è recentemente entrata a far parte (un milione), Greyhound Capital, società d’investimento focalizzata su realtà ad alto potenziale di crescita (500mila euro). Partecipano all’operazione anche Banca Valsabbina, la Cassa di risparmio di Bolzano e il Club degli investitori di Torino. Grazie a diversi round di finanziamento, la società ha raccolto ad oggi complessivamente circa 37 milioni di euro. “Nel 2019”, ha riferito Dalmasso, “siamo intenzionati a lanciare un nuovo aumento con un obiettivo a quota 50 milioni”.

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